Un tripudio di colori caldi illumina, quasi incendia, il Salone della Libreria Sansoviniana, antica sede della Biblioteca Nazionale Marciana. Arancione, giallo oro, ocra, rosso, stesi a larghe pennellate su grandi tele allineate attorno alle pareti e più piccole all’interno delle vetrine espositive.
La personale di Invernizzi alla Marciana
Rinaldo Invernizzi ha voluto intitolare la sua mostra personale “La mia patria sono stati i libri” citando Marguerite Yourcenar. Nel suo celebre romanzo Memorie di Adriano, la scrittrice francese descrive il confronto di se stessi attraverso i libri dando voce al suo più famoso alter ego letterario, l’imperatore romano Adriano.
L’artista si è ispirato e ha voluto dialogare con le tele che decorano le pareti e il soffitto del Salone e del Vestibolo Sansoviniano, opera di alcuni dei più grandi artisti del XVI secolo a Venezia come Tiziano, Tintoretto e Veronese. Invernizzi ha preso spunto soprattutto dalle figure di illustri uomini dell’antichità che reggono in mano dei grandi e pesanti libri. Libri che sono simbolo eloquente della conoscenza, dell’istruzione e della cultura, che dovrebbero essere alla base di ogni società civile. E i libri, in questi quadri che l’artista ha prodotto costruendo un progetto site specific, prendono le forme di sottili linee disegnate sul fondo del colore, oppure appaiono come lampi di luce abbagliante al centro del dipinto creando immagini molto suggestive. Anche l’allestimento ha voluto riprendere le linee e i colori della sede monumentale con alcuni supporti che si inseriscono nel vano delle grandi finestre.
Introduzione alla mostra
Così scrive Andrea del Guercio nel suo saggio pubblicato nel catalogo della mostra:
«[…] il tema formale del “libro” subisce una sorta di “esplosione intellettuale” attraverso l’estensione del colore, verso il valore simbolico dell’illuminazione, dove cioè alla perdita della fisicità descrittiva si sostituisce la centralità del pensiero visivo, il valore assoluto di un contenuto concettualmente dettato, preservato e poi tramandato.».
La mostra è stata curata da Mara Hofmann e Nina Jung, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana ed espone opere dalla serie Vanitas con i Libri, 2023.
L’inaugurazione alla Marciana
La mostra è stata inaugurata mercoledì 27 luglio alla presenza del direttore della Biblioteca, Stefano Campagnolo, dell’artista, delle curatrici e del prof. Andrea del Guercio. Rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 20 agosto prossimo, con ingresso dal Museo Correr (Venezia, Ala Napoleonica di Piazza San Marco).
L’autore al lavoro alla Marciana
Rinaldo Invernizzi, nato nel 1962 a Milano, vive e lavora tra Lugano, San Mamete e Murano (Venezia). Nel 1983 si laurea in economia e commercio a Losanna (Svizzera) e poi lavora per dieci anni nella finanza a Monaco di Baviera (Germania). Nel 2000 decide di dedicarsi completamente all’arte, sia con la pittura che scrivendo racconti e romanzi, le sue modalità espressive. Questa ricerca ha come obiettivo da una parte l’aspetto contemplativo della natura e del paesaggio, dall’altra i temi del sacro e delle “religioni” della contemporaneità.
Questa svolta radicale della sua vita lo porta nel 2007, grazie anche al prof. Andrea del Guercio, a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove nel 2012 ottiene il diploma in Arte Sacra Contemporanea. Nel 2013 si impegna per quattro anni in un progetto di ristorazione a Milano nel quale la sua ricerca artistica gioca un ruolo fondamentale: Refettorio, che si pone come luogo non solo del cibo e della sua cultura, ma anche di esposizione di opere d’arte, di poesia e di performance come per esempio cene del silenzio e un’ultima cena. Dal 2017 si occupa anche di design ed è presidente e co-direttore artistico (art director) di Barovier & Toso, Venezia, un’antica azienda muranese leader nel vetro soffiato e nell’illuminazione artistica.
Buongiorno gentilmente comepotrei contattare l’artista Invernizzi? Grazie Paola De Marchi