A Chioggia, in pieno centro storico, c’è un ristorante che profuma di mare e di memoria, dove ogni piatto racconta una storia e ogni ricetta ha il sapore dell’esperienza. Il suo nome è “Aloha” e a guidarlo c’è Mauro Zennaro, 63 anni, chef e patron dalla mano sicura e dall’animo gentile, lo chef che ha fatto dell’Aloha una cucina di famiglia e di passione. Lui ci risponde alle nostre domande con un sorriso che sa di nostalgia e orgoglio per la sua prima passione. Lo abbiamo provato. Aloha, nel cuore di Chioggia, è molto più di un ristorante. È una storia d’amore per la cucina, nata tra i fornelli di un padre e cresciuta con la voglia di dare sapore ai ricordi. Con Mauro Zennaro, la tradizione ha trovato una nuova casa.
Mauro Zennaro, ci racconta della sua cucina?

La cucina è nel mio sangue. Da ragazzo osservavo mio padre Giorgio ai fornelli del ristorante Alla Stazione, proprio davanti alla ferrovia di Chioggia, ormai scomparso. Era lui il vero cuoco di casa – non mia madre Teresa – e io, da adolescente, rubavo con gli occhi e imparavo. La passione per i fornelli mi accompagnava anche a scuola: mentre frequentavo l’istituto tecnico per diventare perito delle telecomunicazioni, già cucinavo per amici e compagni con entusiasmo. Ma la vita, com’è noto, segue strade tortuose. Quando mio padre smise l’attività, intrapresi un percorso da impiegato amministrativo, senza mai smettere di coltivare la passione per la cucina e per il vino. Feci tutti e tre i corsi e divenni sommelier AIS, frequentai corsi e lavorai presso la rinomata Etoile di Rossano Boscolo, e cominciai a dare forma al mio sogno.
Così lei aprì il ristorante Aloha…

Infatti. Nel 2004 aprii il ristorante Aloha a Sottomarina, in riva al mare, all’interno del campeggio Grand’Italia. Aloha è un nome evocativo, che profuma di spiagge lontane, ma ancorato alla tradizione veneta e chioggiotta. Da lì, il passaggio al centro cittadino di Chioggia, dove oggi Aloha è un punto di riferimento per chi cerca cucina d’autore in un ambiente accogliente e solare. Soci di questa avventura chioggiotta sono Stefano Bacci e Silvia Ravagnan, che condividono con me la visione di una ristorazione autentica e curata.
Mauro Zennaro, e in cucina chi c’è, oltre a lei?

Accanto a me oggi lavora il giovane Kavyn Boscolo, 24 anni, ex studente dell’Enaip di Chioggia, diventato mio braccio destro in cucina. Lo sto formando giorno dopo giorno e con orgoglio vedo in lui una passione crescente. Lavora da me da 3 anni. Le racconto questo anedotto: quando era a scuola, mi dicono, era un disastro, era un problema per la scuola stessa, ma ora brilla ai fornelli. E a testimoniarlo è stata una recente visita del direttore Enaip, Stefano Cicigoi, rimasto colpito dalla maturazione e dalla bravura del ragazzo.
Il team dell’Aloha com’è?

Affiatato e competente. Alessandro, direttore di sala e sommelier FISAR, garantisce un servizio impeccabile; Luca è il barman creativo; altri collaboratori completano la brigata con professionalità.
Mauro Zennaro, ci parli di lei…
Oggi ho poco tempo libero, giocavo a calcio, ora non più, ma appena posso viaggio. Sono sposato e padre di due figli, entrambi medici, e guardo al futuro con realismo ma anche con gratitudine. Sono felice di ciò che ho costruito, ma soprattutto di averlo fatto nel segno della passione.
Ha vinto anche il concorso “Cicchettando per Ciosa” edizione 2025…

Si, grazie al mio team. E’ stata una bella gara che ha coinvolto molti bacari e ristoranti di Riva Vena e di Chioggia. Per la mia cucina ho alcuni piatti che non troverete nel menu, ma che si tramandano di bocca in bocca tra i clienti affezionati che vengono apposta per alcune specialità off-menu: matriciana di mare, carbonara di mare, tagliolini con granseola, spaghetti cacio, pepe e vongole, carbonara con crema di zucca. E poi altri piatti come gli gnocchetti alla marinara. Vede quella mamma con la bambina su quel tavolo? Ebbene, viene spesso da me per la bambina: adora gli gnocchetti che prepariamo: sarà una buona gourmand da grande…
Per www.enordest.it, Marco Zennaro svela uno dei suoi cavalli di battaglia più richiesti, anche se fuori menu: gli spaghetti cacio, pepe e vongole. «Un’idea mia», dice, «che unisce il sapore deciso del cacio e pepe con la delicatezza delle vongole. È un piatto che racconta il territorio e ricorda mio padre.
Spaghetti cacio, pepe e vongole

Ingredienti (per 4 persone) 320 g di spaghetti nr. 8 o spaghettone, 1 kg di vongole lupini, 160 g di pecorino romano grattugiato, 1 cucchiaio di cipolla bianca tritata finemente, mezzo bicchiere di vino bianco, pepe qb
Preparazione. Facciamo soffriggere la cipolla in un tegame capiente, aggiungiamo le vongole precedentemente lavate. Sfumiamo poi con il vino bianco. Lasciamo aprire le vongole e fermiamo la cottura. Sgusciamo le vongole e teniamo da parte il brodo di cottura. Grattugiamo il pecorino e grattugiamo il pepe. Nel frattempo cuociamo gli spaghetti e scoliamoli al dente, saltiamoli in padella aggiungendo le vongole sgusciate e mantechiamo aggiungendo il brodo di cottura delle vongole, l’acqua di cottura della pasta, il pecorino e il pepe. Serviamo gli spaghetti in un piatto a piacere e, volendo, terminiamo con una ulteriore spolverata di pepe e pecorino.
Il vino in abbinamento

Alessandro, direttore di sala e sommelier, propone l’abbinamento del vino: un Lugana DOC Sirmione 2024 della Cantina Avanzi di Manerba del Garda. Un bianco fresco, sobrio e dalla giusta mineralità che rispetta il sapore del piatto facendo poi trasparire tutto il suo sapore di uve che hanno vissuto il sole del nostro grande lago.