Quando si parla di mercato immobiliare residenziale, non sono solo Milano e Roma a distinguersi. Negli ultimi dieci anni, infatti, anche le città intermedie hanno mostrato una crescita significativa. Secondo le analisi presentate da autorevoli operatori del settore, il mercato nelle dieci città “intermedie” italiane ha registrato nel 2024, rispetto al 2014, un aumento del 59,7% nelle compravendite e una crescita del 22,9% nei prezzi medi di vendita delle case nuove o completamente ristrutturate. Tra i fattori che stanno spingendo la crescita, il principale sembra essere l’aumento della domanda delle prime case, segue a ruota l’interesse per le seconde case, assieme agli investimenti per il mercato della locazione, soprattutto nelle aree ad alto valore turistico.
L’esempio delle case a Padova

Per quanto riguarda Padova, i prezzi medi di vendita delle case nuove o completamente ristrutturate hanno valori compresi tra 2.100,00 euro/mq e 4.900,00 euro/mq. Un dato in crescita del +2,4% rispetto al 2023 e del +30% in confronto a dieci anni prima. Sempre nel 2024, le compravendite in città in dieci anni sono aumentate del +73% e del +8,8% rispetto all’anno precedente. Risultati, questi, dovuti in massima parte al fatto che si registra una forte domanda, soprattutto per immobili energeticamente sostenibili e un altrettanto forte contrazione dall’offerta.
Il valore dell’efficienza energetica per l’acquirente

Gli italiani cercano case nuove e a basso impatto ambientale, ma l’offerta non tiene il passo. Si calcola che vi siano oltre 6 milioni di abitazioni fuori dal mercato, perché troppo vecchie e troppo care da ristrutturare. Premesso che il mattone continua a essere, almeno in Italia, il bene rifugio per eccellenza, emerge chiaramente una nuova consapevolezza, da parte degli acquirenti, rispetto alla qualità energetica. Una scelta che non dipende solo dalle imposizioni dell’UE sulle case green, ma che è anche figlia di una doverosa attenzione ai consumi che, oltre a salvaguardare l’ambiente, pesano nelle bollette. Negli anni è diventato sempre più forte l’interesse per i nuovi edifici, dotati di cappotti termici, pannelli solari, pompe di calore, ecc., che devono soddisfare la richiesta di case più sostenibili e meno energivore.
Sempre più le case green

Gli immobili “green” sono considerati più duraturi nel medio-lungo termine, soprattutto dal punto di vista della tenuta del loro valore economico e, quindi, patrimoniale. Da un sondaggio condotto su un campione di 1.500 intervistati, emerge che quasi metà di questi ha il timore di non riuscire ad acquistare immobili energeticamente efficienti, sia per la scarsità di offerta sia per i costi sensibilmente più alti rispetto a quelli delle costruzioni tradizionali. La volontà di vendere riguarda quasi una casa su quattro e, tra i motivi principali, c’è l’efficienza energetica e, in Italia esiste un paradosso evidente: da un lato la domanda di case cresce, soprattutto di abitazioni efficienti, moderne, sostenibili; dall’altro, una parte significativa del patrimonio immobiliare resta inutilizzata.
Secondo le ultime stime, oltre 6 milioni di case risultano chiuse o non utilizzate stabilmente. In molti casi, si tratta di seconde case, case ereditate o immobili in piccoli comuni e aree marginali, spesso privi di attrattività economica o infrastrutturale. Cresce così il numero delle case inutilizzate, magari anche messe in vendita, ma che costituiscono comunque una voce di spesa elevata per i proprietari.
Le case inutilizzate

Questo patrimonio non valorizzato rappresenta un’enorme massa immobiliare non facilmente recuperabile. Spesso si tratta di immobili vecchi, costruiti con logiche e materiali del passato, inefficienti dal punto di vista energetico, difficili (e costosi) da ristrutturare, perché necessitano di interventi strutturali significativi; il che, quasi sempre, si traduce in una spesa non giustificabile, né dal punto di vista economico né da quello ambientale. Inoltre, il mercato immobiliare mostra una caratteristica in continua crescita: chi cerca casa, desidera un’immobile pronto all’uso, efficiente e sostenibile dal punto di vista ambientale. Il valore percepito dell’usato non ristrutturato è in netto calo, anche perché la sensibilità verso la qualità dell’abitare è aumentata e questo si traduce nel fatto che molte case chiuse non abbiano un vero e proprio mercato, perché, nonostante siano disponibili, non rispondono alla domanda attuale e rimangono fuori dal circuito della compravendita.
Turbine eoliche senza pale

Anche se vedo complicato il fatto di installare una turbina eolica in giardino, impensabile per i “mulini” che oggi vediamo deturpare molti tra i più bei panorami del nostro Paese, una nuova generazione di turbine eoliche senza pale potrebbe presto diventare un’alternativa più gradevole dal punto di vista estetico, per la produzione di energia pulita. Uno studio dell’Università di Glasgow ha utilizzato complesse simulazioni al computer per definire il design più efficiente, capace di generare energia in modo sicuro e silenzioso. A differenza delle turbine tradizionali, che sfruttano l’energia cinetica del vento per far ruotare grandi pale, questa tecnologia si basa su un principio fisico differente, noto come vibrazione indotta da vortice (VIV). Purtroppo, non ci sono immagini, ma proviamo a immaginare un cilindro alto e snello, simile a un lampione, che oscilla dolcemente al passaggio del vento.
Il movimento dell’aria crea dei vortici che innescano un’oscillazione nell’intera struttura; quando questa oscillazione entra in risonanza con la frequenza naturale del cilindro, il movimento si amplifica notevolmente e viene convertito direttamente in energia elettrica. I vantaggi delle turbine senza pale sono più di uno; ad esempio, sono più silenziose, occupano uno spazio ridotto e richiedono minori interventi di manutenzione. I ricercatori della James Watt School of Engineering, guidati dal dottor Wrik Mallik, hanno analizzato migliaia di configurazioni possibili e hanno scoperto che la forma della pala eolica che permette di produrre la maggiore quantità di energia non è quella che produce la massima potenza in assoluto.
I risultati dimostrano che la configurazione ottimale consiste in un cilindro alto 80 centimetri con un diametro di 65 centimetri. Un simile impianto sarebbe in grado di generare in sicurezza ben 460 watt di potenza anche con venti che soffiassero oltre 100 chilometri orari, contro i prototipi attuali, che producono al massimo 100 watt.