Senza dubbio difficile, a tratti faticosa, ma densissima. Violenta, molto esplicita nelle descrizioni minuziose, eppure assolutamente concreta. La penna di Gabriele Esposito è forse una delle migliori della sua generazione; qualunque evento descriva, la sua prosa è elegante, asciutta, rigorosa, priva di ogni orpello. La tematica di questo secondo romanzo, appena uscito per STC Edizioni, che s’intitola Gli ausiliari, nulla può concedere a narrazioni rasserenanti. Se la prima prova di Esposito, Tutto finisce con me, Woitek 2022, raccontava la solitudine, l’ambiguità delle azioni umane, ora il quadro dell’esistenza, dí più, la struttura sociopolitica del convivere, ci fa sprofondare in un universo distopico (ma lo è poi così tanto?).
Gabriele Esposito e l’idea di un mondo futuribile

Esposito è lucido, e feroce nell’immaginare un mondo in buona parte robotizzato, in cui un’entità statale superiore spinge di continuo al consumo di beni effimeri, garantendo sussidi a pioggia per tutti i cittadini, purché in linea con rigidi (e amorali) principi, dove l’affettività spontanea è bandita e ridotta ad atto sessuale mercificato. Su uno sfondo di corruzione generalizzata, in cui i politici assumono l’aspetto di laide maschere, si muove una pletora di personaggi vittime del sistema, completamente asserviti al culto di corpi perfetti, scolpiti. Involucri d’infinita vanità, il cui unico fine è rimanere uguali a se stessi, senza imprevisti, senza le variazioni che una vita autentica può portare.
La prostituta Gloria, Gonzalo Ialuronico (che del romanzo è uno dei personaggi principali), Cosimo, Alfredo; il ragazzo che si intuisce essere morto di morte violenta e per cui il padre, uno dei protagonisti, prova un malcelato senso di colpa. Su tutto, il Potere che spia e governa attraverso il ricatto dei sussidi, consentendo l’accesso a beni di alta fascia, di cui la gente non riesce più a fare a meno. Sembra tutto mostruosamente semplice: «tutti insieme in un unico universo esistenziale – scrive Esposito – molto più semplice da gestire. Accentrato attorno al nucleo di una stella …».
Non tutto gira per il verso giusto

Tuttavia, il meccanismo non è così perfetto come si potrebbe dedurre. L’astro Betelgeuse è esploso da cinquecento anni e si va lentamente spegnendo sulle feste pilotate, sugli amori a pagamento e sugli abiti firmati, ma ciò su cui sparge i suoi residui bagliori è ben più complicato: rancori, desideri di appropriazione di quello stesso Potere che disumanizza, violenza ed ansia da prestazione. È in questo clima, quasi una marea montante, tra cameriere robotiche e videogiochi promozionali, che prende il via il progetto di una rivolta sediziosa.
Chi è Gabriele Esposito

Gabriele Esposito – classe 1983, dottore di ricerca in economia, con una lunga esperienza lavorativa in diversi Paesi europei – ha un’incredibile capacità nel tendere l’arco della narrazione fino allo spasimo, mantenendo tuttavia un ritmo piano, corsivo, talvolta incidentale. Un po’ Simenon, un po’ Hitchcock, con buone dosi di crudo realismo alla Quentin Tarantino. Non è certo lettura senza asprezze, ma a tratti rivela minime tracce di autocoscienza: il desiderio s’intravvede venato di nostalgia, i ricordi emergono, sia pur distorti dall’imperiosa necessità di denaro. Denaro facile, elargito agli ausiliari con sussidi statali, purché non vedano se non ciò che viene mostrato loro: la buccia del mondo, la superficie, le boutique Loro Piana o Louis Vuitton. E gli ausiliari, i coadiuvanti – sembra suggerirci l’autore, tanto diretto da mostrarsi brutale – in questo quadro siamo tutti noi, lo si voglia o no.
Gabriele Esposito e un richiamo a Catilina

La vicenda della congiura, che assomiglia molto a quella di Catilina (sia pur proiettata in un distopico futuro, se non addirittura in un presente parallelo) non va svelata, per non togliere la suspence ai lettori. Tuttavia, ciò che progressivamente emerge, nel corso della narrazione, ha un profondo valore speculativo: esiste un mondo di paria, di sfruttati, dove l’intelligenza artificiale non può giungere; esistono dissonanze profondissime e baratri, tra chi appare e chi viene usato, martirizzato, svilito.
L’autore

In questo, Esposito non fa sconti: usando una tecnica di continui focus incrociati (metodo che richiede una costante agilità mentale da parte dei lettori), riesce comunque a fornire una visione grandangolare. Poi, può succedere di tutto: suicidi fisici o ideali, tradimenti, vittime sacrificali senza più alcuna cura. Intanto, Betelgeuse tramonta, e il fratello di Gonzalo, Paco, protagonista silenzioso dell’intero romanzo, s’impicca dopo aver ultimato il suo gioco virtuale. Giusto in tempo per gli ultimi bagliori dell’astro.
Con la speranza, nostra però (l’autore non sarebbe così sentimentale), che con la stella esplosa si frantumi e svanisca anche l’incubo.