«“Sindrome di Gaza” è un’espressione coniata dalla giornalista israeliana Amira Hass nel 2009. La giornalista, mentre si aggira in visita nei musei di New York si rende conto che tutti i suoi pensieri la riportano lì, a Gaza, a migliaia di chilometri di distanza, in quel luogo che è paradigma dell’ingiustizia del mondo. La pena per le sofferenze di Gaza diviene il centro del suo universo. Penso che in questi mesi siamo in molti a patire la sindrome di Gaza». Così Maria Grazia Gagliardi, in un’intervista (https://www.arabook.it/2025/04/22/la-sindrome-di-gaza-intervista-all-autrice/) spiega il titolo del suo nuovo romanzo, La sindrome di Gaza, appunto, pubblicato da Astarte Edizioni nell’aprile di quest’anno, nella collana “Navicelli”.
La sindrome di Gaza e i suoi protagonisti

Una storia complessa nella quale si muovo due protagonisti, Amelio e Elena, che lavorano per un’organizzazione che si occupa di indagini statistiche: sondaggi, inchieste, «valutazioni , soprattutto nei paesi del Terzo Mondo per i quali mancano dati ufficiali» (p. 31). Entrambi hanno in comune un’altra cosa, molto particolare: digrignano i denti, nel sonno, soffrono di bruxismo.
Amelio nasconde dentro di sé il dolore per la morte della madre, scomparsa quando era bambino, e vive con apparente cinismo un’esistenza scandita dai numeri. Ha cominciato a contare proprio allora, vedendo alla televisione le immagini devastanti che giungevano dalla Palestina: quante donne uccise, quanti bambini? Per la madre non era riuscito a piangere, «cominciò a singhiozzare davanti al televisore» (p. 20).
«I numeri parlano: tanti nati tanti morti, tante donne tanti uomini, tanti malati tanti sani. I numeri descrivono il mondo, non ammettono disquisizioni, per questa ragione si era laureato in statistica» (p. 32).
La sindrome di Gaza e le ripercussioni psicologiche

E nell’esigenza di anestetizzarsi, riduce anche il suo rapporto con le donne, gestito con una cinica e per certi versi dissoluta routine, a una tabella statistica in cui vengono esse catalogate registrando le caratteristiche fisiche, caratteriali, come l’intensità di frequentazione, addirittura il punteggio di gradimento. Questo al fine di capire le sue preferenze in fatto di donne, le dinamiche delle sue relazioni amorose, i motivi della fine del rapporto, nella convinzione che questo avrebbe portato a riconoscere la compagna giusta.
L’incontro con Elena, una donna passionale e determinata, cambierà tutto.
L’operazione Piombo Fuso

Il procedere della loro relazione si intreccia fortemente con i giorni dell’operazione “Piombo fuso”, condotta da Israele contro Gaza, dal 27 dicembre 2008 al 19 gennaio 2009 e il lettore non può fare a meno di pensare a quanto, di più atroce, sta avvenendo in questi giorni in Palestina, rendendo tutto molto attuale.
Quei giorni vengono scanditi all’inizio di ogni capitolo (pp. 53-65, 78-164) con frasi lapidarie che sembrano titoli di giornale, in un crescendo sempre più atroce di dati e tragici eventi, che vengono accostati, nel libro (66-76), agli altrettanto atroci attacchi a Sabra e Shatila (1982-1992), conclusi con gli Accordi di Oslo (13 settembre 1993), un’intesa che aveva acceso speranze di pace e invece «valeva meno di niente» (p. 77).
La domanda di Elena «Perché nessuno li ferma?» (p. 98) è la stessa che molti si stanno facendo oggi, assistendo al massacro perpetrato sul popolo palestinese, nella consapevolezza che si debba fare qualcosa, non si possa stare zitti (p. 106).
La bravura di Maria Grazia Gagliardi nella Sindrome di Gaza

Maria Grazia Gagliardi riesce a gestire la storia d’amore e passione di due giovani intrecciandola con lo smarrimento e il dolore che provocano loro tutta la violenza a cui assistono, uniti anche alla frustrazione dell’impotenza di fronte alla morte e alla distruzione. E sono gli stessi sentimenti che ci attraversano, oggi, di fronte al lucido sterminio della popolazione inerme.
Non possiamo certo dimenticare l’eccidio del 7 ottobre 2023 e gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, ma questo non può giustificare l’accanimento di Israele che sta affamando e deportando un popolo, sterminando vecchi, donne e bambini, bombardando ospedali, abitazioni civili, distruggendo di fatto un intero territorio.
Nell’intervista sopracitata, a questo proposito, Gagliardi afferma: «Avrei potuto adattare la prima stesura del romanzo agli eventi attuali, ma ci ho riflettuto e ho ritenuto che invece fosse necessario parlare dei precedenti attacchi, per dimostrare che non è iniziato tutto il 7 ottobre 2023. Da quando Israele si è ritirato da Gaza, nel 2006, la Striscia è stata bombardata praticamente ogni anno con più o meno intensità. Nel 2012, nel 2014, nel maggio 2021 e nel 2023. Oltre all’assedio continuo e sempre più opprimente. Se siamo arrivarti al genocidio è perché Israele è rimasto impunito, ogni volta impunito.»
L’autrice

Maria Grazia Gagliardi vive e lavora a Venezia, dove è nata. Viaggiatrice, camminatrice, appassionata di letteratura, storia e arte, è impegnata in attività politiche e culturali nella sua città. Da dieci anni anima e organizza la rassegna di cinematografia palestinese “Cinema senza diritti” di cui è co-fondatrice. Nel 2023 ha pubblicato il romanzo Ubiquità (Edizioni Supernova).
Bellissima recensione Annalisa. Hai toccato i punti nodali della narrazione. Un libro che ho letto e ho trovato molto convincente sia per lo stile della prosa che per i contenuti.
Grazie!
Ringrazio Annalisa Bruni e enordest.it per la pubblicazione della recensione del mio romanzo.
Annalisa ha centrato appieno il tema della narrazione: di fronte all’ingiustizia e al dolore del mondo l’indifferenza non è la soluzione, questo atteggiamento ci porta all’autodistruzione. Possiamo, invece, scegliere di reagire.
Buona lettura!
Grazie a te per aver trattato un tema tanto urgente.