Peccato, sembrava quasi fatta. E si poteva davvero sperare. Si poteva almeno arrivare ai supplementari per come erano andate le cose nei 90’. Il Manchester City ha vinto con un gol, non ha dominato, spesso ha subito l’Inter che ha avuto, in fondo, le occasioni migliori sbagliate più per sfortuna che per imprecisione. Una gara combattuta fino all’ultimo secondo. Una distrazione in difesa, quella che ha favorito il gol di Rodri, un rigore in movimento e di precisione. Per il resto un’Inter generosa, capace di creare, sempre all’altezza dell’avversario, mai sottomessa. Forse è mancata un po’ di convinzione. Peccato anche perchè su tre squadre italiane in finale, nessuna è riuscita a portare la coppa a casa.
Peccato troppi errori
L’Inter è stata condannata dai propri errori: uno difensivo che ha causato il gol, quelli in attacco che hanno impedito quantomeno il pareggio che avrebbe portato ai tempi supplementari. Una finale, comunque, bella tra due squadre con personalità. Un’occasione che entrambe le squadre inseguivano: il City per conquistare una Coppa sempre sfuggita come una maledizione; l’Inter per tornare 13 anni dopo sul tetto d’Europa. Una cornice eccezionale, sia in Turchia, sia al Meazza dove oltre 50 mila tifosi hanno seguito la partita sui maxischermi. Inizio alle 9 precise.
Peccato a Instambul
La Rai incredibilmente non c’è e riempie l’ora dell’attesa con un Blob che è fatto di nostalgia e anche di rabbia per non esserci. Ripropone il giorno di fine maggio all’Olimpico per Roma-Liverpool che, come si sa, finì agli inglesi ai rigori. Non porta bene, a essere scaramantici; ma si vede benissimo che allora la Rai era per il calcio un’altra cosa, e non solo perché in tribuna c’era il Presidente Pertini. Ma basta per far capire come sia il calcio oggi in tv e come nella stagion e delle Champions e delle altre Coppe la Rai sia stata assente perdendo milioni di telespettatori e milioni di entrate pubblicitarie.
La partita di Istanbul, preceduta dal solito spettacolo musico-canoro, è subito partita vera
Ma si vede, sempre subito, che l’Inter non è il Madrid battuto dal Manchester City perfino con facilità e quasi con irrisione. L’Inter è all’altezza della situazione, gioca alla pari, concede pochissimo: un tiro di Holland che Onana para senza scomporsi. Dopo mezzora equilibrata nella quale gli inglesi non riescono nemmeno a imporre la loro supremazia nel possesso palla, la squadra di Guardiola perde il perno del centrocampo De Bruyne per problemi muscolari. Il belga esce e al suo posto entra Foden, altro talento dotato anche di un tiro da fermo di precisione. Bene l’Inter in copertura, bene nello sganciare Dumfries e soprattutto un Di Marco in forma. Bene Acerbi contro il colosso al centro dell’attacco inglese.
Peccato per l’Inter; non ha demeritato
Il primo tempo finisce con due squadre che si misurano attente a non scoprirsi. Si riprende senza cambi. L’arbitro lascia giocare, qualcuno ne profitta, forse qualche fallo merita il giallo. Il primo cartellino al 58’, tocca a Barella. Dzeko resta a terra e chiede il cambio, è il momento di Lukaku. L’Inter ha subito una grande occasione (60’) ma Lautaro spreca calciando sul portiere con Brozic tutto solo in mezzo all’area.
La cronaca
Il Manchester prova a distendersi e ad accelerare, Bastoni salva l’Inter con una grande giocata davanti al suo portiere. Ma due minuti dopo, profittando di una distrazione difensiva, il Manchester passa con Rodri, un rigore in movimento che non lascia scampo a Onana. Passa un minuto e l’Inter potrebbe pareggiare: Di Marco di testa colpisce la traversa a portiere ormai superato e sul rimpallo non ha fortuna.
Peccato per l’Inter, ma Onana ripara a tutto e il portiere di Pep salva alla fine
Il Manchester potrebbe raddoppiare, Foden arriva solo, Onana salva tutto. Poi solo Inter che potrebbe pareggiare e ha le occasioni più nette rispetto al City. All’89 l’occasione maggiore, cross in area, Lukaku di testa, ma il portiere inglese tocca quando sembra ormai fatta. Ultimi minuti di recupero, al 92’ gran tiro dal limite di Barella, di poco fuori. L’ultima uscita di Ederson spegne ogni illusione.
Le statistiche
L’Inter ha giocato la sua sesta finale di Champion’s League dopo aver conquistato tre titoli. La Champions che ha preso questo nome nel 1993 è nata come Coppa dei Campioni nel campionato 1955-1956 e fu subito del Real Madrid di Di Stefano-Puskas-Gento che si riconfermò l’anno successivo battendo in finale la Fiorentina fresca campione d’Italia. Nella storia di quella che è stata chiamata anche la Coppa dalle Grandi Orecchie le squadre spagnole e italiane sono quelle che hanno disputato più finali: 19 titoli alle spagnole su 30 finali disputate; 12 titoli alle italiane su 28 finali.
L’Inter poteva fare un passo in più
Queste le squadre che hanno conquistato più titoli: primato al Real Madrid con 14 titoli su 17 finali; 7 al Milan (11 finali); Liverpool 6 (10); Bayern Monaco 6; Barcellona 5; Ajax 4; Inter 3; Manchester United 3; con 2 coppe Juventus (su 9 finali), Benfica, Porto, Chelsea, Nottingham Forest. La prima squadra italiana a conquistare la Coppa è stata il Milan nel 1963 a Wembley battendo il Benfica di Eusebio con una doppietta di Altafini. Il Milan si è ripetuto nel 1969, nel 1989, 1990,1994, 2003 e 2007.
Due anni di fila poi è arrivato Mourinho
Poi è toccato all’Inter che ha vinto per due anni di seguito: nel 1964 e nel 1965, nella prima ha sconfitto il Real Madrid a Vienna, nella seconda il Benfica a San Siro. Allenatore il Mago Helenio Herrera, presidente Angelo Moratti. Una stagione d’oro aperta nel 1960 e chiusa nel 1968 con 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Una squadra che nell’album delle figurine si leggeva come una filastrocca: Sarti, Burgnich, Facchetti…. L’Inter ha completato il tris di Coppa nel 2010 col “triplete” di Mourinho che nello stesso anno ha vinto campionato, coppa Italia e Coppa dei campioni. Presidente Angelo Moratti, figlio di Massimo, salito ai vertici della società nerazzurra a distanza di 27 anni dall’uscita del padre. La terza squadra italiana è la Juventus: titoli nel 1985 e nel 1996, ma ben 9 finali disputate.
Peccato dopo 13 anni di attesa
L’Inter di Simone Inzaghi che a Istanbul si è confrontata col Manchester City di Guardiola affrontando una finale di Champions dopo 13 anni, in questa stagione ha appena vinto la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. L’Inter, fondata a Milano nel 1908, ha vinto finora 19 scudetti: il primo nel 1909, l’ultimo nel 2021. E’ la sola società della serie A a non essere mai stata retrocessa in serie B. Vanta oltre alle 3 Coppe dei Campioni, anche 3 Coppe Uefa, 2 Intercontinentali, 1 Coppa del mondo club, 9 Coppe Italia e 7 Supercoppe Italia.