Carnevale a Venezia degli Anni Venti del XXI secolo, primo anno del post-Covid. A Venezia città dove le date sono importanti, sta per iniziare la festa del travestimento e della trasgressione. Il carnevale “moderno” è esploso nel 1980, quando il sindaco socialista Mario Rigo, organizzò la grande festa in Piazza per impedire il lancio di farine e la sporcizia tra le calli. Il Carnevale prima era solo quello di Burano. Secondo il pensiero degli storici coincide con la decadenza della città. Nel ‘700 bautte, maschere e arlecchini furono sinonimo di una società alla fine dei suoi giorni. Il tramonto di una repubblica millenaria.
Oggi, arrivati a ragionare sul numero 49.999, che non è cabalistico, ci concentriamo sul Carnevale a Venezia 2023 che sta per iniziare

I cronisti dicono che non si farà il tradizionale volo della Colombina a San Marco, ma a Mestre per via dei lavori in corso. Un altro segno del destino.
Secondo l’artista Giorgio Spiller, asiaghese, diventato famoso per i suoi travestimenti da organo femminile, maschile, culi e tette, cacca molla e cacca dura, ovvero trasgressione pura, il vero carnevale moderno, iniziato 43 anni fa, è durato per circa cinque edizioni. Poi la città “puttana”, come dice lui, lo ha ridotto a turismo triste, con maschere banali, la vendita mondiale di bautte cinesi. I veneziani non più protagonisti, ma comparse passive e tante botteghe di costumi e maschere di plastica. Per la gioia dei commercianti e il prolungamento della stagione turistica che oggi, appunto, inizia a febbraio.
Negli archivi dei giornali locali sono andato a vedermi il processo del 1982

Atti contrari alla pubblica decenza (art.726 del codice Rocco, 1930, successivamente depenalizzato con sentenza della Corte costituzionale nel 2016, ndr). L’artista Giorgio Spiller venne bloccato in Piazza da due solerti vigili urbani e portato in sezione. Sequestro del costume, multa per una cifra equivalente a 20 mila euro e processo in Pretura. La sentenza del giudice che lo assolse per “insussistenza di reato” è da manuale per la libertà d’artista e viene studiata in tutte le università di giurisprudenza. Vale la pena di essere riletta integralmente.
“La maschera di costui indossata, era propriamente un costume, cioè una interpretazione più che una riproduzione dell’organo genitale maschile, attuata con sistemi oltremodo suggestivi, talché (questa congiunzione accentata, mi fa impazzire..ndr) il risultato appare, in forza della gigantizzazione del glande, della stilizzazione del frenulo, ottenuto con il prolungamento del naso di una bautta, della identificazione dei testicoli negli sbuffi dei pantaloni all’altezza delle ginocchia, del tutto apprezzabile sotto l’aspetto estetico, ne è derivato, infatti, un esilarante e gioioso simulacro fallico di indubbio effetto scenico”.
Carnevale a Venezia con critiche già dagli anni ’30

Assolto per insussistenza di reato.
Grande il giudice. Giorgio Spiller si difese dicendo che la sua maschera era circa alta 2 metri, mentre il fallo vero è almeno dieci volte più piccolo. Per cui una caricatura. Il pretore del 1982, Piero Pisani, ironia della sorte, era di antica nobiltà veneziana. Il suo antenato, Alvise, fu un grande sostenitore di Giacomo Casanova.
Storia del Carnevale a Venezia

Tornando al Carnevale, uno storico francese, Gilles Bertrand, docente a Grenoble, ha recentemente pubblicato un libro per la Cierre Edizioni “Storia del carnevale di Venezia – dall’XI secolo ai nostri giorni”. Interessante il ‘900. Tollerato dal fascismo, portato avanti dalle parrocchie. Fondamentale la data del 1951, quando il proprietario di Palazzo Labia, il miliardario messicano-francese Charles de Besteguy propose tra gli affreschi del Tiepolo, le Gran Bal Oriental, ovvero la festa del secolo. Con centinaia di personaggi famosi, tra cui Orson Welles, Maria Crespi proprietaria del Corriere, Pierre Cardin. Tutti i gondolieri veneziani (circa 600) vennero assunti e messi in maschera del ‘700 per portare gli ospiti. Il clamore fu grande, ma i personaggi famosi commisero un errore. Per imitare la tradizione dei nobili Labia (Labia o non l’abia, sempre Labia, questo il motto) lanciarono dalla finestra argenti e banconote per il popolo affamato del dopoguerra. Apriti cielo! Il sindaco comunista Giobatta Gianquinto, scandalizzato, rispose con un foglio di via per il miliardario che poco tempo dopo vendette il palazzo. Ma la festa del secolo con le sontuose maschere rimase nella memoria.
Bertrand

Lo storico Bertrand, per riscoprire il Carnevale di Venezia parte addirittura dal 1094 quando il doge Falier voleva festeggiare l’arrivo del corpo di San Marco. Poi ricorda le feste dopo la guerra di Chioggia (1378) che sostituirono la festa delle Marie, poi trasformata dal popolino in una festa di “poche di buono”.
Le maschere sono una invenzione della Venezia libertina. Di sicuro le origini della festa con la fine dell’inverno e prima della Quaresima, ha tradizioni preistoriche. Gilles Bertrand ricorda addirittura in epoca mesopotamica, a Babilonia, le feste Saccee, dove per una settimana tutti i ruoli sociali venivano ribaltati. Lo schiavo faceva il padrone, e il ricco si vestiva da povero. Nell’antica Roma i Saturnali, o Lupercalia, c’era il travestimento e il cambio dei ruoli sociali e veniva ricordato alla fine dell’inverno.
Torniamo a oggi

Arrabbiati a Viareggio, delusi a Fano, perché sostengono che il carnevale lo abbiano inventato loro, non ci resta che vedere Piazza San Marco, dopo tre anni, strapiena di gente.