Si avvicina il ritorno a scuola, nel periodo di maggiore incertezza di cui si abbia memoria, con tante domande sul presente e incognite riguardo al futuro. Ci faranno entrare? come saranno organizzate le aule? potremo stare tutti insieme? Se qualcuno avesse dei sintomi, cosa dovrà fare? E cosa dovrà fare tutta la classe? Come si comporteranno gli insegnanti? Ci sarà un nuovo lockdown? Queste e altre sono le domande che bambini e ragazzi si stanno ponendo in questi giorni.
Il ritorno e l’ansia

Il ritorno a scuola si prefigura come un momento di ansia per la percezione di pericolo di contagio, per l’incertezza riguardo a come sarà l’organizzazione scolastica quest’anno (e i prossimi), per il tempo intercorso dall’ultima volta che le scuole sono state aperte.
Le conseguenze per gli studenti
L’ansia è una condizione diffusa nei giovani in condizioni normali, ed è fisiologico che una condizione di pandemia alzi il livello di base dell’ansia e dello stress ad essa associato, così come i dati mostrano succedere in tutta la popolazione.
L’ansia da ritorno

L’ansia, che i giovani spesso tendono a interiorizzare o a negare, può portare a situazioni di disagio che comportano effetti quali irritabilità, solitudine, comportamenti sociali sregolati, difficoltà nel concentrarsi. Inoltre, un effetto non sempre evidente nei primi stadi è la modifica dei comportamenti, o strain comportamentale: fumare, bere, perdere il controllo di comportamenti d’uso della tecnologia o sessuali.
E queste sono esclusivamente le conseguenze legate alla salute psicologica e sociale degli studenti che rientrano a scuola. A queste va aggiunta la difficoltà nel concentrarsi, che può impattare sull’apprendimento e sul rendimento scolastico.
Infine, bisogna ricordare che la ricerca conferma che stati di disagio psicologico e sociale giovanile hanno conseguenze molto forti sulla salute fisica, come ad esempio problematiche cardiovascolari e gastrointestinali, in età avanzata. Questo comporterà ulteriori costi individuali ma anche a tutta la società in termini di spesa sanitaria.
L’ansia dei genitori
Alla complessità delle situazioni, si aggiunge l’ansia dei genitori. Negli ultimi giorni si sono viste scene che hanno dimostrato quanto il livello di preoccupazione dei genitori sia elevato, anche al bordo dell’irrazionalità.
Quest’ansia, però, non rimane confinata alla sfera genitoriale: l’impatto sui figli ha un effetto moltiplicatore sulle incertezze e sui dubbi dei ragazzi.
Non va nemmeno sottovalutato l’impatto che la preoccupazione poco controllata dei genitori ha sulla popolazione e sulla politica: tra iniziative sul territorio e presenza mediatica e social la loro presenza è pervasiva e si fa sentire.
Cosa fare
La maggiore responsabilità di tutela del benessere psicologico e sociale degli studenti e della popolazione, in questo momento, è delle istituzioni. Dare certezze (nella misura in cui ciò è possibile) comunicare chiaramente norme e procedure, fornire gli strumenti appropriati sono compiti che spettano a Governo, Ministero e istituzioni scolastiche. La chiarezza e l’autorevolezza sono la base su cui devono fondarsi le nuove certezze della popolazione, anche degli studenti. Inoltre deve assolutamente essere portato avanti il progetto di potenziamento della psicologia scolastica: non per patologizzare una condizione di ansia fisiologica ma per dare strumenti per combatterla a studenti, docenti e famiglie.
Ma non si può esclusivamente delegare la salute psicologica e sociale a terzi. È fondamentale che gli studenti ricordino che il periodo è in evoluzione: non saremo sempre in pandemia e bisogna riprendere a vivere.
Ritorno e rapporti umani

I rapporti umani, non mediati da internet sono una chiave per stare bene. Non darli per scontati, goderne ogni momento anche nelle difficoltà. Se può esserci un aspetto positivo di questo periodo è la riscoperta dell’importanza del contatto umano, che abbiamo dovuto ridurre.
Se la famiglia è in ansia, è normale. Ricordarsi che la vita è propria e non dei genitori è un passo verso l’autonomia di pensiero e di vita. Anche l’ansia degli altri può essere gestita.
L’aiuto per il ritorno
Infine è fondamentale che tutti ricordino che è sempre possibile avere aiuto professionale dagli psicologi operanti sul territorio, sia nel settore pubblico che privato. Un professionista psicologo non eroga necessariamente “terapia” laddove non vi siano le condizioni, può anche dare un supporto o strumenti per gestire l’ansia, la preoccupazione e la difficoltà di un momento particolare.

Anche questo momento passerà, e come tutte le crisi è fondamentale che lasci un segno nella crescita degli individui e della società. Per cui buon rientro a scuola e buon ritrovo nelle aule che, per generazioni, sono state il fulcro della socialità dei giovani e il trampolino per tuffarsi nell’età adulta.