Arriva dicembre, mese della natività: a celebrarlo, gli amatissimi concerti di Natale. I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella aprono i festeggiamenti natalizi nel segno della grande musica con un doppio straordinario appuntamento su Rovigo e Padova.
Protagonista, oltre all’orchestra da camera tra le più longeve al mondo che proprio nel 2024 ha festeggiato il suo 65esimo compleanno, anche il grandioso e suggestivo Coro del Teatro La Fenice di Venezia. Con il Coro, preparato dal Maestro Alfonso Caiani, si esibiranno inoltre Aida Pascu, soprano, e Daniela Pini, mezzosoprano in un repertorio che vuole aprire i festeggiamenti dedicati al Natale.
Giuliano Carella e i Solisti Veneti
“Il Maestro Scimone ha diretto numerose opere e concerti con l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice di Venezia, per tutto l’arco della sua carriera, e io sono stato sul podio di questa importantissima istituzione nel 2005 dirigendo La finta semplice di Mozart. Il palco del teatro veneziano – racconta Giuliano Carella – ha visto inoltre la consacrazione di Claudio Scimone e de I Solisti Veneti nel 2008 con la consegna dell’importantissimo premio Una vita nella musica dell’Associazione Rubinstein, del Leone d’oro della Regione del Veneto e delle Chiavi della Città da parte dell’allora Sindaco di Venezia Massimo Cacciari. I due Enti hanno già collaborato per il Concerto di Natale del 2023.
Questo, per me e per i nostri fantastici musicisti, è motivo di immenso orgoglio e testimonia il fatto che, dalla perdita immensa del nostro amato Claudio, abbiamo in questi cinque anni percorso una strada ricca di concerti e partecipazioni a stagioni e festival internazionali che hanno tenuto alto il nome dell’Orchestra in Italia e all’estero. I nostri ringraziamenti vanno necessariamente anche alla Fondazione Cariparo che, grazie al suo prezioso contributo, ha reso possibile, questi due eventi musicali in occasione del Santo Natale”.
Il programma
Il programma dei due concerti inizia con “Water music” Suite n.2 in re maggiore HWV 349. La Musica sull’acqua è una serie di tre suite orchestrali composte da Georg Friedrich Händel. La prima integrale si tenne il 17 luglio 1717 in seguito alla richiesta del reGiorgio I, che aveva chiesto un’esecuzione mentre la sua chiatta navigava sul fiume Tamigi. Si dice che Giorgio I apprezzò tanto la musica che ordinò ai musicisti, sebbene fossero esausti, che ne ripetessero l’esecuzione tre volte. La leggenda dice che Händel compose la Musica sull’acqua per riguadagnarsi il favore di re Giorgio I. Händel era stato preso a servizio dal Re quando era ancora in Germania, e il compositore era probabilmente nel rischio di perdere il favore del re per il fatto che si trasferiva a Londra.
Il concerto prosegue quindi con Vivaldi,“Armatae face et anguibus” dall’Oratorio “Judithatriumphans” per mezzosoprano, archi e basso continuo. Secondo il racconto biblico la vicenda si svolge nei pressi della città palestinese di Betulia, nell’accampamento di Oloferne, generale del re assiro Nabucodonosor. Il finale della prima parte e alcuni episodi della seconda parte si svolgono in Betulia. Il re assiro Nabucodonosor ha inviato nella città di Betulia il proprio esercito, capeggiato da Oloferne, per costringere gli Ebrei a pagargli i tributi. La giovane e pia vedova Giuditta esce dalla città assediata in compagnia dell’ancella Abra per recarsi nel campo nemico e implorare la grazia. Vagaus, scudiero di Oloferne, incontra le due donne e le conduce al cospetto del generale assiro il quale, folgorato dalla bellezza di Giuditta, invita la donna a un banchetto.
I Solisti Veneti e Mozart
Si passa quindi all’esecuzione di Mozart“Laudamus te” dalla “Große Messe” in do minore KV 427 per soprano, orchestra e basso continuo. Lasciata in sospeso con i gesti titanici di una michelangiolesca “Pietà”: il carattere grandioso della Missa K 427 in do minore procede di pari passo con il suo ergersi non compiuta. Monumentale nell’invenzione contrappuntistica, stupendamente barocca, corale e severa, appare tuttavia insieme squarciata da Arie di conturbante sensualità e virtuosismo. Mozart non la terminò. Pur considerandola tra le partiture più care.
Rimase anomala, nel ricco catalogo delle Messe, per la gioia dei musicologi che da subito la vollero completare, fornendone una serie di diverse edizioni a stampa. Mozart la scrive tra i ventisei e i ventisette anni, a Vienna.
Pascu e Pini
È ora la volta dell’immancabile “Ave Maria” sull’Intermezzo della “Cavalleria rusticana”
per soprano e orchestra scritta da Mascagni. Notoriamente derivata da un Passo del Vangelo di S. Luca e composta della salutazione dell’Angelo, della profezia di Elisabetta e di un’invocazione finale, l’Ave Maria ha attraversato i tempi e i luoghi della civiltà cristiana, gli usi liturgici, gli stili musicali, i costumi della fede, i mutamenti della lingua, i comportamenti dei musicisti e dei celebranti, dei poeti e dei cantori, infine dei mille e mille uomini attenti a pregare e cantare nelle chiese e nelle case o ad ascoltare nelle sale da concerto e nei salotti musicali.
Con Pietro Mascagni, invece, la preghiera diventa una parafrasi dell’Ave Maria, su versi di D.Capellina. Il richiesto Larghetto (in La bem. magg.) figura come cantabile sulle prime parole, ma presto ripiega sopra una sorta di recitazione intonata, provvista anche di suoni ribattuti, e più tardi, sull’invito “Prega per noi” reso sul verbo con un ampio arpeggio discendente dal Sol acuto (in “Fortissimo”), il canto assume l’aspetto di un arioso plastico, solenne e ardito allo stesso tempo, pronto a scendere nel registro grave richiesto “marcatissimo”.
Chiusura trionfale con “Gloria” in re maggiore RV 589 di Vivaldi. Il Gloria RV 589 è senz’altro una delle pagine più avvincenti e conosciute del musicista veneziano. L’opera si apre con una incalzante e trionfale introduzione orchestrale; su questo deciso andamento si innesta la maestosa entrata del coro, Gloria in excelsis, che si amalgama e si alterna con l’orchestra secondo i tipici dettami dello stile sacro concertato.
I concerti, a ingresso libero ma con prenotazione obbligatoria, si terranno il 17 dicembre alle ore 21.00 alla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, Adria, Rovigo; e il 18 dicembre alle 21.15 nella Chiesa di Santa Sofia a Padova.
Ottima comunicazione ed informazioni esaustiva.