Ad Arquà Petrarca, uno dei più belli borghi d’Italia, è sorto il primo “home-restaurant” del territorio. La felice intuizione è nata da Monica Piazza e Ampelio Bianco nel 2020, aperto nel mese di agosto, in pieno periodo covid. La coppia ha fatto della loro pregevole abitazione situata ad Arquà Alta, con una vista panoramica mozzafiato, un elegante e raffinato “home-restaurant” con possibilità di alloggio.
Monica, “home-restaurant”, significa un ristorante in casa propria?

Esattamente! E’ una nuova formula anche di turismo esperienziale. Metti a disposizione la tua casa e la adibisci a ristorante, ovviamente seguendo le normative e le regole di legge. E’ come andare a mangiare dalla zia. Infatti molti mi chiamano Zia Monica. Si prenota e io preparo. Questa è una abitazione che io e Ampelio mettiamo a disposizione dei nostri clienti, che preferiamo chiamarli ospiti. Si inizia a chiacchierare come in famiglia, gli ospiti si sentono a loro agio, e io preparo il menu concordato.
Monica, ci racconta di lei?
Per correttezza mi chiamo Giovanna Monica, ma sono conosciuta da tutti come Monica. Ho 55 anni, sono nata e ho vissuto per parecchi anni a Torino, ma i miei genitori (mamma Renza e papà Vincenzo) sono di origini venete, esattamente di Badia Polesine. Come molti altri anche i miei genitori emigrarono nel nord ovest negli anni ’50, dopo le disastrose alluvioni nel Polesine e la mancanza di lavoro che perversava in quelle zone. Mio nonno paterno Antonio era siciliano di Agrigento, mia nonna Irma mi insegnò molte ricette di cucina e mia mamma pure.
Monica, quindi iniziò a darsi alla ristorazione?

No. Frequentai ragioneria sempre a Torino dove trascorsi parecchi anni. Finita la scuola lavorai nell’azienda di prodotti odontotecnici, creata dai mio padre e da mio zio Vincenzo nel 1965. Ora l’azienda (si chiama Ruthinium) è leader mondiale e mio padre e mio zio vollero trasferirla a Badia Polesine: un grande gesto di “ritorno alle origini”. Ma io sono sempre stata curiosa e non mi piaceva stare dietro a una scrivania. Fu cosi’ che mi diedi alla grafica pubblicitaria di primarie aziende, gestivo un centro fitness, seguivo marketing e risorse umane. Ma coltivavo la passione per la cucina, imparata anche da una vicina di casa proveniente dalla Basilicata. Mia mamma e mio papà vennero a mancare, tornai con mia sorella e mio cognato a Badia Polesine.
E qui ha conosciuto Ampelio Bianco

Sono arrivata nel Veneto nel 2007. Dopo due anni ho conosciuto Ampelio a una festa a Pozzonovo, era il primo maggio 2009. Ho saputo più avanti che Ampelio mi aveva già “adocchiato” e aveva organizzato quella festa con la complicità dei suoi amici… Ci mettemmo insieme e ammiravo la capacità di Ampelio, insieme abbiamo realizzato la meravigliosa casa sopra Arqua’ Petrarca da cui si vede un bellissimo panorama. Ho sempre amato la natura e gli animali, adoro il silenzio. Ho lasciato la caoticità del lavoro che facevo e sono ripagata di questo bellissimo paesaggio collinare.
Lei, Ampelio, cosa ci dice di Monica?

Siamo in perfetta sintonia, l’uno con l’altra. Io vengo dal mondo dell’agricoltura, sono stato dirigente di Coldiretti e ho per anni seguito l’olivicoltura con passione promuovendo il nostro olio extra vergine di oliva. Mio nonno Ampelio era il fattore dei baroni Trèves di Padova (quelli che hanno donato i giardini al Comune). Mio papà Giuseppe mi ha insegnato molte cose, soprattutto al rispetto della natura. Ora con Monica stiamo portando avanti dei progetti nazionali coinvolgendo Enti e Università sul valore nutraceutico dell’olio extra vergine di oliva. Abbiamo una distesa di olivi da noi stessi curati, un un mix di 8 varietà di olive: rasara, frantoio, leccino, grignano, pendolino, leccio del Corno, favarol, moraiolo.
Monica, ma come funziona l’home- restaurant?

Basta telefonare e prenotare. Volendo la struttura, che è una locazione turistica, può far pernottare i clienti.
Chi vuole può degustare un tagliere delle tipicità, oppure uno stufato di cinghiale con peperoncino e cioccolata per finire con un dolce al mandarino. I costi sono normali, dai 35-40 euro più bevande. Il nome del nostro home-restaurant è Olivobianco, semplice mia intuizione. Ampelio ha per cognome Bianco, è super esperto di olivo… Abbiamo collegato l’olivo con il bianco: ecco Olivobianco!
Per i lettori di www.enordest.it Monica propone gli scialatielli ubriachi con crema di gorgonzola e noci: una ricetta che lei ha imparato dalla vicina di casa della Lucania, aggiungendo il vino dei Colli Euganei (ecco perché “ubriachi”) che desta sempre successo.
Scialatielli ubriachi con crema di gorgonzola e noci

Ingredienti (per 4 persone) Per gli scialatielli: 250g di farina00, 250g di semola macinata a pietra, 20g di pecorino grattugiato, 20g di grana padano grattugiato, 15g di olio evo, 5g di sale, 1 uovo, 220g di vino rosso (consigliato Cabernet Sauvignon), una spruzzata di pepe nero.
Per la crema: 250g di Gorgonzola Dop, 15g di burro, 10g di farina 00, 100ml di latte intero.
Per gli scialatielli. In un ripiano mescoliamo le due farine e facciamo un piccolo cumulo aprendo uno spazio in centro. Mettiamo il tuorlo e l’albume d’uovo, il vino rosso. Lavoriamo con le mani impastando bene, con forza e per almeno 10 minuti, facciamo poi un panetto che lo avvolgiamo in una pellicola lasciandolo riposare per un’ora.
Procediamo poi a tagliare il panetto in 3 parti e iniziamo a tirare la sfoglia con un mattarello. Tagliamo la classica tagliatella di circa mezzo centimetro e la poniamo in un plateau cospargendo un po’ di farina di semola, lasciamo asciugare per un’ora.
Per la crema.
In un pentolino sciogliamo il burro , aggiungiamo la farina e poi spegniamo il fuoco. Aggiungiamo il latte poco alla volta per evitare di fare grumi. Tagliare a pezzetti il Gorgonzola e mescolare. Cuciniamo a fuoco lento, aggiungiamo un po’ di sale e pepe. Metter in una ciotola lo spicchio di aglio rosso, il prezzemolo tritato e mescoliamo pian piano . Scoliamo la pasta, e spadelliamo con la crema aggiungendo alla fine le noci e un po’ di prezzemolo.
Il vino in abbinamento
Il vino lo consiglia Ampelio che si fornisce da una cantina dei Colli Euganei. Lui punta sul vino sfuso, un ottimo Cabernet Sauvignon prodotto da uve baciate dal sole di un paesaggio meraviglioso.