Si chiama Lapio, una frazione del comune di Arcugnano che si trova a pochi chilometri da Vicenza, sopra il lago di Fimon. Il borgo è circondato dal corollario dei Colli Berici e qui si trova, immersa nel verde, la trattoria Zamboni. Il nome è tratto proprio dalla famiglia Zamboni che sin dalla metà dell’800 arrivò da Posina, e vi mise le radici, avviando l’Osteria ai Monti, così inizialmente chiamata.
Prima della famiglia Zamboni
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Prima l’edificio era una vecchia canonica, diventò poi un posto di ristoro diventando il fulcro di aggregazione del borgo. Nei borghi solitamente c’è la chiesa e la trattoria storica: un patrimonio da tenerne conto, perché crea socializzazione.
Ad accoglierci c’è Lucia, sempre della famiglia Zamboni: tutti sono impegnati nell’attività della trattoria. Lucia è quella che oggi definiamo la direttrice di sala e per ogni cliente ha il sorriso sempre pronto e naturale.
La storia di Lucia Zamboni
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Nata sotto il segno dell’ariete (23 marzo) nel 1969, Lucia discende da una famiglia numerosa con mamma Elena casalinga, papà Gaetano contadino e i suoi 5 fratelli: Teresa, Oreste, Lucia, Giuseppe e Giorgio. Aveva appena 6 anni quando i genitori, che abitavano nei pressi del lago di Fimon, la trasferirono nella casa degli zii Rita e Alfredo, a Lapio, quegli stessi zii che avevano preso le redini della trattoria nel 1969, nello stesso anno in cui era nata la piccola Lucia. Durante il periodo scolastico lei viveva con gli zii perché vicina alla scuola elementare, mentre il papà e la mamma accudivano al duro lavoro dei campi oltre a quello di seguire i numerosi fratelli di Lucia.
Fu qui che lei cominciò ad annusare l’ambiente facendolo diventare con il tempo quello che è diventato il suo lavoro.
Ha sempre voluto fare questa attività?
No, da piccola volevo fare la suora. Mi piaceva com’erano vestite le religiose…
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Ma era solo un pensiero fantasioso per Lucia che rimase nella trattoria sino a quando si é sposata con l’attuale marito Carlo Cogo andando ad abitare a Barbarano.
Attualmente Lucia è responsabile di sala, capace e insostituibile all’accoglienza. I suoi fratelli, uno alla volta, l’hanno raggiunta: Oreste è in sala e consiglia i vini, Giuseppe è il capo cuoco ed è addetto ai secondi, Giorgio e Teresa provvedono agli antipasti e ai dessert. Ma la famiglia Zamboni si allarga: Oreste si sposa con Susi Miazzo che raggiunge i fratelli Zamboni in cucina. Nascono i loro tre figli: Mirco di 18 anni che già dopo la scuola accompagna la mamma ai primi piatti; c’è poi Enrico di 17 anni e il piccolo Davide il di 7 anni.
Giuseppe, il primo cuoco della Zamboni
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Prima di Giuseppe la cucina era affidata al geniale Severino Trentin, purtroppo recentemente scomparso, che aveva ereditato il posto di chef da Giorgio. Oggi il testimone è passato a Giuseppe Zamboni che con Giorgio, Susy, Oreste e Lucia ha raccolto un’eredità fatta di splendide intuizioni, di rispetto per le materie prime e di gratitudine per questo generoso territorio.
Nonostante l’avvicendarsi delle persone e il trascorrere del tempo scandito dalle stagioni, da Zamboni tutto è rimasto semplice e a misura d’uomo, la splendida ospitalità che ha reso famosa questa Trattoria ne è tuttora il biglietto da visita.
Riconoscimenti e premi per la famiglia Zamboni
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La trattoria Zamboni ha ricevuto numerosi e ambiti riconoscimenti per l’attenzione nella lavorazione dei piatti con uso di prodotti e di materie prime eccellenti e per l’accoglienza. Qui sono passati anche importanti personaggi che hanno gustato le prelibatezza uscite dalla cucina. Persino il noto chef Gianfranco Vissani è passato ai tempi di Severino Trentin… Qualcuno ha tuttavia sottolineato, senza malizia, che è stato Vissani a comprendere qualcosa dai Zamboni… Lucia, Giuseppe e tutta la squadra della Trattoria Zamboni hanno ricevuto il Premio “Cucina Identità del Territorio” il 20 aprile 2023 da parte della rivista territoriale “Con i piedi per terra” diretta di Mauro Gambin e Giampaolo Venturato.
Per i lettori di www.enordest.it Giuseppe ha preparato la ricetta dei tortellini di “checheto” e spugnole. Il checheto è un polletto ruspante che caratterizza uno dei piatti famosi in casa Zamboni.
Tortellini di “checheto” e spugnole
Ingredienti: farina di grano tenero, uova, carne di polletto ruspante “checheto” pane, latte, olio evo, formaggio grana padano dop, spugnole, olio evo, sale.
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Preparazione. Ripieno del tortello. Prendiamo un “che cheto” puliamolo, laviamolo, cuciniamolo in forno per 2 ore cica a 150 gradi, con salvia, rosmarino, pepe, sale e olio evo. A cottura ultimata lasciamo raffreddare, togliamo la pelle, separiamo la polpa dalle ossa e sminuzziamo la carne con un coltello. Mettiamo a mollo 200 gr. di pane nel latte. Uniamo il pane ammollato con 200 gr. di formaggio grana e la carne sminuzzata.
Preparazione del tortello. Prepariamo la pasta con uovo e farina, stendiamola e tagliamola a piccoli quadrati. Inseriamo il ripieno, precedentemente indicato, all’interno e uniamo i lati per formare il tortello. Cuciniamo in acqua e sale per 4, 5 minuti. Spadelliamo con le spugnole, che abbiamo cotto in precedenza, con olio evo e impiattiamo.
Il vino in abbinamento
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Il vino abbinato proposto da Lucia e Oreste è della cantina Sauro Maule del territorio vicentino. Un Tai Rosso, vitigno tipico autoctono dei Colli Berici, capace di esprimere l’unicità del suolo calcareo di questo territorio. E’ un vino fine ed elegante, speziato, buona bevuta.