Ultimi giorni per visitare la mostra dal titolo “Ventidue” di Francesco Burla, presso la Galleria Accorsi Arte in Calle dei Forni a Venezia curata da Daniela Accorsi.
Chi è Burla


Burla, nato a Viterbo nel 1979, espone da anni nelle sedi più prestigiose in Italia (Roma, Torino, Venezia, Lecce, Grosseto ecc..) e all’estero a Innsbruck e Parigi grazie a espsosizioni personali e collettive.
Burla e il 22


Il 22 è un doppio numero doppio; rappresenta l’esaltazione degli aspetti fondamentali della vita colta come continuo passaggio da una dualità all’altra. Questa alternanza porta con sé un legame indissolubile tra desiderio e paura che a volte avvertiamo assolutamente libero mentre altre eccessivamente vincolante. La doppia valenza di questo percorso è rappresentata proprio dal continuo intrecciarsi di brevi versi con tavole che a distanza di eventi li hanno raffigurati, andando ad analizzare il valore e il sentimento con una prospettiva nuova.
Una riconciliazione che ci suggerisce di imparare a riconoscere ciò che è al di fuori del nostro controllo e per il quale non dobbiamo sentirci responsabili. Chiaramente l’aspetto speculare di questo rapporto poietico è legato strettamente alla consapevolezza che è in nostro potere modellare la nostra vita attraverso l’azione e l’atteggiamento: azioni e atteggiamenti rivolti verso noi stessi per completare quegli aspetti che avvertiamo mancanti e che nessun altro può colmare dall’esterno.
Quando si incontrano due stili


La necessità di imparare a darci ciò di cui abbiamo bisogno prima di pretenderlo dall’esterno: in questo senso la struttura di questa mostra è un continuo intrecciarsi di due stili diversi che si avvitano uno sull’altro costantemente , partendo dalla poesia per trasformarsi in immagini attraverso stili e tecniche differenti ,ma complementari. A stili più morbidi e concilianti si alternano tratti più ruvidi e spigolosi in cui riemergono tutte le asperità di momenti dove ci sentiamo riportare indietro. Il viaggio è stato intrapreso ma necessariamente non è concluso nel 22: ci sono infatti 21 poesie e solo 20 tavole il che sta ad indicare che la ricerca deve essere più un atteggiamento mentale piuttosto che un obiettivo da raggiungere.
Il percorso artistico di Francesco Burla è riassumibile come indagine sull’equilibrio


L’individuo si rapporta con il cosmo, la natura, e solo in seconda istanza con la società, che diventa anch’essa parte di un contesto sempre diverso e tuttavia immutabile. Allo stesso tempo l’individuo non viene mai considerato unico, sorporato e solo, piuttosto viene visto come specchio, simbolo a-specifico di un tutto.
La consapevolezza


Nella sua poetica e nella sua arte non si vedono descritti concetti di scontro. Di distanza incolmabile, di separazione: la solitudine è uno stato transitorio, strumento utile alla meditazione. I gradi di conoscenza, le lezioni apprese, le sofferenze e le gioie sono solo il frutto di una più o meno raggiunta consapevolezza, che non è mai definitiva, ma è pur sempre qualcosa su cui è necessario soffermarsi. E sulla quale vale la pena soffermarsi.