“Chiudi il tuo occhio fisico, al fine di vedere il tuo quadro con l’occhio dello spirito. Poi porta alla luce ciò che hai visto nell’oscurità, affinché la tua visione agisca su altri esseri dall’esterno verso l’interno”. Così Caspar David Friedrich amava descrivere l’atto del dipingere. Molti anni fa mi sono persa davanti al suo “Viandante sul mare di nebbia”. Il personaggio di spalle che osserva il panorama è una magnifica illusione, mentre guarda l’infinito noi lo scrutiamo identificandoci con lui. Stiamo contemplando un panorama o ammirando qualcuno che lo contempla? Manifesto assoluto del romanticismo e dei romantici come: “Le bianche scogliere di Rügen”, un capolavoro che possiamo ammirare in una sublime mostra a cura di Marco Goldin inaugurata il 29 gennaio a Padova al Centro San Gaetano, promossa dal Comune di Padova e da Linea d’ombra.
“DAI ROMANTICI A SEGANTINI. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart”
Un titolo che è anche un viaggio attraverso opere di grande bellezza e suggestione e dove l’immagine simbolo dell’evento è caratterizzata proprio dal dipinto a olio che Friedrich dipinse nel 1818 quando si recò nell’isoletta baltica di Rügen per festeggiare le sue nozze. La moglie Caroline e il fratello, sospeso sulla voragine, fanno emblematicamente parte della scena. il pittore è appoggiato ad un albero e contempla l’infinito frastagliato dalle maestose falesie di gesso che sembrano appuntite come lame. Messaggio allegorico, un impatto emotivo di assoluta modernità.
Sono ben cinque le opere di Caspar David Friedrich che possiamo ammirare al Centro San Gaetano, punta di diamante di un percorso illuminato da strepitosi paesaggi che vanno dalle suggestioni di Caspar Wolf, quasi anticipatore di Turner, fino a Giovanni Segantini. Impareggiabile lo splendore del suo “Paesaggio alpino con donna all’abbeveratoio” del 1893.
Ancora una volta Marco Goldin ha colpito nel segno
Come non citare la grande mostra trevigiana: “da Cezanne a Mondrian” del 1999, incipit di una lunga serie di eventi che invitano alla scoperta di luoghi geografici e al viaggio interiore. Lo scriveva Baudelaire che “l’immaginazione fa il paesaggio”.
Romantici e romanticismo
La nuova grande mostra di Padova, promossa dal Comune e da Linea d’ombra, appartiene al progetto espositivo: Geografie dell’Europa. La trama della pittura tra Ottocento e Novecento. Una sequenza di grandi esposizioni che darà vita a un vasto scenario artistico e storico sulla situazione della pittura in Europa lungo tutto il corso del XIX e parte del XX secolo, da sempre al centro dello studio più che ventennale di Marco Goldin. “Dai Romantici a Segantini” vuole far conoscere il punto di partenza dell’arte in Europa a inizio Ottocento pervasa da quella stupefacente vibrazione che è il Romanticismo. Cuore geografico dell’itinerario: Svizzera e Germania.
Dalla Svizzera all’Italia
La costruzione del percorso espositivo appoggia sull’importante collezione della Fondazione Oskar Reinhart che fa parte della rete del Kunst Museum di Winterthur, uno dei poli artistici di maggior interesse della Confederazione elvetica. La collezione si trova a Winterthur elegante città svizzera del Cantone Zurigo che nell’Ottocento ebbe una rapida espansione industriale e commerciale ma soprattutto diventerà un centro artistico famoso a livello internazionale.
Goldin e il suo lavoro sui romantici
Sono centinaia le opere tedesche e svizzere conservate in questo luogo prestigioso. Quasi trent’anni fa una selezione viaggiò in alcuni dei maggiori musei americani ed europei, da New York a Los Angeles, da Berlino a Londra. A distanza di quasi tre decenni, ben 75 opere scelte personalmente da Marco Goldin, giungono a Padova per aprire il grande progetto sulle “Geografie dell’Europa”. Padova, recentemente riconosciuta Patrimonio Unesco, offre agli appassionati d’arte la prima mostra di questo grandioso ciclo, assolutamente inedito per il pubblico italiano.
Gli artisti: dai romantici a Segantini
Oskar Reinhart (1885-1965) appartiene ad una generazione di pionieri nel campo del collezionismo, ebbe anche il merito di riscoprire alcuni pittori svizzeri dimenticati come Caspar Wolf, considerato uno dei più significativi paesaggisti del XVIII secolo. Come non restare stregati davanti all’imponente veduta del ghiacciaio inferiore di Grindelwald, dipinto dall’artista nel 1774.
Considerato un pioniere della pittura di paesaggi ad alta quota, Caspar Wolf trasmette una visione innovativa del mondo alpino, evocando anche la presenza dei primi turisti. I suoi lavori sono tuttora oggetto di studio e documentazione sullo stato dei ghiacciai, indicatori importanti dei cambiamenti climatici. Non dimentichiamo inoltre che il 2022 è stato proclamato “Anno Internazionale dello Sviluppo Sostenibile delle Montagne”.
L’importanza della montagna
Il riscaldamento globale in atto, veloce e inesorabile pone la montagna al centro dell’attenzione come la sentinella di un ecosistema in pericolo. In questo modo la mostra di Padova va oltre il semplice desiderio di bellezza, avvicinandoci maggiormente alla scoperta della natura e dei suoi prodigi, un vero inno alla superba bellezza.
I romantici ispirati dalle Alpi
Le Alpi furono il motivo fondamentale nella rappresentazione della natura, con una nuova visione fatta di epicità e grandezza. Il saggio del geografo Francesco Goldin, fratello del curatore, che troviamo nel volume realizzato per l’esposizione, tratteggia il significato fondamentale di parole come geografia, geologia, orografia. Il luogo fisico che definisce il paesaggio ha uno stretto legame con la genesi di questa pittura: i ghiacciai un tempo eterni, le profonde e verdi vallate, le vette più alte.
La mostra
La mostra è suddivisa in sette sezioni dai temi evocativi quanto le opere. Apre il percorso: “ Di acque, prati e montagne” che indaga sul paesaggio in Svizzera da Wolf a Calame tra Settecento e Ottocento. “Il lume della luna e altre storie” è forse la sezione più importante, incentrata sull’idea romantica in Germania e il ritorno in auge di Caspar David Friedrich incredibilmente caduto nell’oblio dopo la sua morte avvenuta a Dresda nel 1840. Ci perdiamo nell’ultima sezione, la più ampia: “La valle incantata”. Ingresso trionfale dentro la modernità grazie agli artisti che la compongono: Segantini, Amiet, Hodler, Giovanni Giacometti (padre di Alberto, il grande scultore).
Tra le valli e i picchi del Maloja, sopra Saint-Moritz, si forma un nuovo gusto per la pittura che apre alla modernità. In questi luoghi straordinari si forma una vera comunità di artisti che eleggono la montagna come luogo di vita e lavoro. Non a caso la mostra si chiude con le pareti vertiginose delle Alpi svizzere dipinte da Hodler, cime leggendarie che anche il grande alpinismo cominciava a scoprire e conquistare. Tra queste montagne incantate alla Thomas Mann, spicca la tela monumentale di Ferdinand Hodler “Sguardo nell’infinito” datata 1913-1914 , l’eternità di un momento sublime che presto sarà spazzato via dalla guerra imminente.
Un viaggio lungo tra lune e montagne
“Dai Romantici a Segantini” ha il pregio di accompagnarci nell’infinito, tra forme, colori, spazi meravigliosi, ci fa pensare ancora una volta al più celebre dei viaggiatori, Johann Wolfgang Goethe, che amava sempre salire sul punto più alto della città per comprenderne meglio l’essenza. Farà così anche a Venezia salendo sul Campanile di San Marco.
Goethe apprezzava molto il lavoro di Caspar David Friedrich e nel 1805 gli consegnerà il Primo Premio di pittura ad un concorso a Weimar con questa motivazione: “Dobbiamo lodare l’intraprendenza che l’artista ha infuso in questo quadro. Il disegno è ben fatto… quest’opera unisce una grande quantità di fermezza, diligenza e pulizia”. Non male per un pittore che sarà fonte d’ispirazione per Max Ernst e René Magritte.
DAI ROMANTICI A SEGANTINI. Storie di lune e poi di sguardi e montagne.
Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart
29 gennaio – 5 giugno 2022
Padova Centro San Gaetano, via Altinate, 71
www.lineadombra.it
call center 0422 429999
obbligatorio il green pass rafforzato e l’uso della mascherina FFP2
Dott.ssa Elisabetta che bella presentazione per questa mostra che ci terrà compagnia fino quasi all’inizio dell’estate. Un viaggio nel romanticismo attraverso una selezione suddivisa in sette titoli, quindi circa dieci opere per ogni tema. Non so perchè, ma agli adolescenti piacciono molte le opere di Caspar David Friedrich che è presente a Padova con cinque tele. Anche mia figlia, quando era studentessa del classico di Jesi, volle incorniciare delle riproduzioni fotografiche di questo pittore tedesco, amato da Johann Wolfgang Goethe. In particolare credo che il Viandante sul mare di nebbia sia ancora appeso in qualche stanza, evidentemente ha provato il suo stesso stupore. Questo pittore tedesco è nato in Pomerania, a Greifswald, una città che conosco per una strana vicenda che non racconto. Da pochi anni ha un magnifico museo, con tante opere acquistate dal governo tedesco, tra queste anche un ritratto di Gaspare Spontini e Celeste Erard. Poi è nato nello stesso anno di Gaspare Spontini ed è morto a Dresden, mentre operava Richard Wagner. Questo primo Ottocento mi affascina. Credo che questa mostra esalti la natura, la montagna, la campagna, il mare in rapporto alla fragilità umana, con tratti facilmente leggibili anche alle persone poco esperte di arte moderna, e nella mia incompetenza mi compiaccio della presenza di Giovanni Segantini, un autore che certamente apparterrà a qualche corrente pittorica, ma per me è chiaro, dolce, malinconico e lo osservo con interesse in ogni suo quadro. Grazie Dott.ssa Elisabetta per averci coinvolto in questo viaggio, speriamo di seguire il suo invito e venire presto a Padova.
Applauso! Ho visitato la mostra all’ inaugurazione e ho molto apprezzato!
Nutro una benevola invidia nel leggere di continue mostre, fotografiche e di pittura, che si tengono nei tuoi luoghi, che mostrano un dinamismo eccezionale. Credo che il gusto artistico possa crescere e allenarsi se continuamente stimolato.
Grazie per avermi introdotta al mondo della pittura di montagna, la cui categoria ignoravo del tutto.
Prediligo i paesaggi d’alta quota, lontani da quelli troppo scontati come quelli marini.
Buona lettura a tutti!
Marinella Simioli
Dopo aver visto la splendida mostra di Ernani Costantini, della quale per merito di Elisabetta serbo un caro ricordo, mi riprometto di vedere anche quella “Dai romantici a Segantini” molto attratto dall’articolo che sempre Elisabetta con la consueta bravura ha presentato. Sono ottime occasioni per stare davanti ad opere immortali.