Pensiero laterale. Chissà come il nostro dialetto, ancora vivo in molte famiglie e nella poesia – semplicemente radicate nella humus della veneticità – trasmetterà in un prossimo futuro la parola Coronavirus? Sono ben cinque sillabe sulle quali la lingua veneta potrebbe giocarsi una o più interpretazioni o traduzioni secondo una tradizione fortemente orale che, a partire dal grande Angelo Beolco detto Ruzante, ha frustato i potenti deformando la loro lingua ovvero lo strumento di un potere dominante, come quello ecclesiastico (il latinorum, il maccheronico…)

In fondo, cinque sillabe non sarebbero difficili da manipolare a quelle birbe dei nostri moderni giullari. Il dialetto è voce, oralità, e il parlato altera la parola propria e soprattutto altrui, come prova la commedia dell’arte. Prende una parola, la smonta e la ricompone Al mio paese, per esempio, di tante famiglie circolano i nomignoli al posto dei cognomi. L’invenzione quasi sempre corrosiva, non conosce ostacoli, ragion per cui forse già qualche voce sta elaborando varianti dialettali del virus, simbolo di un dominio da combattere con il sarcasmo e la caricatura. Lo spirito ruzantino circola ancora fra noi. Chissà…
Il tempo secondo Yoda

A proposito di tempo, Yoda ha detto la sua. Dice, dunque, il piccolo Jedi: “Siete degli inveterati spreconi voi umani, e anche superficiali nei rapporti con il mondo, che è la vostra piccola Terra vagabonda. Da qui si capisce il vostro strano rapporto. Voglio dire, per esempio, che non la percepite con l’anima, non riconoscete i messaggi, mentre la occupate e la sfigurate prendendo quello che vi serve: in voi c’è ancora lo spirito dei predatori preistorici. Ogni generazione, poi, riparte da zero o quasi e prende da Lei qualcosa per sé, creando così delle vistose e dolorose falle nel corpo del mondo vivente dimenticando – si fa per dire – di curare quelle ferite che finiscono per diventare cicatrici (quando va bene). Il vostro mondo non è il paradiso, ma questo non giustifica l’indifferenza per il suo destino, che è anche il vostro. Siete stolti perfino con il tempo, che usate e consumate senza rendervi conto che è prezioso come l’ossigeno che vi tiene in vita- Se posso osare un accostamento, direi che il tempo è semplicemente vita. Nel mio mondo, il Tempo è rispettato, come una filosofia o religione. Fatemi dire che da noi il tempo è sacro, è flusso e anima del mondo. Perciò vi dico: con il tempo non si scherza. La sua infinita vitalità è una caratteristica collaterale della Forza. Per oggi basta prediche: il Tempo sia con voi”.
C’era una volta il virus

Pensiero futurista. Quando si dirà “Al tempo del virus io c’ero” saranno trascorsi molti anni. Ma questa ferita storica inferta nel corpo della nostra specie avrà l; il asciato cicatrici nella nostra anima e nel nostro costume. “In quel tempo” dominato dalla paura e dal delirio, anche il rito della morte è stato falsato: prima era un evento privato; il compianto, il saluto estremo, la messa funebre, le epigrafi. Ma la pandemia ha sbrigativamente preso il sopravvento: la morte è diventata pubblica. “Allora”, al tempo del virus ci furono strane reazioni all’imposizione della disciplina sanitari. Addirittura, uomini di quel tempo, vivacemente tecnologico e non della foresta invasero le piazze per negare l’evidenza della tragedia in corso, cioè la morte seriale, le cure… Il mio Cavalier Vax nella sua visione forse un poco ingenua della situazione chiamerà quelle manifestazioni negative “la rivolta dei deliranti virali”-
Il passato non è uguale per tutti. E di una battaglia vinta godono i benefici anche quelli che non l’hanno combattuta: effetti prevedibili della Soria.
Piccolo concerto

Sfocato battito di tamburi
da un’auto parcheggiata
nella via stretta.
Il suo rimbombo
accompagna la chiusura
di questo giorno affocato:
è festa nel cielo
tiepolesco tinto
di turchino e di nubi rosa.
Quel suono
estenuato come il tam tam
cardiaco
della città
ci accompagna verso la notte.
La musica è gratis.
(Anonimo)
Il mio commento è sempre un grande ringraziamento per i tuoi pensieri che lasciano un segno indelebile.
Ho riletto i tuoi -Riflessi virali-e le parole con le quali hai ricordato Mario mi hanno rinnovato la commozione che non mi lascia mai. Grazie Ivo