Più che lusinghiero il bilancio degli atleti del Nordest alle Olimpiadi di Tokio: tre ori (10 in totale), due argenti (10 in totale) e quattro bronzi (20 in totale). Brillano d’oro nel quartetto di ciclismo su pista il veneziano Francesco Lamon e il friulano Jonhatan Milan (su bicicletta Pinarello) e Ruggero Tita, di Trento, con la romana Caterina Banti nella vela classe Narca 17. Il vicentino Thomas Ceccon e il trevigiano-padovano Manuel Frigo hanno conquistato l’argento nella staffetta 4×100 di nuoto. Portiamo a casa dal Giappone quattro bronzi: il veronese Elia Viviani nel ciclismo su pista nella specialità Omnium, di cui era detentore del titolo, il cordenonese Mirko Zanni nel sollevamento pesi, la trevigiana Erica Cipressa nel fioretto a squadre di scherma, l’udinese Mara Navarria nella specialità spada a squadre e Dana Mogurean di Mestre e la polesana Alessia Maurelli nella ginnastica ritmica. Lo stesso Zaia si è complimentato con la mestrina e la polesana e le altre “farfalle” per lo splendido risultato. Come non ricordare le cinque finali in cinque Olimpiadi conquistate dalla nuotatrice veneziana Federica Pellegrini che ha annunciato la fine dell’attività agonistica ed è stata eletta tra i rappresentati del Cio.
Ciclismo su pista. Il bronzo del veronese Elia Viviani nell’Omnium
Dopo quella del quartetto il ciclismo su pista azzurro regala un’altra medaglia al ciclismo e lo fa con il portabandiera alla cerimonia di apertura, Elia Viviani, nell’Omnium. L’atleta veronese sale sul podio olimpico di questa disciplina a distanza di cinque anni. Elia nella corsa a punti finale estrae dal cilindro una prestazione sublime, che conferma il suo grande talento. Recupera oltre venti punti di distacco dal podio, lotta con determinazione e fino all’ultimo per un argento per poi mettersi al collo un bronzo per certi versi insperato dopo la prima delle quattro prove. Il titolo olimpico va al britannico Matthew Walls (153) in grado di terminare ai primi posti in tutte e quattro le prove che compongono l’Omnium. Alle sue spalle il neozelandese Campbell Stewart, che “soffia” l’argento all’azzurro nei giri finali e chiude con 129 punti, contro i 124 di Elia.
“Dopo lo scratch mi sono subito ripreso con l’eliminazione – dichiara il campione veronese -. L’ho usata per reagire e per divertirmi. Sono salito sulla pista nell’ultima gara con la voglia di prendere una medaglia. So che era dura, ma alla fine sono dispiaciuto di aver perso l’argento all’ultimo giro. Le energie erano al lumicino, per tenere l’argento dovevo vincere l’ultimo sprint però avevo dato tutto prima. Guardando com’era partita la giornata abbiamo solo di che esultare, dopo un oro a Rio arriva questo bronzo che poteva essere argento… Se mi avessero detto prima delle Olimpiadi che avrei preso un bronzo avrei firmato subito. Partito male ma finito bene”.
Fausto Pinarello spiega la bicicletta che ha vinto l’oro nel quartetto e il bronzo di Viviani
Fausto Pinarello, amministratore della Cicli Pinarello di Treviso, spiega le biciclette Bolide Hr: “Abbiamo fornito alla nazionale italiana su pista la bici più veloce e performante possibile. E’ stata fatta in stretta collaborazione con la Jaguar. Le caratteristiche principali da ricercare sono l’aerodinamica e la rigidità. E’ stato fatto un grande lavoro in affiancamento alla nazionale italiana per ottimizzare la posizione di tutti gli atleti e creare speciali manubri su misura che permettano di ottenere il massimo da questo punto di vista. Siamo arrivati allo sviluppo del Bolide Hr con gli studi in galleria del vento e lo sviluppo degli speciali manubri personalizzati realizzati in 3D. Il telaio è in monoscocca di carbonio, top in rigidità”. Le Pinarello Bolide HR fra telaio e forcella pesano 1,9 chili e la bici completa 7,1 chili.
“Voglio fare un regalo ai quattro campioni olimpici. Me l’hanno già chiesto: vogliono una Bolide Hr tutta d’oro. E io sono ben felice di farla”. Fausto Pinarello, tra un sorriso e l’altro, dà anche una notizia: la sua azienda, che in queste olimpiadi ha visto i ciclisti in sella alle bici Pinarello conquistare due medaglie d’oro e due di bronzo, continuerà a lavorare con la Federazione e con il Coni almeno fino ai prossimi giochi olimpici parigini: “Dopo trent’anni che siamo qui è una soddisfazione. In vista di Parigi penseremo a un altro bolide, una bici tutta nuova”.
“MAAT Italia che ha debuttato nelle competizioni di Coppa del Mondo ad Hong Kong il 29 Novembre 2019 è stata concepita ascoltando e coinvolgendo tecnici e atleti della Nazionale Italiana in tutte le fasi di progettazione” fa presente Fausto Pinarello, amministratore delegato dell’azienda. “Per ottenere un unico lungo profilo aerodinamico il tubo di sterzo nasconde la testa forcella rivela Pinarello – questa soluzione preserva le prestazioni aerodinamiche e la funzionalità del mezzo permettendo alla forcella di ruotare liberamente molto più delle soluzioni usate abitualmente nelle bici da cronometro”.
Il manubrio innovativo della Matt Italia
Reach e drop 80/125, curva compatta, sezioni aerodinamiche, larghezza 38 cm O-O con curve tiltate di 8.5°. Particolarmente ricercata la forma della parte alta delle curve che presenta un appoggio alto che lascia la possibilità all’atleta di tenere una posizione da “cronoman”, la parte centrale del manubrio piatta consente all’atleta una resa efficiente anche quando pedala nella posizione tenuta nelle sfide contro il tempo. La curva ristretta nella sua parte centrale consente anche un’eccezionale presa durante la fase di cambio nella Madison. MAAT Italia è stato progettato per consentire l’utilizzo delle coperture fino a 23mm”. Il kit telaio MAAT Italia con manubrio integrato e reggisella può essere ordinato in tre diverse varianti colore.
Il body della medaglia d’oro è stato realizzato a Fonzaso
È made in Belluno il body indossato dai 4 ragazzi d’oro della Nazionale che a Tokyo hanno conquistato la medaglia più preziosa nell’inseguimento in pista. Per la precisione è stato fatto a Fonzaso, dove ha sede la Manifattura Valcismon, azienda ormai leader mondiale nel settore dell’abbigliamento da ciclismo. «È stata una delle gare più emozionanti che abbia visto, quando i danesi erano davanti pensavo che ormai avessero vinto loro e invece i nostri ragazzi sono stati incredibili e per noi è davvero una grandissima soddisfazione. Siamo felici di aver potuto dare il nostro contributo ad aumentare la velocità di questi ragazzi». È molto emozionato Alessio Cremonese, Ceo della Manifattura Valcismon, l’azienda feltrina proprietaria del brand Castelli che veste la Nazionale italiana di ciclismo oltre che del brand Sportful che da anni indossa anche il pluricampione del mondo Peter Sagan.
La medaglia d’oro Francesco Lamon, di Mirano
“In Italia avrò bisogno di un po’ di riposo per smaltire il fuso orario e per ricominciare a settembre con gli allenamenti, i vari ritiri e gli appuntamenti – racconta Francesco Lamon. Festeggerò con la famiglia, la mia fidanzata, gli amici dell’Unione Ciclistica Mirano e l’amministrazione comunale, con in testa la sindaca Maria Rosa Pavanello, che ha mi ha fatto sapere che mi aspetta. Sono molto contento ma ripeto non sto ancora realizzando quello che abbiamo fatto. Una cosa che sognare è dir poco ed io sto cercando di viverla al massimo.
“Quella che stiamo provando è un’emozione indescrivibile perché stavamo lavorando da cinque anni per far bene a Tokyo a cominciare proprio da Rio – ha concluso Lamon – . La nostra è una squadra molto unita come una famiglia perché negli ultimi due mesi li abbiamo trascorsi tra i ritiri a Livigno e a Montichiari ed è stato un sacrificio oltre che da parte nostra ma anche delle famiglie e della mia fidanzata Sara che ringrazio per essere stata sempre al mio fianco”. A congratularsi con Lamon tantissimi dirigenti del ciclismo veneziano come Renato Marin, Luciano Martellozzo, Silvio Martinello, Italo Bevilacqua, Udillo e Antonio Badoer, Gianpietro Bonato, Paolo Bassanello, Nicola Pennazzato, Simone Tortato e del FanClub.
Milan: “grazie Friuli, mi avete commosso”
«Grazie a tutti per il supporto, mi avete veramente commosso», ha detto Jonathan Milan il campione da Tokyo. Sì, quel ragazzo ha entusiasmato, commosso, bucato lo schermo. Il Friuli è rimasto a bocca aperta. Al Festival di Majano nemmeno la pioggia ha fermato la serata per Enzo Cainero, il manager che ha ricevuto il premio Pro Majano 2021. Sono bastate la presenza tra il pubblico di Elena e Flavio (ex ciclista professionista) i genitori di Milan e qualche immagine sul maxischermo del suo trionfo per far partire un’ovazione. Sì, caro Cainero, quando Johnny muoveva i primi passi tu organizzavi le prime tappe del Giro sullo Zoncolan, per questo quelle immagini dell’eroe dello sport friulano 2021 dietro alla tua premiazione sono state ancora più belle. Sì, il giorno dopo la gloria è sempre dolce.
Ciclismo: la trentina Paternoster sesta nell’inseguimento a squadre e oggi la festa per Soraya Paladin a Cimadolmo
Il nostro quartetto femminile (Barbieri, la trentina di Cles Letizia Paternoster, Balsamo e Guazzini, poi Alzini nella finale per il 5° posto al posto di Barbieri), in un torneo vinto dalla Germania con il nuovo record del mondo (4’04”249), si è difeso con grande onore: seste e ancora primato italiano, 4’10”063. Il record italiano delle ragazze a Rio 2016 sarebbe valso l’oro olimpico. Venerdì Elisa Balsamo e Letizia Paternoster nell’Americana hanno ottenuto l’ottavo posto. Oggi a Cimadolmo (Tv) festeggia il ritorno a casa di Soraya Paladin che ha partecipato al bronzo su strada di Elisa Longo Borghini. Si terrà un festa alla piazzetta di fronte al municipio con inizio alle 11,30
Ciclismo, Madison su pista. Il bronzo va ad una russa di Cornuda
La squadra A.R. Monex Liv Women’s Pro Cycling Team di Cornuda (Treviso) vive una bellissima gioia. Ha visto una delle proprie atlete salire sul podio della Madison. La protagonista è la russa Maria Novolodskaya, atleta di grande talento che a soli 22 anni è riuscita a conquistare la medaglia di bronzo in coppia con Gulnaz Khatuntseva.
Nuoto. Federica Pellegrini chiude al sesto posto la sua ultima gara olimpica
Si è chiusa con un sesto posto la storia a Cinque Cerchi di Federica Pellegrini. La Divina ha disputato i suoi ultimi 100 metri olimpici nella staffetta 4×100 mista, insieme con Margherita Panziera, di Montebelluna (Tv), Martina Carraro ed Elena Di Liddo. Le azzurre non sono riuscite a ripetere l’impresa messa a segno dagli uomini (bronzo) chiudendo la loro prova in 3’56”68. L’oro è andato all’Australia, che ha preceduto gli Stati Uniti e il Canada. Grande festa giovedì per i 33 anni della “Divina”.
La “divina” eletta nel CIO
Archiviata la delusione dell’Olimpiade di Tokyo, arriva un grande riconoscimento per una fuoriclasse assoluta come Federica Pellegrini che è stata eletta nella commissioni atleti del Cio. Non scenderà più in vasca ma avrà ancora davanti a sé la bellezza di tre edizioni dei giochi olimpici anche se non agonisticamente parlando. La Pellegrini ha ottenuto un grande risultato con 1.658 preferenze su un totale di 6.825 e resterà ora in carica per circa 7 anni (fino al termine di Los Angeles 2028).
“Onestamente non me l’aspettavo”, il primo commento della fuoriclasse dei 200 metri stile libero. “Sapevamo tutti che era molto difficile, siamo partiti pessimisti anche perchè sapevo di non poter fare una grandissima campagna elettorale visti gli impegni in piscina. Poi il 2 abbiamo fatto l’ultima rincorsa a cercare voti nella mensa del villaggio. Sono molto contenta, il fatto di avere subito la possibilità, dopo l’ultima Olimpiade, di rimanere nel mio mondo e fare qualcosa di concreto era forse un sogno a cui non volevo credere. Ma oggi si è realizzato”, il suo commento soddisfatto per la carica ottenuta.
Atletica. Nadia Battocletti: settimo posto nei 5.000 metri
Nei 5.000 metri c’è il settimo posto di Nadia Battocletti, trentina di Cles. Nell’ordine d’arrivo la ragazza figlia d’arte, allenata da papà Giuliano, chiudendo in 14’46”29 ha sfiorato il record italiano che appartiene ancora alla valdostana Roberta Brunet (14’44”50). Nadia ha corso veramente bene, ha dato tutto quello che poteva arrivando settima. Per una ragazza di ventuno anni è di certo un ottimo viatico per i prossimi anni, ha dimostrato di essere la nuova reginetta del mezzofondo prolungato azzurro. Nadia è forte nei 1.500, nei cross conta già più di un alloro, nei 5.000 abbassa il proprio primato ogni volta che prova la distanza. La sua stagione in pista non è finita, ma il prossimo obiettivo europeo sono gli Europei Assoluti di cross a dicembre a Dublino. La gara dei 5.000 è stata vinta da Sifan Hassan. Nella maratona la veneziana Giovanna Epis arriva 32esima.
Nuoto sincronizzato: Italia sesta nel Teach Team, quinta in classifica finale
La Russia ha confermato il titolo olimpico del nuoto sincronizzato sincro a squadre con il punteggio di 196.0979 davanti a Cina (193.5310) e Ucraina (190.3018). Ottimo quinto posto per l’Italia, le azzurre Beatrice Callegari, Linda Cerruti, Costanza Ferro, Domiziana Cavanna, Francesca Deidda, Costanza di Camillo, Gemma Galli ed Enrica Piccoli hanno totalizzato 184.1372. Il giorno prima buona la prestazione per le atlete della scuola di Montebelluna Enrica Piccoli, di Caerano San Marco (Treviso) e Beatrice Callegari (capitana del team azzurro), di Fossalunga (Treviso). L’Italia chiude al sesto posto il programma tecnico a squadre.
“Siamo molto soddisfatte dell’esercizio, speravamo di superare i 93 punti ma non siamo troppo lontane – dice il capitano Beatrice Callegari – evidentemente qualcuno si sta accorgendo dei nostri miglioramenti. Non è stato un anno semplice e l’essere qui, dopo tante incertezze e paure, ci rende molto felici. Ci è dispiaciuto per la Grecia, che è stata estromessa per il Covid-19, e abbiamo fatto sentire loro la nostra solidarietà: con loro abbiamo lavorato molto in questo periodo. A nome del Ringhio Team ringraziamo le nostre società e le nostre famiglie che quest’anno abbiamo trascurato, ma che adesso ci aspettano a braccia aperte”.
Festa a Pordenone per Mirko Zanni
Pordenone ha festeggiato il suo campione, il bronzo olimpico di Tokyo nel sollevamento pesi: Mirko Zanni, cordenonese, ma cresciuto nella palestra della Pesistica Pordenonese, ha abbracciato la sua gente, i suoi amici, i suoi compagni sportivi e tutti quanti hanno voluto salutarlo, dispensando selfie, fotografie e saluti a quanti glieli chiedevano, in particolare ai bambini. La medaglia di bronzo, al collo, se la coccolava, la toccava, la mordicchiava come si fa nelle più tradizionali foto olimpiche.
Karate e salto in alto: Busato, Trost e Vallortigara, Dal Molin out
Non supera il turno Mattia Busato, il veneziano nato a Castelfranco Veneto, l’azzurro del Karate, specialità Kata e quindi non accede alla seconda fase. Penalizzato da una prima performance che lo aveva posto al quarto posto, non è riuscito – con una seconda prova nettamente migliore – ad entrare fra i primi tre. In testa alla classifica il favorito Ryo Kiyuna, davanti al turco Sofuoglu e al venezuelano Diaz Fernandez che ha preceduto il nostro Busato di 57 centesimi. L’Olimpiade di Tokyo non ha sorriso alla pordenonese Alessia Trost e, tanto meno, all’amica-rivale Elena Vallortigara. Nel salto in alto nessuna delle due ha superato il turno di qualificazione. Paolo Dal Molin, l’ostacolista dai forti legami con Santa Giustina bellunese grazie alla mamma. I suoi 13.40 nei 110 ostacoli non sono bastati: arriva quarto nella seconda semifinale, dodicesimo il tempo nella classifica. “E’ un fallimento perché so di essere in ottime condizioni, tali per cui avrei potuto ottenere la finale”. Nella ginnastica sedicesima l’italiana di origine romena Alexandra Agiurgiuculese, di Cordignano (Treviso).
Basket. Tonut e Vitali (Reyer Venezia) eliminati ai quarti di finale
Stefano Tonut e Michele Vitali, entrambi giocatori della Reyer Venezia, sono stati eliminati dalla Francia ai quarti di finale. 84-75 il risultato finale. Polonara aveva un accordo con l’ex Benetton prima che saltasse tutto nove anni fa, Ricci ex Verona, Tessitori ex TVB di Treviso.
Scherma: il commissario tecnico Andrea Cipressa rischia l’esonero
Nubi sempre più oscure si addensano sulla testa del commissario tecnico veneziano del fioretto azzurro Andrea Cipressa, vincitore dell’oro olimpico a squadre di fioretto alle Olimpiadi di Los Angeles. Prima gli attacchi diretti da parte di Elisa Di Francisca, cui l’olimpionico 1984 a squadre aveva risposto sui social. Ora un nuovo colpo, che arriva direttamente dall’interno della squadra sotto forma di una lettera, firmata fra gli altri dagli azzurri in gara a Tokyo ad eccezione della figlia Erica, indirizzata direttamente al presidente Paolo Azzi.
Una vera e propria fronda interna, in cui vengono messe in luce le lacune palesate da Cipressa in linea di continuità con quanto sottolineato proprio dalla Di Francisca nei giorni scorsi. La jesina, infatti, lo aveva definito inadeguato al ruolo. A firmare la lettera, in cui si sottolinea come sia venuta meno “nell’ambito di entrambi i settori del fioretto la fiducia riposta nell’attuale commissario tecnico Andrea Cipressa”, Giorgio Avola, Daniele Garozzo, Alessio Foconi, Andrea Cassarà, Edoardo Luperi, Alessandro Paroli, Guillelme Bianchi, Lorenzo Nista, Damiano Rosatelli, Arianna Errigo, Alice Volpi, Martina Batini, Camilla Mancini, Martina Sinigalia, Francesca Palumbo, Valentina Di Costanzo.