SAN GIORGIO E IL DRAGO: “Vanno per l’aria placide montagne oppure cordigliere d’ombre tragiche che oscurano il giorno. Le chiamiamo nuvole. Hanno sempre forme strane. Shakespeare ne osservò una. Somigliava a un drago”. Jorge Louis Borges. Avete mai visto una nuvola che assomiglia a un drago? E quanti draghi ci sono nel mondo? A Venezia tantissimi, in questi giorni uno in più. Arriva da Parigi. Nel raccontare la storia di San Giorgio che uccide il drago, mi sono persa nella poesia di Borges “Nuvole”, lo scrittore argentino mi ha sempre stregato con il suo stile fantastico e surreale. Sarete stregati anche voi grazie al blu intenso del cielo notturno di “San Giorgio e il drago” capolavoro di Paolo Uccello esposto nelle sale di Palazzo Cini a Venezia. La tavola del pittore fiorentino tra i più celebri del Rinascimento, appartiene all’iniziativa “L’Ospite a Palazzo”, occasione per ammirare grandi opere provenienti dai più prestigiosi musei italiani e internazionali.
L’ospite: un drago e un pittore
Il 28 maggio ha riaperto al pubblico la casa-museo di Palazzo Cini a San Vio che custodisce uno straordinario nucleo di opere d’arte: Piero della Francesca, Beato Angelico, Piero di Cosimo, Cosmè Tura. Un momento molto importante per la Fondazione Giorgio Cini. Settant’anni di storia celebrati con una serie di eventi.
Paolo Uccello ospite della Fondazione
Imperdibile il dipinto di Paolo Uccello proveniente dal Musée Jacquemart – André di Parigi. La tavola è stata concessa in occasione del prestito del “Giudizio di Paride” di Botticelli (e bottega) della collezione Cini in procinto di partire per la grande mostra parigina sul maestro del Rinascimento che si apre a settembre: “Botticelli: un laboratoire de la Renaissance”, 10 settembre 2021 – 24 gennaio 2022. San Giorgio e il drago sembra uscito direttamente dalle favole, una scena di grande eleganza araldico cavalleresca sospesa nel momento apicale dell’azione: San Giorgio dall’alto del suo cavallo trafigge le fauci del drago trapassandogli la lingua triforcuta. A bilanciare il dinamismo della lotta, la silhouette della principessa avvolta da una preziosa veste a fiorami in velluto operato. (Con un drago nei paraggi è consigliabile essere sempre vestiti adeguatamente).
Esistono altre versioni di San Giorgio e il drago, quella famosissima della Nazional Gallery di Londra e la tavola di Melbourne conservata alla National Gallery of Victoria.
Il dipinto
Il dipinto parigino nonostante l’impianto tardo gotico appare modernissimo, quasi una stesura metafisica, la grotta sembra uscita da un quadro di De Chirico, le ali verdi del drago fanno pensare ad una composizione di Magritte. La narrazione risale alla duecentesca “Legenda Aurea” di Jacopo da Varazze (o Varagine), frate domenicano e vescovo di Genova. Compose in latino una dettagliata raccolta di biografie agiografiche, circa centocinquanta vite di santi. Influenzò moltissimo grandi artisti che a lui si ispirarono come Giotto e Piero della Francesca. Ma in quale posto del pianeta terra San Giorgio trafigge il drago? In Libia, in una città di nome Selem.
L’ospite e il mito
Qui in uno smisurato e profondo stagno si nascondeva un drago che con il fiato era in grado di uccidere e sterminare ogni cosa. Il popolo per placare la sua ira, era costretto ad offrire in sacrificio i giovani del villaggio. Un giorno toccò alla principessa Silene figlia del re che per salvarla offrì gran parte del proprio patrimonio, ma il popolo non accettò lo scambio dato che già molte persone erano morte a causa del mostro.
Così mentre la principessa Silene si avviava verso il tragico destino, arrivò un cavaliere che suggerì alla ragazza di avvolgere senza timore la sua cintura intorno al collo dell’animale e condurlo verso la città. Giorgio disse agli abitanti che era stato Dio a mandarlo per sconfiggere l’ira del drago: il mostro sarebbe stato ucciso solo se tutti avessero abbracciato il cristianesimo.
Gli animali fantastici come draghi e basilischi sono entrati a pieno titolo nella storia dell’arte. Simbolo del demonio e del male che ha origine nei testi dell’Antico Testamento. Troviamo il drago descritto con estrema precisione nell’Apocalisse. Tuttavia, possiede anche una valenza benigna, in oriente rappresenta la saggezza e il potere, la forza vitale e la fertilità. È uno dei quattro animali benevoli e con poteri magici assieme a Tartaruga, Unicorno e Fenice.
San Giorgio tra miti e l’isola di Venezia
Il mito di San Giorgio per tutto il medioevo ha raffigurato la lotta del bene contro il male e gli ideali di cavalleria, diffondendosi in Occidente e Oriente bizantino dove è conosciuto come “trionfatore”. Patrono dell’Inghilterra, molto popolare in Catalogna dove ogni 23 aprile, giorno della sua festa, gli uomini offrono una rosa all’amata, celebrando una versione tutta spagnola della vicenda. E’ anche la giornata mondiale del libro scelta dall’Unesco perché lo stesso giorno lo stesso anno, 1616, morirono Shakespeare e Miguel de Cervantes.
San Giorgio, figura mitologica, religiosa, poetica è l’emblema dell’isola veneziana che ospita la Fondazione Cini, ha sottolineato Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Cini.
Allora uscendo da Palazzo Cini possiamo andare all’Isola di San Giorgio. Orientare lo sguardo verso l’orizzonte salendo sul Campanile della basilica palladiana che offre il panorama più incantevole di Venezia. Sembra di volare sopra la città dominata dalla statua in legno e rame di San Giorgio.
Un 2002 da dimenticare
Nel 2002 venne danneggiata da un violento temporale che provocò il distacco del braccio rimasto agganciato alla lancia e sospeso nel vuoto. I Vigili del fuoco con un delicato intervento tagliarono la lancia e la portarono a terra assieme al braccio. Da vertigine la conclusione dei restauri: gli esperti hanno condotto parte dei lavori, sospesi a 35 metri dal suolo.
In questo volo virtuale e senza respiro, tappa alla Scuola Dalmata di San Giorgio degli Schiavoni che ospita il celebre ciclo pittorico di Vittore Carpaccio, strepitosa bellezza che merita un intero capitolo.
San Giorgio non è l’unico a lottare contro il drago, c’è anche San Teodoro. Non a caso era il protettore di Venezia prima di San Marco. Teodoro, Tòdaro in veneziano, è il santo bizantino guerriero che svetta in cima alla colonna nell’area marciana, raffigurato nell’atto di uccidere un drago a forma di rettile. Si tratta di una copia, l’originale è nel cortile di Palazzo Ducale.
Torniamo all’Ospite
Tornando a Paolo Uccello, vero nome: Paolo di Dono, (Pratovecchio, 1397 – Firenze, 1475), soggiornò a Venezia diverse volte e pare che la città abbia influenzato molto la sua propensione per lo stile fiabesco. Vasari nelle sue “Vite” racconta che aveva un interesse quasi ossessivo per la costruzione prospettica. Noi contemporanei non possiamo che essere grati per la sua meravigliosa ossessione.
Oh che dolce cosa è questa prospettiva! Frase di Paolo Uccello riportata da Giorgio Vasari.
L’Ospite a Palazzo – 28 maggio – 31 ottobre
Venezia, Palazzo Cini
Campo San Vio, Dorsoduro 864
Fantastico, come sempre! Grazie Elisabetta.
Dott.ssa Elisabetta anche oggi ci ha informato, dandoci conoscenze e cultura, sulle belle iniziative in corso a Venezia. Il suo racconto non si limita ad informare della possibilità di ammirare questo prestigioso quadro dal titolo “San Giorgio e il drago”, capolavoro di Paolo Uccello, ma abbiamo anche una comparazione stilistica che ci fa riflettere sui particolari, sui dettagli. Su tutto mi è piaciuta la storia della principessa Silene e la foto con la colonna del leone e quella di San Teodoro in piazza San Marco. Anche oggi la sua brillante scrittura, piacevole, può essere sintetizzata da questa frase: “A bilanciare il dinamismo della lotta, la silhouette della principessa avvolta da una preziosa veste a fiorami in velluto operato. (Con un drago nei paraggi è consigliabile essere sempre vestiti adeguatamente)”. Tutto piacevole e interessante.
Sei fantastica! Carica di notizie culturali! Grazie Elisabetta!
Indagine molto interessante ed intensa .Ho avute notizie su accadimenti storici e fantastici che non conoscevo
Davvero Complimenti carissima Elisabetta. Ancora una volta sei riuscita a coinvolgere il lettore a 360*. Non vedo l’ora di ammirare di persona un Capolavoro così ben descritto !!!!!
Come sempre, cara Elisabetta, i tuoi meravigliosi articoli ci propongono viaggi di inestimabile interesse nell’arte . Mi mancava una conoscenza così approfondita sulla materia “draghi”. Con riconoscenza alle tue ampie spiegazioni ti rinnovo il mio plauso
La precisione, la cura e il suo amore per l’arte, che trasparano dai suoi articoli, diventino stimolo per approfondire visitando mostre e musei. Abbiamo bisogno di riprendere le buone usanze che avevamo prima del Covid 19. Grazie.