Il Diario racconta sempre la verità. I suoi pensieri possono piacere o no ma il Diario non si tira indietro. E non lo fa nemmeno se deve sottolineare gli errori all’Italia. Perchè un’Italia che sbaglia i nomi non può mai far ridere. Ma può far riflettere.
Le lacrime di coccodrillo della politica. Ma né Carla Fracci né altri artisti sono mai coinvolti nella gestione del paese
Nell’antichità erano muse immortali. Ancora oggi quando ci lascia un leggiadro personaggio è una grave perdita non solo per la danza ma per l’intera umanità. Sono queste donne-dee, tra il mito e la realtà, a farci vedere bello il futuro, nonostante la deriva morale in cui la società precipita. L’Italia sarebbe diversa se si utilizzassero per dare alle istituzioni un aspetto più dignitoso. Purtroppo agli artisti, scienziati, poeti e a chiunque usi la coscienza per ricercare la verità, oggi la politica è preclusa. Gli spiriti liberi che nessuno riesce a manipolare sono rimpianti solo quando non ci sono più.
Persino le dittature si accorgono che con pochi figli il paese invecchia e ora consentono alla coppie di averne fino a 3
Le democrazie, invece, lasciano giustamente la libertà a ognuno di decidere. E le cose vanno male. Anzi, malissimo. Non si può imporre la fertilità, ma si può spiegare agli elettori che se ormai siamo in una crisi perenne, la colpa non è del governo né dell’Europa e neppure di comunisti e fascisti, ma della scarsa fertilità. Proprio per limitare la crescita del paese, la Cina aveva cercato di limitare le nascite. Ora ha capito l’errore. Noi non ancora. I pensionati superano quasi i lavoratori. C’è chi vuole il ritiro a 60 anni. Facciamo di tutto perché l’Italia vada sempre peggio. E ci stiamo riuscendo.
Eppure abituati alla criminalità di intellettuali e imprenditori, l’Italia intera si indigna che Brusca sia tornato in libertà
Se fosse evaso sarebbe legittimo biasimare che sia un uomo libero. Ma ha già scontato la pena cui era condannato. A contestare sono persino politici da cui dipendono le leggi e le rispettive riforme. Non si ricordano analoghe indignazioni quando i responsabili tedeschi del rogo della Thyssenkrupp non hanno trascorso un giorno in prigione, né se a danarosi delinquenti siano concessi gli arresti nei loro lussuosi domicili. L’Italia è una forgia di criminali che vengono solo sgridati e nessuno se ne meraviglia. Brusca, almeno, è rimasto in galera per 25 anni, fatto sempre più raro nel nostro Belpaese.
Mattarella non scopre la targa con cui si intitola uno slargo sul Lungotevere al presidente Ciampi perché sbagliata
Abbiamo superato il limite del ridicolo. Ora siamo al dramma. Sulla targa c’è un errore. Si è effettuata ugualmente l’inaugurazione, ma senza poterla scoprire. Sembra uno scherzo, di quelli degli errori da individuare sulle enigmistiche. Non era ancora capitato. È la prima volta nella storia di Roma dal 721 a.C. Il Capo dello Stato stava per tirare il nastro quando l’addetto al cerimoniale l’ha fermato. Il nome era sbagliato, Azelio, anziché Azeglio. Di coloro che avrebbero dovuto controllare prima della cerimonia, dal Sindaco in giù, ora sarà certamente punito il precario più basso in grado.
Se Draghi sarà eletto al Quirinale chi sarà il Presidente del Consiglio? Purtroppo non ne abbiamo un altro di ricambio
Nei momenti di crisi – nelle guerre o nelle catastrofi – i mediocri si fanno astutamente da parte. Si chiamano i migliori per risolvere problemi che necessitano di capacità. Poi arrivano loro e, poco per volta, distruggono tutto ciò che è stato costruito, persino libertà e benessere. È il destino della democrazia e, prim’ancora, dei grandi imperi. La società va così da quando l’uomo inventò la ruota. Ma l’umanità non lo ha ancora imparato perché ognuno di noi ritiene di essere più furbo dei propri antenati. Così saranno anche i nostri posteri. Ma i risultati ci fanno sempre rimpiangere quelli di prima.
Ormai gli operai muoiono a centinaia, non si tratta più di sporadici infortuni sul lavoro, ma vera e propria ecatombe
Purtroppo queste disgrazie sono sempre accadute. Oggi sono solo aumentate perché notevolmente più care le spese della prevenzione che gli industriali non possono sostenere, se no perdono il guadagno. Dovendo recuperare le ingenti perdite causate dal Covid, non è il momento di imporgli ulteriori investimenti. Sarebbe una novità se a farne le spese non fossero le categorie più deboli, che ci sono abituate. Né si può pretendere che, per fare sopravvivere gli operai, si faccia morire negli incidenti chi non lavora. Ecco uno dei tanti vantaggi di cui godono i disoccupati. Non muoiono sul lavoro. E non sono contenti.