Da qualche giorno la collana “Vicoli”, diretta per Cleup da Saveria Chemotti, si è arricchita di un nuovo titolo: In seconda fila. Schizzi d’autore di Coglitore. L’autore aveva esordito nel 2016, sempre con la casa editrice padovana, dando alle stampe un godibile e sarcastico pamphlet semiserio, Tris. In questa nuova prova, invece, Mario Coglitore approda alla narrativa vera e propria. Raccogliendo 16, chiamiamole così, testimonianze nelle quali dà voce ad altrettanti personaggi che si raccontano e si svelano non solo a noi, ma anche a se stessi. In seconda fila. Schizzi d’autore, infatti, promuove finalmente in primo piano figure che sono state sempre in ombra, o troppo sfuocate.
16 personaggi ma con autore
Si dice, con una frase che è diventata ormai proverbiale, “dietro a ogni grande uomo c’è una grande donna” (tacciamo del fatto che, invece, troppo spesso, si dovrebbe dire che una grande donna è diventata tale nonostante un uomo). Ebbene, per questo libro si potrebbe dire che dietro a ogni personaggio famoso della letteratura, dei fumetti, del cinema, della televisione, c’è un comprimario. Che sembra vivere in funzione dell’eroe, del protagonista, con lo scopo di illuminarlo e contribuendo a dargli spessore. Così come la “spalla” di un comico è essenziale al suo successo, chi sta in seconda fila dà lustro e importanza a coloro che stanno davanti.
La prefazione
Antonella Benvenuti, nella sua appassionata prefazione al libro, che è stata intitolata curiosamente Copertina, ci introduce ad apprezzare questi profili. Che coniugano “l’immediatezza del post con la profondità del saggio, l’umanità del punto di vista sociologico con l’audacia della poesia e l’efficacia della psicanalisi con la visione d’insieme della storia”.
16 brevi brani
Leggendo questi sedici brevi brani, tutti narrati in prima persona, infatti, veniamo proiettati nell’interiorità di questi (finalmente) protagonisti. Che si confessano, quasi, gettando nuova luce su altrettanti personaggi che credevamo di conoscere bene.
L’ordine
In ordine rigorosamente cronologico, ecco che ci compaiono davanti Jean Passepartout (1872), Yanez de Gomera (1883), Il dottor Jekill con il suo alter ego mister Hide (1886), John Watson (1887), Il sergente Garçia (1919), La signora Maigret (1933), Archie Goodwin (1934), Robin (1940), Kit Carson (1948), Cico (1961), Moneypenny (1962), Eva Kant (1963), Il dottor McCoy (1966), Gufo triste (1966), Margot (1967), Groucho (1986).
Quante storie dietro a 16 comprimari
Tutti ci mettono a parte del loro vissuto a fianco dei nostri eroi. Raccontandoci anche qualche segreto inconfessabile. Come, per esempio, le scarse doti amatorie di Diabolik che si eccita di più quando uccide rispetto a quando fa l’amore (Eva Kant ci svela che “consuma rapporti brevi e nemmeno tanto intensi”, chi l’avrebbe mai detto?, ma del resto, lo sappiamo bene che nessun re rimane tale davanti al suo maggiordomo). L’amore vero, incondizionato, della Signora Maigret per il commissario creato da Simenon, invece, resiste alla solitudine e alle traversie della vita e ci viene restituito in un monologo delicato e venato di malinconia. E che dire dell’ironia con cui viene gestita la voce di Moneypenny, l’impeccabile segretaria dell’MI6, i servizi segreti britannici, destinata a sopportare con la pazienza degna di una santa il narcisismo patologico di James Bond. Un “uomo schiacciato dalla depressione, che invecchia male e che è vittima della sua stessa celebrità”, quando rientra da una delle sue mirabolanti missioni? Eppure, dal canto mio, nulla potrà mai offuscare il fascino di un Sean Connery (l’unico e inimitabile 007 cinematografico, per me).
Il rapporto autore – personaggi
In questi ritratti ogni comprimario, in cui Coglitore si è immedesimato con vera maestria, si mette a nudo relazionandosi con chi ha affiancato in tante avventure. E così vediamo con occhi diversi, ad esempio, gli investigatori Sherlock Holmes e Nero Wolfe. Gli eroi dei fumetti Tex Willer, Batman e Zagor. O dei telefilm come Zorro che hanno abitato la fantasia giovanile di molti di noi e che qui ritroviamo arricchiti di sfumature imprevedibili. Ma meglio non svelare troppo per non togliere la sorpresa ai lettori.
L’autore, con una scrittura raffinata e sapiente riesce a dare a ciascuno di questi comprimari una voce diversa, personale e riconoscibile. Rivelando doti psicologiche e narrative davvero sottili, regalandoci una lettura piacevole e intensa.
Grazie ad Annalisa Bruni per la bellissima recensione. E alla redazione di èNordest per averla pubblicata.
🙂