In Ciad il tasso di diffusione del virus dell’epatite B è una piaga. “La diffusione di questo virus è molto più elevata rispetto all’Hiv che causa l’Aids”, parola del professor Alì Mahamat Moussa, primario di gastroenterologia e direttore della Scuola di specializzazione universitaria in gastroenterologia del Centro Bon Samaritain della capitale N’Djamena.
Il progetto di volontari Terzomondo Magis Mestre
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Per questo motivo “Dal Veneto una nuova speranza per mamme e neonati del Ciad” è un titolo che ben spiega l’obiettivo dell’incontro pubblico, tenutosi il 21 maggio al centro Candiani a Mestre, in cui l’associazione Volontari Terzomondo Magis Mestre ha presentato il progetto avviato in Ciad per una campagna di vaccinazione di mamme e neonati contro l’epatite B, in collaborazione con l’ Ufficio Cooperazione internazionale della Regione Veneto e Assessorato Politiche di Welfare del Comune di Venezia.
Obiettivo Ciad: vaccinare 500 neonati entro 24 ore dalla nascita
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L’obiettivo è vaccinare alla nascita almeno 500 neonati per impedire che possano contrarre il virus dalla madre (se positiva) o nella prima infanzia, viste le drammatiche condizioni igienico sanitarie in cui versa la popolazione. La vaccinazione infatti impedisce al virus di penetrare nell’organismo, eliminando radicalmente il rischio che si possa innestare una epatite cronica che nel giro di alcuni anni può provocare cirrosi o cancro del fegato in soggetti giovani.
Una lotta a sostegno della qualità della vita e della sopravvivenza di neonati e bambini, un progetto che ha già coinvolto il Ministero della Salute del Ciad e che mira a sensibilizzare di l’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’attuazione di un programma di vaccinazione dei neonati contro l’epatite B nelle aree più esposte dell’Africa.
La testimonianza del professor Moussa, motivare gli operatori sanitari
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In collegamento dal Ciad, il professor Moussa, ha spiegato nei dettagli la difficile situazione sanitaria: “Il paese conta 18 milioni di abitanti che vivono in un territorio desertico, con un clima caldissimo e una sistematica carenza di acqua. In questo contesto il progetto ha voluto rafforzare la formazione del personale presente, ostetriche e operatori sociosanitari, a partire dai centri di salute (che sono piccole strutture periferiche, paragonabili agli studi dei medici di famiglia).
Nel Ciad vi è una significativa morbilità e mortalità per epatite B, per questo motivo il progetto di vaccinazione alla nascita è strategico per fermare la trasmissione del virus verticale da madre a figlio, soprattutto durante il parto”.
In Ciad nella capitale N’Djamena coinvolto l’ospedale le Bon Samaritain
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Il progetto è sviluppato nell’area urbana e periurbana della capitale N’Djamena, avendo come centro. Le donne incinte che accedono ai cinque Centri di Salute, e che hanno come riferimento il complesso ospedaliero Universitario Le Bon Samaritain (CHU-BS), sono sottoposte ai test diagnostici rapidi e, se positive, eseguono gli esami del sangue e la carica virale. Le madri sono accompagnate durante tutto il periodo della gestazione, sia a livello sanitario che psico-sociale, fino al momento del parto.
In Ciad testate 2548 donne, risultate positive al virus epatite b 276 donne incinte sottoposte a trattamenti antiretrovirali
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“L’elevata diffusione del virus ha richiesto un approccio globale che include la prevenzione dell’infezione nelle giovani donne, lo screening durante la gravidanza, la cura e il monitoraggio delle donne incinte con epatite B cronica, e la somministrazione del vaccino contro l’epatite B ai neonati entro le prime 24 ore dalla nascita – ha raccontato Sabrina Atturo, cooperante della Fondazione Magis e responsabile del progetto. – Finora le donne testate sono state 2548; le donne incinte invece risultate positive al virus dell’epatite B, e sottoposte subito a trattamento con antiretrovirali, sono ben 276”.
In italia diffusione media del virus, non bassa e preoccupazione per diminuzione vaccinazioni
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Un progetto importante dunque anche secondo Sandro Panese, direttore Malattie Infettive dell’aulss 3 Serenissima. Che ha sottolineato come, anche in Italia, la diffusione del virus dell’epatite B sia media e non bassa, mentre il tasso di vaccinazione sta scendendo. “Il virus dell’epatite B può provocare gravi danni alla salute e può portare ad una morte prematura. Soprattutto se la malattia cronica viene contratta nell’infanzia o nell’adolescenza, poiché gli effetti più pericolosi possono manifestarsi già in giovane età. Perciò è fondamentale non abbassare la guardia e aumentare la sensibilizzazione alla prevenzione con la vaccinazione e alla diagnosi precoce con test specifici. A seguito dei quali, in caso di positività, si può dare avvio a trattamenti con antiretrovirali per abbassare drasticamente la carica virale potenzialmente pericolosa”.
Cooperazione della Regione Veneto: strategica la collaborazione al progetto da parte del ministero della salute del Ciad
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Nel suo intervento Agostino Candito, rappresentante dell’Ufficio Cooperazione internazionale della Regione Veneto, ha evidenziato come sia cruciale che iniziative di questo tipo, co-finanziate dall’ente, trovino poi risposte e sostegno a livello locale. in questo caso è stata particolarmente apprezzata la collaborazione con il Ministero della Salute del Ciad. per la prosecuzione dei richiami da effettuare sui neonati vaccinati alla nascita e la prospettiva di coinvolgimento anche dell’OMS.
All’incontro sono intervenuti anche Fabio Minniti, referente della Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per la sede di Nyamey (Niger) competente anche per il Ciad. E Andrea Sperandio, presidente dell’associazione Mestre Mia. che hanno sostenuto la validità del progetto dalle differenti prospettive.
La storia pluridecennale di VTM Magis Mestre
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L’incontro è stato moderato da Giovanni Sarpellon, noto sociologo. Tra i fondatori dell’associazione Magis (movimento di cooperazione dei gesuiti) e tra i primi volontari internazionali veneziani andato in Ciad oltre 50 anni fa.
Il presidente della sezione Volontari Terzomondo Magis Mestre, Giuseppe Sbalchiero ha ricordato che VTMagis Mestre è nata dalla sensibilità di padre Silvio Zarattini. Gesuita che ne è stato fondatore, ponendo dall’inizio la centralità del volontario laico nella promozione di programmi di sviluppo.
Volontari mestrini in missione non solo in Ciad ma anche in Congo
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“La Casa Charles de Foucauld di via Monte Grappa ha formato molti volontari e numerosi sono stati i missionari che hanno condiviso con noi importanti testimonianze. – Ha concluso Sbalchiero.- Nella Repubblica Democratica del Congo attualmente abbiamo dei progetti di sostegno scolastico e sanitario. Questo attraverso un nostro volontario Carlo Volpato e sua moglie Kavira. Poi due consacrate laiche Antonina Lo Schiavo che dirige la scuola superiore riconosciuta dallo stato, Atelier di Nazaret e Luisa Flisi. Impegnata nella formazione professionale rivolto dei giovani e nella casa di Betania, per persone con handicap.” Per informazioni e sostegno ai progetti: info@vtmmagismestre.org