Giorgio Crovato, storico del ‘900, ha appena presentato assieme al fratello Maurizio, il libro sull’isola di Murano. Produzione del vetro artistico, tormentata dalle innovazioni tecnologiche e dall’invasione cinese di falsi low cost. È il terzo volume in ordine di tempo, dopo S.Erasmo e Pellestrina che lo storico veneziano scrive per la collana diretta dal professor Mario Isnenghi, dal titolo: “Novecento a Venezia. Le memorie, le storie”. Edizioni Il Poligrafo. I gemelli Crovato, Giorgio, laureato in Storia e Maurizio, in Lettere e Filosofia, entrambi all’Università di Ca Foscari, partono da una analisi di fine Ottocento, quando nel 1898, ben 14 fabbriche muranesi si consorziarono per fare nascere le Conterie veneziane di Murano, industria che raggiunse anche tremila addetti. Producevano perle e prodotti per collane che fecero il giro del mondo. L’originalità delle conterie novecentesche: le maestranze bene addestrate. La metà erano donne, incaricate nei lavori più delicati che richiedevano delicatezza e sensibilità.

Chiediamo a Giorgio Crovato, perché erano importanti le Conterie?

“Murano, realtà ancora autonoma, ha fondamentali personaggi. Due sono sacerdoti del calibro dell’abate Vincenzo Zanetti e l’azione sociale di don Luigi Cerruti, oppure dell’imprenditore Antonio Salviati, che era vicentino. L’abate Zanetti si inventa il museo del vetro e la storia della produzione artistica connessa con l’istruzione, monsignor Luigi Cerruti, addirittura la prima cassa rurale cattolica italiana e le prime cooperative per le case popolari a riscatto. Murano era una realtà urbana all’avanguardia con i suoi 7 mila abitanti. Poi arrivano i contributi da fuori. L’imprenditore Salviati, arrivato a Venezia come avvocato, si innamora della produzione vetraria e dà un notevole impulso alla produzione di mosaici e nuove creazioni. Da ultimo negli anni Ottanta, Raul Gardini e sua figlia”.
Però Murano, esattamente cento anni fa, perdeva la sua autonomia amministrativa?

“Nel 1923 ci sono i cosiddetti tumulti o rivolta di Murano. I giornali fascisti dell’epoca tentano di arginare la notizia. Però la ribellione esce con illustrazioni e articoli nei principali quotidiani e settimanali dell’epoca. Il fatto incredibile è che la piazza di ribelli non è fatta solo di operai con le bandiere rosse, ma imprenditori, preti e donne in prima fila. Interviene addirittura Giovanni Giuriati, potente politico fascista con mamma muranese, storica famiglia Bigaglia, per arginare la protesta. Alla fine Murano dovette cedere”.
E come rinasce l’industria del vetro a Murano?

“Un esempio. Carlo Scarpa, il grande architetto. Nel 1924, antifascista, si rifugia nelle fabbriche di Murano e diventa artefice di una nuova concezione del vetro artistico. Il maestro soffiatore e il designer affiancati in fornace. I celebri vetri di Venini che oggi valgono una fortuna, nascono così. Scarpa passò metà della sua esistenza a Murano”.
E nel dopoguerra?

“La Società Veneziana Conterie, tra il 1950-70 produce per il mondo intero. I suoi prodotti artistici sono rinvenuti nei più dispersi paesi africani. Resistette fino al 1993 con l’arrivo della concorrenza cinese. Ma questa è storia dei nostri giorni”.
L’inizio della crisi a Murano?

“Parlo da storico. Negli anni Ottanta sotto accusa il costo del metano per le fornaci e gli impianti obsoleti. Il sindaco Mario Rigo nel 1982 organizza un “Convengo nazionale sul vetro” e viene allestita a Palazzo Ducale la mostra “Mille anni dell’arte del vetro a Venezia”, poi nel 1985 nasce il Consorzio Promovetro, ma ormai tanti imprenditori puntano per la produzione in terraferma”.
E oggi?

“Il tema è: resistere resistere resistere. C’è tanta cultura e sapienza a Murano che una produzione attiva dal XIII secolo sarà difficile da estirpare. Bisogna informare e convincere le nuove generazioni che il lavoro artigiano vale molto di più di una laurea o un dottorato. La scuola dell’Abate Zanetti tenta di vincere questa scommessa”.
Lei come storico, è fiducioso sul futuro di Murano?
“Credo nella tenacia dei muranesi. È una piccola isola conosciuta in tutti i continenti. E saprà difendersi”.
Ringraziamenti?

“Il libro Murano nel ‘900 è fondamentale per la collaborazione e ricca documentazione fotografica. In primis l’archivio di Arturo Zaniol, poi le stupende foto di Gigi Ferrigno, Maurizio Rossi Sustin e Alessandro Rizzardini”.
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