Il direttore della Veritas Andrea Razzini: 70 milioni di metri cubi d’acqua per 36 comuni. Ormai siamo all’emergenza idrica e l’estate che deve arrivare si presenta già come una stagione difficilissima. Il Governo ha deciso la strada di un Commissario all’emergenza, anche nel Pnrr si è cercato fino all’ultimo di trovare fondi per affrontare il problema. Una situazione legata non soltanto alla scarsità d’acqua causata dalle mancate precipitazioni, ma in gran parte del territorio anche all’inadeguatezza di strutture come gli acquedotti e le reti fognarie. La quantità d’acqua che si perde lungo strada è in molte zone impressionante. Tanto da correre il rischio siccità.
La situazione in Italia per il rischio siccità
Gli italiani sono in Europa i maggiori consumatori di acqua potabile: 150 metri cubi per famiglia in un anno. Allo stesso tempo, sono anche i maggiori consumatori di acqua minerale: 222 litri a testa. Ogni veneto consuma 250 litri d’acqua al giorno.
Nel Veneto sembra che le cose per ora possano reggere, tenendo anche conto che si tratta di una delle regioni italiane con risorse idriche più alte, con un numero di fiumi notevole, con risorse naturali importanti. Una delle regioni di altissimo sfruttamento idroelettrico.
Adesso siamo di fronte a problemi derivati dalla crisi agricola, nelle campagne la mancanza d’acqua sta mettendo in pericolo interi raccolti, molti prodotti stagionali sono a rischio. Si ricorre al razionamento dell’acqua per l’irrigazione. Non solo, riemerge e con largo anticipo il problema del cuneo salino: in prossimità delle foci dei grandi fiumi, dal Po all’Adige al Piave al Brenta, non trovando resistenza l’acqua del mare risale e invade le prime coltivazioni causando i danni legati alla salinità.
Per farsi un’idea
Per dare un’idea della situazione: nel Veneto si snodano 47 mila chilometri di rete idrica che ogni anno fanno scorrere nei nostri rubinetti un miliardo di metri cubi d’acqua potabile.
Sull’emergenza idrica nel Veneto “enordest” ha intervistato il direttore generale della Veritas di Venezia-Mestre, il dottor Andrea Razzini. La sua azienda garantisce l’acqua e l’igiene urbana ai comuni della città metropolitana. Veritas è un acronimo, sta per: Veneziana Energia Risorse Idriche Territori Ambiente Servizi. E’ un’azienda impegnata nel dare servizi pubblici essenziali di acqua e raccolta e smaltimento dei rifiuti sul territorio; si occupa ora anche di energia rinnovabile. 3000 dipendenti, il fatturato del gruppo è di 400 milioni di euro.
Dottor Razzini quanti comuni serve la Veritas e per quale territorio?
“L’acquedotto gestito da Veritas serve 36 Comuni: 29 appartenenti alla Città metropolitana di Venezia e 7 alla provincia di Treviso. Si consumano 120 milioni di metri cubi d’acqua: l’acquedotto civile porta 70 milioni di metri cubi; vengono trattati 88 milioni di metri cubi di reflui. Come si vede la Veritas distribuisce acqua potabile per 70 milioni di metri cubi. Serve una rete idrica di 5.343 km (6.053 km con la rete di adduzione). Provvede a una rete fognaria di 2.768 chilometri, conta su 37 impianti di depurazione, 14 impianti di potabilizzazione e disinfezione, 85 serbatoi. Ha 73 punti di prelievo tra falde acquifere e fonti superficiali.
Tuttavia i numeri, pur molto importanti, da soli non riescono a spiegare quanto è complesso gestire un’infrastruttura così rilevante come appunto un acquedotto. Né è così semplice sintetizzarne i contenuti. Per questo, invito chi volesse approfondire il tema a consultare il sito internet www.gruppoveritas.it, in particolare i bilanci di sostenibilità, reperibili nella sezione https://www.gruppoveritas.it/il-gruppo-veritas/obiettivi/bilanci-di-sostenibilita”.
Quali problemi e rischi ha comportato il rischio siccità iniziata l’estate scorsa?
“I problemi dell’estate scorsa sono stati causati dalla risalita del cuneo salino nel fiume Livenza, che per quattro giorni ha impedito il corretto funzionamento del potabilizzatore di Boccafossa. Un evento anomalo, mai verificato fino a oggi. Tuttavia, i disagi per i cittadini dei territori interessati sono stati molto limitati, da un lato per l’ottimo lavoro dei nostri tecnici e alla collaborazione del Consorzio di bonifica Veneto orientale che ha permesso il collegamento a una nuova fonte di approvvigionamento – che comunque abbiamo lasciato attiva – dall’altro grazie al commissario regionale all’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua, che a livello veneto, dove la crisi idrica è stata molto più intensa e presente, ha realizzato un essenziale lavoro di coordinamento.
Questo, in realtà, è stato l’unico disagio evidente che si è verificato l’anno scorso nel nostro territorio, dal momento che nelle altre aree l’approvvigionamento idrico è stato supportato dal Savec, il sistema acquedottistico del Veneto centrale, un’opera pubblica straordinaria e strategica, realizzata grazie a Regione Veneto/Veneto acque e ad alcuni gestori idrici, quali Etra. Acque Venete e Veritas, appunto”.
Cosa prevede questa opera?
“Il progetto interessa un’area molto vasta che si trova all’interno delle province di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza e, grazie all’unione di due grandi anelli acquedottistici, garantisce acqua di migliore qualità e allontana il rischio di crisi idriche dalle zone che attualmente utilizzano per scopi idropotabili l’acqua prelevata dai fiumi Po e Adige. Per il rifornimento idrico potabile di Chioggia e Sottomarina durante il periodo estivo, quando cioè si registrano i maggiori picchi di consumi legati anche al turismo, oltre al Savec è stata utilizzata anche la grande condotta sublagunare che parte dalla centrale di Sant’Andrea, a Venezia. Veritas ha presentato anche un ulteriore e importante progetto, all’interno dei bandi per il Pnrr, per il completamento del Savec, con partenza dalla centrale idrica della Gazzera fino all’attacco della conduttura per Chioggia. Al momento, però, non sappiamo come il progetto sia stato inserito nel Pnrr”.
Quali problemi prevedete per la prossima estate per il rischio siccità?
“I problemi per la prossima estate sono sostanzialmente legati alla perdurante scarsità di pioggia che è stata registrata durante l’inverno, ma soprattutto alla mancanza di neve; infatti le falde si ricaricano quando nevica o con lo scioglimento dei ghiacciai. In pratica siamo in presenza di una lunga siccità che non ci ha mai abbandonato dall’inizio della scorsa estate, tanto che a fine dicembre il Governo ha confermato lo stato di emergenza idrica nelle regioni del centro-nord, Veneto compreso. Invece, a metà marzo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha emesso un’ordinanza che dichiara lo stato di crisi idrica e prevede alcune limitazioni per evitare appunto gli sprechi. Solo nel settore degli acquedotti e dell’approvvigionamento idrico – escluse quindi fognatura e depurazione – Veritas ha impegnato e investito negli ultimi mesi oltre 40 milioni di euro”.
Come sta intervenendo Veritas?
“Gli sforzi maggiori sono rivolti alla riduzione delle perdite in rete, che adesso oscillano tra il 30% e il 35%, a seconda delle zone. Queste perdite, che comunque non sono effettivamente tali sia per effetto di un sistema di calcolo molto complesso che include la perdita amministrativa (quella della misura dei contatori, quindi non una perdita fisica), sia perché l’acqua che esce dalle giunture delle condutture più vecchie non va perduta dal punto di vista ambientale, ma torna nella falda.
Le perdite, infatti, si concentrano soprattutto nelle reti più obsolete o in quelle di trasferimento di maggiori dimensioni, ad esempio le adduttrici che portano acqua dai punti di prelievo alle centrali di rilancio e distribuzione. Anche se oltre il 50% degli investimenti annuali viene dedicato proprio alla manutenzione delle reti dell’acquedotto, il fatto che sia necessario avere più risorse per rinnovare queste reti discende anche da una tariffa bassissima, fino a 10 volte inferiore rispetto a quelle europee, ma che è anche un costume nazionale, dal momento che la media italiana da oltre 50 anni oscilla tra 40 e 50%.
Non a caso, tra gli investimenti prioritari di Veritas in corso ci sono proprio rifacimenti e manutenzioni straordinarie delle grandi adduttrici, ad esempio le condotte tra Ponte di Piave e Roncadelle e tra Quinto di Treviso e Mestre. E’ comunque da ricordareche gli acquedotti e gli utilizzi sanitari e alimentari dell’acqua impattano per meno del 10% sul totale dei consumi idrici rispetto a tutti gli altri usi. Il resto riguarda l’agricoltura e l’allevamento, fino al 70%; e l’industria idroelettrica o manifatturiera, tra il 20% e il 30%”.
Qual è il decalogo per il risparmio idrico che ogni cittadino dovrebbe applicare?
“Il risparmio idrico è più sentito da chi abita in città o ha sviluppato una buona consapevolezza rispetto alla propria impronta ecologica sul Pianeta. Tante volte i pozzi a libero scorrimento che si vedono in campagna sono un segnale di forte spreco di acqua di falda, così come testimonia la ricchezza di acqua dolce dovuta a condizioni climatiche ormai stabilmente modificate. Nel caso degli acquedotti civili, la riduzione dei consumi genera un calo di pressione in rete ed entrambe le cose possono aiutare a ridurre perdite e prelievi, diminuendo quindi la necessità di acqua potabile.
Questa è una circostanza molto importante, perché risulta evidente che il comportamento del singolo può generare grandi cambiamenti la collettività e raggiungere obiettivi molto importanti, capaci addirittura di contrastare la siccità. Per questo i consigli che diamo sono fondamentali soprattutto di fronte alla circostanza che la risorsa idrica è ormai scarsa, e forse lo sarà sempre di più. In realtà non è un decalogo, i consigli infatti sono undici e, se ben applicati da tutti, sono in grado di produrre grandi risultati. Piccoli sforzi di modifica delle abitudini che possono anche fare risparmiare qualche soldo nelle bollette idriche, oltre che farci partecipare direttamente alla grande sfida di ridurre gli impatti ambientali che generiamo nel
11 consigli del direttore della Veritas per affrontare il rischio siccità
1)Applicare ai rubinetti un frangigetto. Si tratta di un miscelatore che costa pochi euro, arricchisce di aria il getto d’acqua dando così la sensazione di una maggiore forza, e fa risparmiare ogni anno migliaia di litri di acqua.
2) Fare manutenzione alla rete idrica domestica. Un rubinetto che gocciola o un water che perde non devono essere trascurati: una sola goccia al secondo può far sprecare una ventina di litri di acqua al giorno. Per controllare di non avere perdite, è sufficiente chiudere tutti i rubinetti e controllare che il contatore non giri.
3) Usare razionalmente lo scarico del wc. Il 30% dei consumi idrici domestici è legato appunto a questa operazione: ogni volta che si aziona lo sciacquone, spesso solo per un pezzettino di carta, se ne vanno oltre 10 litri d’acqua. Quindi, installare gli scarichi a rilascio differenziato o, in alternativa, abbassare il galleggiante per ridurre il livello di acqua nella cassetta.
4) Fare la doccia invece del bagno. Una vasca da bagno contiene circa 150 litri, mentre per una doccia di 3 minuti ne servono 50. Meglio anche installare nella doccia un riduttore di portata, in grado di limitare ulteriormente i consumi.
5) Non tenere aperti i rubinetti inutilmente. Quando ci si lava i denti o ci si rade, il rubinetto deve rimanere aperto solo il tempo necessario. Per verificare quanta acqua si spreca lavandosi i denti o radendosi con l’acqua corrente, basta chiudere il tappo del lavandino.
Gli altri 5 consigli per evitare il rischio siccità
6) Limitare l’uso dell’acqua corrente anche in cucina. Per lavare i piatti conviene raccogliere nel lavello la quantità di acqua necessaria. L’acqua di cottura della pasta e delle patate ha un forte potere sgrassante ed è ottima per lavare piatti e stoviglie, permettendo un risparmio idrico, energetico e di detersivo.
7) Utilizzare elettrodomestici solo a pieno carico. Con un lavaggio settimanale in meno sarà possibile risparmiare in un anno 5.000 litri di acqua e centinaia di euro di energia elettrica.
8) Raccogliere l’acqua che esce dai rubinetti in attesa che diventi calda. Può essere usata per lavare i pavimenti, i vestiti, annaffiare le piante o qualunque altro uso domestico.
9) Raccogliere in una bacinella l’acqua di lavaggio della frutta e della verdura e riutilizzarla per annaffiare le piante.
10) Annaffiare piante e giardini alla sera. L’evaporazione sarà minore, quindi servirà meno acqua. Se possibile, raccogliere l’acqua piovana e usarla per questa operazione.
11) Non usare l’acqua potabile per lavare l’auto. L’auto sporca non è un problema, un rubinetto a secco a causa della siccità, certamente lo è.