Un viaggio nel colore, nella storia millenaria e nella natura allo stesso tempo. Con il suo libro dedicato all’arte tintoria, Ennia Visentin accompagna tanto esperti quanto neofiti e semplici curiosi di questa antichissima pratica lungo la sua storia dalle “radici antiche”, come lei stessa le definisce. Attraverso i processi e le tecniche, dall’attrezzatura alle sostanze e agli additivi, dalla mordenzatura alle piante che la natura ci offre per tingere. Proprio le piante sono le vere protagoniste di questo lavoro, che arricchiscono la nostra vita con il rosso, il giallo, il blu, il verde, il marrone e il nero e le infinite sfumature e toni che le combinazioni di questi colori ci regalano. Da questa consapevolezza deriva per Ennia Visentin un profondo rispetto per natura e un messaggio alla fine: un nuovo modello etico-culturale.
Un approccio green, che valorizza gli scarti delle lavorazioni agroalimentari in una completa economia circolare, traendo dal nostro antico patrimonio culturale nuove opportunità di lavoro e di vita sostenibili. A raccontarcelo la stessa Ennia Visentin in un’intervista in esclusiva per www.enordest.it.
Ennia Visentin, lei è passata dalla pittura alla tintura, scrivendoci anche un libro molto particolare. Ci racconta come è nato?
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“Natura & Colore – Nuove prospettive dell’arte tintoria”, ecco! Questo è il libro che ho scritto grazie all’Ecomuseo di Maniago “Lis Aganis”. L’ho scritto nel 2019 ed è il frutto di 12 anni di lavoro e di studio. Prima studio sui testi antichi, che sono per me fondamentali per questa ricerca, e poi sperimentazione sul campo, prendendo anche spunto da studi fatti presso Istituti di ricerca, in modo particolare da università, in modo da poter mettere in relazione quella che è la nostra tradizione, un bagaglio culturale antichissimo e preziosissimo che noi abbiamo da millenni, con quelle che sono le nuove ricerche e quindi tecnologie moderne che abbiamo a disposizione”.
Ennia, il libro sembra molto tecnico in alcune parti, ma l’inizio?
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“Nella prima parte faccio un excursus storico per spiegare, anche alle persone più digiune della materia, come quest’arte sia nata e abbia radici antichissime. Parliamo della preistoria dell’uomo che nel suo percorso lungo millenni, forse da un gesto casuale o da una scoperta accidentale, che poteva essere una pozza colorata di foglie marce oppure l’estrazione di minerali dalle pareti di una grotta, nel corso dei millenni si è trasformata in quello che per noi oggi è l’arte del colore. Un percorso che ha visto coinvolte popolazioni completamente diverse tra loro, e anche molto distanti tra loro, fino ad arrivare ai nostri giorni, dove abbiamo la possibilità di avere di uno stesso colore infinità di sfumature e di toni differenti”.
E quando finisce la narrazione storica?
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“Parte da radici storiche, ma poi affronta tutta una serie di indicazioni tecniche per la conoscenza del colore, che cos’è il colore quali sono le materie coloranti indispensabili per l’utilizzo in tintoria ma anche per l’utilizzo nel settore pittorico. La valorizzazione e lo studio di quelle che sono le piante che per tradizione hanno segnato l’evoluzione dell’arte tintorea fino ad arrivare a quelle che sono probabilmente un migliaio di piante tintoree. Questo numero ogni giorno di più viene ad essere incrementato, perché attraverso le nuove ricerche scopriamo sempre di più piante che hanno la potenzialità tintorea proprio per la resistenza e la solidità del colore”.
Ennia, il cuore del libro può essere considerato un manuale?
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“C’è un’analisi di tutte le sostanze usate come mordenti, cioè quelle sostanze che sono necessarie affinché il colore possa fissarsi sulla fibra tessile. Sono 37 i prodotti individuati come mordenti, ma anche come materiali additivi e utilizzati per aiutare il processo tintorio, con una particolare attenzione a quelle che sono le caratteristiche chimiche, quindi indicando la tossicità, o la potenziale tossicità nell’uso di queste sostanze.
Inoltre ci sono circa 17 tecniche e procedimenti diversi di mordenzatura, quindi di preparazione delle fibre al procedimento tintorio e 14 sistemi diversi di bagno di colore. C’è tutta una serie di analisi delle piante comunissime che chiunque può trovare sul territorio o avere in casa, perché sono piante ornamentali, orticole, utilizzate e conosciute comunemente o anche che crescono in modo spontaneo nell’ambiente. E una serie di ricette, affinché anche la persona più sprovveduta o alle prime armi possa essere in grado, in autonomia, di raggiungere dei risultati”.
Ennia Visentin, come hai voluto salutare i tuoi lettori alla fine del libro?
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“Concludo con una serie di indicazioni proprio per evitare il più possibile sostanze che possono in qualche modo avere un impatto ambientale. Quindi tutto uno studio, come dicevo prima, di tecniche e di attenzioni, di procedimenti e molte volte piccole sfumature che fanno la differenza. E poi la possibilità di lavorare in rete e far sì che quello che può essere una passione diventi anche una fonte di reddito, ma anche una filosofia e uno stile di vita. Una visione che possa diventare realtà, di un mondo un po’ più pulito da tutti i punti di vista”.
Chi è Ennia Visentin
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Ennia Visentin, si occupa dal 1991 di decorazione murale, prestando particolare attenzione allo studio delle tecniche antiche, delle quali si avvale per la realizzazione delle sue opere. Dal 1993 ha intrapreso lo studio approfondito della gnomonica, disciplina alla base della progettazione e del calcolo degli orologi solari. Elementi di arredamento da lei decorati sono stati esposti presso i Saloni del Mobile di Verona, Milano, Colonia e Parigi ed è possibile ammirare sue opere anche in Austria, Germania, Francia, Belgio, Gran Bretagna e USA.
Dal 1996 è docente di tecniche di decorazione pittorica e affresco per pittori-decoratori presso diversi centri di formazione e specializzazione in varie regioni d’Italia e istituti internazionali. Dal 2000 al 2005 ha insegnato presso il Centro Europeo di Venezia per i Mestieri della Conservazione del Patrimonio Architettonico, Isola di San Servolo. Come esperta di tecniche antiche di decorazione e piante tintorie, ha partecipato a varie trasmissioni radiofoniche e televisive. Ha inoltre collaborato con riviste regionali e nazionali. In collaborazione con l’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis di Maniago (PN) sta coordinando un progetto di sviluppo di filiera corta nell’area pedemontana pordenonese per la produzione di un prodotto etico-culturale utilizzando le fibre tessili e i coloranti vegetali.
L’associazione
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L’Associazione Lis Aganis – Ecomuseo delle Dolomiti Friulane (APS) nasce su impulso dell’Iniziativa Comunitaria Leader + nell’agosto 2004. L’Associazione conta oggi oltre 40 soci (Comuni, Istituti Comprensivi, il Bacino Imbrifero Montano del Livenza, Consorzi Pro Loco e Associazioni Culturali) e una trentina di cellule tematiche inserite nei percorsi ecomuseali acqua, sassi e mestieri. Le cellule ecomuseali sono luoghi in cui ognuno può vivere esperienze ed emozioni, partecipare a laboratori, acquisire conoscenze e saperi, sentirsi protagonista del territorio per conservare e mantenere vivo il patrimonio della Comunità locale. Gli obbiettivi principali dell’Ecomuseo sono la promozione culturale, sociale e civile, il recupero e la valorizzazione dei patrimoni locali, la promozione di una migliore qualità della vita nelle aree rurali e il sostegno a forme di sviluppo sostenibile per il territorio. Per maggiori informazioni: www.ecomuseolisaganis.it