Nel panorama attuale degli attori italiani il friulano Giuseppe Battiston, dotato di una fisicità importante, senza ombra di dubbio risulta tra i migliori, con alle spalle già una quarantina di film, tra questi l’esordio targato 1990 con “Italia-Germania 4 a 3, passando per “Pane e Tulipani”, “La bestia nel cuore”, “La giusta distanza”, “La passione”, “Zoran, il mio nipote scemo”, “Perfetti sconosciuti”, “Troppa grazia”, “Il grande passo” e tanti altri dove è stato diretto da registi eccellenti in primis il compianto Carlo Mazzacurati.
Battiston dal teatro alla macchina da presa
Molto ricca anche la sua carriera teatrale, ma oggi ha deciso di cimentarsi dietro la macchina da presa e l’ha fatto con grande garbo e un pizzico di poesia che non guasta. Nelle sale cinematografiche già da una decina di giorni la sua prima “fatica” che s’intitola “Io vivo altrove”, ispirato dal racconto incompiuto di Gustave Flaubert “Bouvard e Pecuchet”. La storia vede protagonisti Fausto Biasutti (Giuseppe Battiston) che è sempre allegro, disponibile verso il prossimo anche se avrebbe qualcosa da ridire sulla sua vita e l’altro, anche lui di nome Fausto e cognome Perbellini (Rolando Ravello), che invece abita ancora assieme alla madre. Entrambi vivono a Roma e casualmente le loro strade s’incroceranno diventando in qualche modo amici.
Battiston e la rivincita
Battiston erediterà un vecchia casa in mezzo alla campagna friulana a ridosso di un paesino d’immaginazione denominato Valvana (realmente si tratta di Valle di Soffumbergo vicino a Faedis) e deciderà di andare a viverci assieme al nuovo amico. Entrambi avranno in animo di poter cambiare vita facilmente dando libero sfogo ai loro sogni che prima erano chiusi in un “cassetto” vivendo in una grande città.
Un inizio difficile
Però gli abitanti della zona, a parte un paio di persone (la farmacista e il prete) non li accoglieranno particolarmente bene, creando degli attriti anche fra loro due. Inizieranno anche a litigare spesso dandosi anche del “lei” e aspettando a turno le rispettive scuse. In questo frangente uno dei due si rivolgerà all’altro citando Goethe “Forte non è colui che non cade, ma colui che cadendo si rialza”. Sono due uomini di mezza età che cercano una sorta di rivincita con alle spalle esperienze lavorative diverse, Biasutti (Battiston) è bibliotecario, mentre Perbellini (Orlando Ravello) è un perito elettrotecnico ma legge i contatori del gas.
Come diventare eroi senza volerlo
La campagna cercano ostinatamente di viverla con una certa purezza anche se hanno difficoltà nel capire l’essenza della terra, non essendo mai stati alle prese con le piante, la frutta e la verdura da coltivare. Però la differenza con il racconto incompiuto di Flaubert deriva proprio dal fatto che Battiston arriva ad un finale e lo fa in maniera molto esemplare dando agli spettatori un messaggio decisamente positivo della vita. L’autosufficienza che è fondamentale, senza sapere dove voleva realmente arrivare Flaubert. Non importa secondo Battiston, bisogna avere la forza e lo spirito giusto per arrivare in fondo alle cose desiderate, così come pare vogliano dire i nostri “eroi” Biasutti e Perbellini.
Regia: Giuseppe Battiston. Cast: Rolando Ravello, Giuseppe Battiston, Teco Celio, Diane Fleri, Ariella Reggio, Alfonso Santagata. Produzione: Italia. Anno: 2022. Genere: commedia. Durata: 105 minuti.