A Treviso, da quindici anni, è attiva una scuola di scrittura ideata e diretta da Bruna Graziani, nota ai lettori di questa rivista anche per il suo ruolo di direttrice artistica del festival letterario CartaCarbone. Questa scuola reca il nome di “Il Portolano” e organizza corsi per chi desidera ritrovarsi affrontando un percorso autobiografico (“Scavo”), per chi invece vuole approfondire la narrazione tout court (“Strumenti” e altri percorsi tematici). A fianco di momenti dedicati ai diversi aspetti della narratologia e affidati a docenti (scrittori e critici), una parte molto importante è costituita dalla scrittura e dalla lettura condivisa e commentata in gruppo dei testi prodotti dai partecipanti. Da questo intenso lavoro ogni anno esce un’antologia di racconti (quest’anno Fino a cent’anni) che permette a chi si iscrive non solo di farsi leggere da un pubblico più ampio, ma anche di confrontarsi con l’editing e la costruzione di un libro che viene immesso nel mercato.
Cent’anni e ci si mette in gioco
Un’occasione non solo per mettersi in gioco, farsi conoscere e affrontare la fatica della pubblicazione, ma anche per sperimentare in prima persona la forma letteraria forse più difficile, quella del racconto breve. Ogni autore deve infatti condensare la sua storia in un preciso numero di battute, rispettare delle norme editoriali, mettere in scena una situazione che si svolga in poche pagine, dare vita a un personaggio rendendolo credibile. Una vera palestra, fondamentale per allenarsi nell’arte della narrazione attraverso una precisa forma letteraria che, come sosteneva lo scrittore britannico Victor Sawdon Pritchett (1900-1997) tratta di “qualcosa intravisto con la coda dell’occhio, di sfuggita”.
L’abilità
La forma breve e brevissima richiede infatti l’abilità di illuminare una vita, un amore, una situazione, anche un sentimento – pensiamo ai Sillabari di Parise, per esempio – andando per sottrazione e lasciando il compito di riempire il non detto al lettore. Il racconto non può permettersi momenti di caduta o stanchezza – cosa che si può perdonare a un romanzo – deve possedere un equilibrio perfetto, una tenuta costante dall’inizio alla fine.
Fino a cent’anni

Fino a cent’anni è il titolo dell’antologia uscita nell’ottobre 2022 per i tipi di Aut edizioni di Treviso. Raccoglie, sotto la vigile guida di Bruna Graziani, il lavoro degli allievi di “Strumenti” della scorsa annualità. Un’antologia nella quale il personaggio svolge un ruolo centrale, scelta che la curatrice motiva così, nella sua prefazione al volume: «Senza personaggio non c’è storia mentre non è del tutto vero il contrario, se per storia intendiamo una vicenda fatta di trame e intrecci. Tanti racconti sono d’atmosfera e la trama serve a poco. Quello che interessa è la creatura che si barcamena tra le difficoltà e le conquiste. Procede spesso improvvisando, con i mezzi che può, a volte con successo e a volte fallendo. Esattamente come noi».
«E come noi, deve essere costruito come un bassorilievo, con dei chiaroscuri che mostrino qualità ma anche contraddizioni, perché, per essere interessante deve un poco somigliarci altrimenti non riusciremo mai a immedesimarci in lui. Leggendo, la cosa che ci serve è proprio trovare delle risposte attraverso le azioni di qualcun altro, risposte che ci rinfrancano senza che noi esperiamo direttamente le sue sofferenze e i suoi conflitti, protetti come siamo da un libro che possiamo chiudere dopo che ha svolto la sua funzione, anche catartica».
Gli autori di Fino a cent’anni

Ad affacciarsi dalle pagine del primo racconto (Francesco alla pugna), scritto da Alfredo Baggio, è Francesco d’Assisi. Giovane già in odore di santità, che ci sorprende con il ripresentarsi, dopo un torto subito, del suo mai sopito spirito ribelle.
Il protagonista creato da Edoardo Barea (Torneranno i Metallica), invece, è un adolescente dei nostri giorni. Alle prese con i problemi tipici della sua età, che tutti abbiamo vissuto, più o meno, e che ricordiamo bene.
Over everywhere, di Maria Cristina Benetti, è il ritratto divertente di una signora che non rispetta, diciamo così, i canoni che ci impongono ogni estate, la “prova costume”.
La protagonista del racconto di Donatella Brustolin è invece una badante moldava. Ricorda con nostalgia Le piccole cose (questo il titolo) che ha lasciato nel suo paese alla ricerca di una vita dignitosa. I profumi, i cibi, i gesti che non torneranno più.
Michela De Bortoli, parla di bambini la cui infanzia è stata negata dalla guerra e dalla deportazione. La biglia blu (titolo del racconto) incastonata nel muro della cucina, rimane come testimonianza di un passato che non si può dimenticare.
Anna, la protagonista del racconto di Giuseppina De Zanche E non fu domani, si imbatte dopo molti anni, per caso, nell’uomo che ha amato in gioventù e che l’ha delusa profondamente, lasciandole una ferita che non si è mai rimarginata.
Brevi racconti per cent’anni e tanti autori
Ci sono giornate che partono con il piede sbagliato e in quella di Giosuè, raccontata da Ilaria Fondi sembra proprio che tutto debba andare storto.
Quante volte ci è capitato di sbirciare per pura curiosità il libro di qualcuno che sta leggendo? Le pagine de Il libro bianco di Margit Horsky sveleranno una verità e una storia sorprendenti.
I sogni ci possono venire in soccorso quando la realtà fa troppa paura? Veronica Loschi, assieme alla ragazza protagonista del suo racconto Ovunque tu, sembra dirci che, sì, questo è possibile.
Carlotta Neuenschwander, attraverso la storia (Mancanze) di una donna ossessionata dal desiderio di maternità, ci mostra come l’amore possa superare anche i limiti biologici e naturali.
Una donna è anche la protagonista del racconto Senza gabbie di Enrica Panighello: l’incontro con uno sconosciuto riuscirà a riempire la sua solitudine?
Il personaggio al centro della storia di Carlotta Penzo (Fin dove finisce il cielo) non si rassegna alla sparizione, molti anni prima, del figlio. Ma la soluzione per elaborare un simile dramma forse sta nell’abbandonarsi al destino.
Maria Luisa Tegon, con Il circo, ci invita a seguire un vivace ragazzino, Vito, nel suo desiderio di emulare le magie dei prestigiatori terrorizzando una vicina che lo guarda inorridita mentre sega un cartone con dentro un bambino urlante.
Vittorio, il protagonista del racconto di Francesca Tronchin L’occasione, è un padre che cerca di salvare ciò che ha di più caro al mondo.
Tra i racconti anche la ricerca di un tesoro
Luisa Vendramin, in Tu chi sei ?, ci immerge nell’avventura di un nonno e un nipote alla ricerca di un tesoro.
Il volume si conclude con Andrea, il protagonista del racconto Presenza di Sara Vivian. Uno struggente flashback quasi proustiano, evocato da un ricordo che scaturisce all’improvviso, riporta alla luce il volto del nonno Giacomo.
Sedici storie, sedici atmosfere diverse che si leggono con piacere. E che rendono merito al grande lavoro che per molti mesi ha impegnato con successo questo gruppo dedito alla scrittura. Sedici storie per altrettanti personaggi e vite che scorrono robuste e necessarie, dilatando la nostra esistenza e facendoci sperimentare nuove visioni e nuovi desideri.
E si sa, chi ha molti desideri campa fino a cent’anni
Il volume è arricchito da coloratissimi disegni di Giampiero Ruggeri, una raccolta di ritratti che prende il nome di “Le passanti” – prendendo in prestito il titolo di una famosa canzone di De Andrè, traduzione di un brano del cantautore francese Brassens – e che l’autore descrive così. «Escludendo l’idea di realizzare delle illustrazioni didascaliche a contorno dei racconti avevo bisogno di trovare un elemento di unione che rendesse possibile il lavoro. […] Queste mie passanti sono le tracce, spesso sovrapposte, di tutte quelle persone che ho incrociato nella mia vita. Tracce che sono riemerse dalla memoria e si sono deposte inconsciamente, nel tempo, su un foglio di carta».
Fino a cent’anni. [A cura di Bruna Graziani. Racconti di Alfredo Baggio, Edoardo Barea, Maria Cristina Benetti, Donatella Brustolin, Michela De Bortoli, Giusi De Zanche, Margit Horsky, Veronica Loschi, Carlotta Neuenschwander, Erica Panighello, Carlotta Penzo, Maria Luisa Tegon, Francesca Tronchin, Lisa Vendramin, Sara Vivian. Illustrazioni di Giampiero Ruggieri], Treviso, Aut edizioni, 2022.
La scrittura, che mondo affascinante.
🙂
Essere presente in “fino a cent’anni” non è solo la gioia di vedere e un proprio racconto pubblicato e quindi poter essere letti anche da altri. Significa pure aver stretto rapporti di amicizia con un gruppo, aver lavorato assieme scambiandoci consigli, magari mangiando un panino sulle Mura in pausa pranzo. Ed essere guidati da persone il cui insegnamento resta dentro. Un’esperienza davvero bella
🙂
Leggere e rileggere il racconto, dubbi sul verbo da usare e dove mettere la virgola, controlla e ricontrolla eventuali refusi fino allo sfinimento, ma ne è valsa assolutamente la pena. È per me una grande soddisfazione essere tra gli autori di questo progetto, reso ancora più prezioso dai docenti che ci hanno seguito durante il percorso e dai miei splendidi compagni di viaggio.
🙂
Ringraziamo Annalisa Bruni per la generosa recensione di questo secondo progetto editoriale che vede insieme Aut ed Il Portolano, nell’intento sempre nuovo di accostare parole ed immagini.
Aut
🙂
Colto perfettamente il senso di tutto il lavoro, un articolo davvero esaustivo sul lavoro e l’impegno delle persone che credono nella scrittura come mezzo di espressione, che è molto di più che svago. La parola è vitale!
🙂
Il Portolano non è solo una scuola di scrittura, è un luogo di grande bellezza, dove il gruppo di lavoro diventa fondamentale.
Scrivere, tornare sul testo, ritornarci ancora, cambiare, togliere, rileggere.
Ascoltare i consigli, essere aperti alle critiche, non avere paura di raccontarsi.
E anche quando non si è soddisfatti, sapere che si può migliorare. È riconoscere le proprie potenzialità e affinare le proprie peculiarità, è un po’ come provare a decollare per imparare a volare.