Da settimane l’inquilino del Cremlino usa il ricatto dell’arma nucleare contro l’occidente che supporta manu militari l’Ucraina, pur di ottenere una vittoria che vede sempre più lontana. Mosca ha comunicato l’esito dei referendum (farsa) di annessione dei territori dove si sono svolte le elezioni illegittime o ottenute costringendo i cittadini sotto la minaccia del fucile puntato. Tale risultato potrebbe dare spazio alla stessa Russia per il suo preteso diritto di intervenire per difendere i territori annessi e parti integranti del territorio russo. Risultato che ha portato, successivamente, alla farsa cerimonia tenutasi nel Cremlino, del riconoscimento dell’annessione delle quattro province riconosciute dalla Russia. Come dimenticare la Crimea che venne annessa con il referendum (farsa) e, successivamente, annessa illegalmente sempre con lo strumento dell’azione coercitiva militare?
Il ricatto del leader di Mosca

Putin potrebbe aggiungere che tali annessioni di lembi territoriali costituiscono le sue ultime rivendicazioni del territorio ucraino. Da qualche giorno ha annunciato di voler avviare i colloqui di pace, a patto che i Paesi occidentali smettano di approvvigionare militarmente l’esercito ucraino e facciano pressione affinché il governo di Kiev accetti il fatto che non ha più alcuna titolarità sui territori annessi da Mosca.
Il rischio del nucleare

Il pericolo dell’impiego delle armi di distruzione di massa da parte del Cremlino contro l’Ucraina non va in maniera assoluta trascurato. Questo campanello d’allarme del ricorso russo all’arma nucleare potrebbe portare i leader occidentali a dover trovare una via d’uscita ma alle condizioni di Putin, il quale potrebbe puntare su una forte combinazione per minare le fondamenta di supporto da parte dei Paesi occidentali all’ucraina.
Il ricatto

Quest’ultima mossa del capo del Cremlino, con l’indizione referendaria per l’annessione attraverso la minaccia di adoperare l’arma nucleare, ha già spostato – dalla posizione ormai fragile del governo di Putin dopo la dura sconfitta militare nella provincia di Kharkiv- la pressione diplomatica dell’India e Turchia per dare una fine a questa guerra che dura da mesi. Tuttavia, i termini apparenti del capo della Federazione russa non sono più una strada verso una pace sostenibile; per molti aspetti ricordano le affermazioni di Hitler quando, nel 1938, asserì che la provincia dei Sudeti, abitata dai tedeschi in Cecoslovacchia, era la sua ultima richiesta territoriale in Europa. Un cessate il fuoco ora che lasci la Russia in possesso di quella parte del territorio ucraino conquistato permetterebbe all’inquilino del Cremlino di ricostruire le sue forze maltrattate e riprendere la sua guerra in un momento che riterrà opportuno.
Anche Putin può avere i suoi limiti

Cedere alle minacce di Putin di usare le armi di distruzione di massa creerebbe un precedente che potrebbe impiegare altrove. Si può pensare, ad esempio, a un rapido attacco russo attraverso la frontiera estone con l’occupazione e l’annessione della città estone Narva, in cui vive la maggioranza della popolazione che parla russo e minacciare di ricorrere, dopo l’acquisizione del lembo territoriale estone, alle armi nucleari. Ovviamente, la prossima volta difficilmente Putin affronterà un Paese che fa parte dell’Alleanza atlantica, ma potrebbe muoversi contro le terre settentrionali del Kazakistan usando i medesimi metodi. Come pure annettere le province georgiane occupate o la provincia separatista della Transnistria della Moldova, supportata dal Cremlino.
Lasciare che Putin possa avere successo sull’Ucraina con lo strumento intimidatorio del nucleare potrebbe aprire le porte a nuove aggressioni.
La resistenza dell’Ucraina al ricatto di Putin

I sostenitori che vogliono che lo Stato ucraino ceda il suo territorio, dimentica che il popolo ucraino affronta ogni giorno sul suo territorio le atrocità russe d’altronde ben documentate. Questo non può considerarsi un tema nel quale solo la vittoria totale sia accettabile. Gli Stati Uniti, ad esempio, tentarono una simile vittoria durante le prime fasi del conflitto bellico in Corea. La sconfitta piena dei nordcoreani, che avevano avviato lo scontro bellico, sarebbe stato un risultato di gran lunga migliore per gli statunitensi, il mondo e la popolazione della Corea del nord. Ma non era raggiungibile e quando gli Stati Uniti hanno tentato di raggiungerlo, la Cina è entrata in guerra.
Un negoziato può funzionare?

Si potrebbe giungere al momento in cui la strada migliore da percorrere sia realmente un negoziato in base al quale si lascia a Mosca il possesso di alcuni territori ucraini. La Russia è ancora in una posizione perdente, nel senso che i suoi soldati appaiono non in grado di vincere e non è chiaro quando e nemmeno se la mobilitazione darà speranze a Putin.
Il rischio del gas

Sul piano economico, l’equilibrio della pressione potrebbe rivoltarsi ai danni della stessa Russia, in particolar modo se i massimali del prezzo del greggio concertati dal G7 e tenuti in considerazione dall’UE entreranno in vigore fra alcuni mesi: di certo, cagioneranno problemi seri all’assetto economico russo. Si nota l’assenza del supporto della popolazione russa alla guerra voluta da Putin, tranne in alcune zone del Daghestan, dove la mobilitazione sembra aver innescato una resistenza attiva sotto forma di proteste.
Ricatto come ultima soluzione

Il capo del Cremlino pare giocare la carta delle armi di distruzione di massa come extrema ratio per evitare la sconfitta in Ucraina, il che indicherebbe la sconfitta della sua ambizione di rispristinare l’impero russo mediante la guerra e le minacce di ricorrere alla forza armata. A mio parere, vista la posizione debole della Russia, Putin sta bluffando.
Un avvertimento alla Casa Bianca

La Casa Bianca ha mostrato una fermezza piena dinanzi alle minacce nucleari di Putin, avvertendo che quest’ultimo sia comunque contro l’impiego di quest’arma di distruzione di massa. Il presidente russo vuole che l’intero Occidente abbandoni ogni tipo di supporto all’Ucraina. Mentre i Paesi occidentali hanno già ribadito che continueranno a fornire aiuti militari, economici e politici.
Da non sottovalutare il ricatto

Allo stesso tempo, l’Occidente non dovrebbe pensare che il presidente Putin stia solo giocando con le sue continue minacce nucleari, sebbene le probabilità di un eventuale impiego possano essere basse, tuttavia non impossibile. Nessuno desidera un ritorno alla guerra fredda, ma il capo del governo di Mosca ha preferito indossare le vesti dell’aggressore, pertanto è necessario resistere a chi ricorre allo strumento dell’aggressione e dei ricatti.