Nulla contro il Governo Draghi, tanto in Italia poco cambia, il sistema fagocita anche i migliori. Certo abbiamo perso un primo ministro rispettato a livello internazionale e soprattutto dalla Grande Finanza, quella che governa il mondo, che ha permesso di tenere basso lo spread; ma che non ha saputo evitare il difetto tipico di Paesi poco seri, come quello di cambiare le regole in piena partita (guardate il disastro del 110%, solo come esempio). La riflessione è un’altra. Ci avviamo verso una stagione drammatica; la guerra in Ucraina, quella fra Russia e USA, quella dove migliaia di persone in Ucraina sono carne da macello di giochi ben più grandi di loro; quella dove, speriamo, noi europei non faremo la stessa fine; quella che ci sta portando povertà, tanta povertà.
Guerra e povertà
Abbiamo voluto prendere una posizione forte e, praticamente, entrare in guerra. Va bene. Speriamo che invieremo solo armi e non i nostri figli e nipoti. Ma, nel frattempo, fra blocco dei rifornimenti di gas e di risorse minerarie e materie prime, la povertà aumenta. La domanda che ci dobbiamo porre è: fino a che punto gli italiani se ne staranno tranquilli? Quale sarà il momento in cui, non avendo nulla da perdere, scenderanno in piazza?
Debito pubblico
Nel frattempo una certezza: queste situazioni drammatiche, cui si aggiunge il debito pubblico che sta superando livelli mai immaginati nemmeno durante le due guerre mondiali, quanto malcontento genereranno nei cittadini? La conseguenza è ovvia: si cercherà un colpevole. Manco a dirlo il colpevole sarà l’Europa; in autunno molto probabilmente torneremo a nazionalismi, sovranismi, vittimismi, condanne feroci ad una Europa che porta povertà ecc ecc.
L’ipotesi
Il presunto colpevole, l’Europa, non avrà, come al solito, validi mezzi per difendersi e tutti i politici troveranno comodo dare la colpa al soggetto istituzionale più lontano. Se fossimo andati a votare fra qualche mese, le conseguenze di questi populismi sarebbero state devastanti, avrebbero creato il Nemico e il voto avrebbe favorito i partiti contrari all’Europa e al mondo esterno a noi.
Povertà e debito pubblico
Con un debito pubblico che si avvicina ormai ai 2 milioni di miliardi di euro (!!!!) e che per più di un terzo è in mano europee ed estere la fiducia verso l’Italia sarebbe crollata e lo spread (alias gli interessi sul debito) sarebbe schizzato su. Questo avrebbe favorito un aumento ancora più forte della povertà e un rischio sempre maggiore di default; quindi situazioni come il blocco di pensioni e stipendi pubblici.
Scenario impossibile e apocalittico?
Oggi forse si, ma proprio perché andiamo a votare senza i morsi della povertà che verrà e che colpirà strati sempre più ampi di popolazione. Dunque benvenute nuove elezioni, anche se è stato sacrificato il Governo Draghi. Nella speranza che la campagna elettorale sia un pochino seria, senza false e impossibili promesse e conseguenti prese in giro dei cittadini. Chissà cosa poteva succedere fra qualche mese……