Le donne nell’arte sono spesso misconosciute, eppur molte di loro rappresentano un cardine, uno spartiacque nella concezione dell’arta visiva così come noi la conosciamo oggi. Da Artemisia Gentileschi a Camille Claudel, la lista è lunga e spesso dolorosa. Per Hilma af Klint, pittrice svedese anticipatrice dell’astratto prima che venisse codificato dai colleghi uomini, il mondo delle forme è qualcosa di segreto, un mondo da tenere lontano da occhi indiscreti.
Chi era Hilma
Hilma Af Klint nasce a Stoccolma nel 1862 da famiglia benestante e si forma all’Accademia delle Belle Arti, un percorso apparentemente lineare e accettabile per una signorina di buona famiglia che predilige la rappresentazione botanica con grande ricchezza di dettagli e una mano decisamente felice per il ritratto.
Hilma e la natura
Tuttavia, il mondo nascosto di Hilma è tutt’altro che convenzionale, l’artista percepisce una realtà di forme e colori che dialoga da un’altra dimensione. Un aldilà e un aldiquà la cui separazione è data da un sottilissimo e impalpabile diaframma. Hilma af Klint sin dalla più tenera età entra in sintonia sensoriale con la natura che circonda il maniero in cui vive con la famiglia sull’isola di Adelso sul lago Malaren.
Probabilmente sono le forme che incontra nella natura a metterla in risonanza con il suo mondo interiore, anche se l’artista terrà celate le sue “altre” opere per l’intera vita. Si accontenterà di vivere di ritratti e vedute botaniche di estrema eleganza e perizia ma senza la vera anima che illuminerà la sua intuizione astratta.
Ma cosa cambierà la prospettiva nel lavoro di Hilma af Klint?
Alcuni studi condotti sulla vita dell’artista svedese rivelano un mutamento paradigmatico intervenuto dopo la morte della sorella Hermina nel 1880. Hilma entra in crisi, una crisi che la porterà a una ricerca spirituale profonda che ridimensionerà completamente il suo vissuto figurativo aprendole le porte di una nuova concezione dell’arte: quella astratta. E’ stato documentato, dopo avere ritrovato le opere di Klint, che la pittrice aveva iniziato a realizzare opere astratte già dal 1906, quando ancora la narrazione era figurativo-simbolista, il tutto anticipando di anni gli esperimenti dei colleghi maschi a cui è stata attribuita la scoperta dell’astrattismo.
Il percorso
E’ necessario, però, chiarire che il percorso attraverso il quale Hilma af Klint è giunta all’agnizione astratta di destrutturazione del paesaggio figurativo, è alquanto singolare. Tutto inizia nel dolore, nella perdita, nel lutto, nel tema annoso della morte. Tematiche che avvicinano l’artista alla dimensione dello spirito e dello spiritismo che alla fine dell’Ottocento era piuttosto in voga negli ambienti intellettuali e artistici.
Dalla botanica all’arte
La ragazza appassionata di botanica e matematica, lascia il posto a un’artista affamata di mistero e di simboli esoterici. Conosce le sedute spiritiche della medium teosofa Madame Blavatski, studia la teorie di Rudolf Steiner, fondatore della Società antroposofica. Gli scritti di Steiner ebbero una grande influenza sulla pittura di Hilma af Klint, la frequentazione del celebre Goetheanum la struttura in legno che il filosofo aveva fatto costruire a Dornach in Svizzera fu il luogo in cui l’artista svedese concepì molte delle sue opere astratte. Il testo sulla teoria dei colori di Steiner anima la riflessione e la ricerca di Hilma anche se ciò che si cela oltre la visione convenzionale l’appassiona molto di più.
Scoperta solo dopo la sua morte
La pittrice ha un’intuizione quasi quantistica della dimensione dell’invisibile, la carica di significati non solo emotivi ma quasi scientifici. Lo si può verificare ammirando i dipinti che sono stati scoperti e portati finalmente alla luce dopo la sua morte. Il Guggenheim di New York ha dedicato una retrospettiva straordinaria che ha rivelato al mondo il genio di una precursora dell’arte astratta.
Hilma avrebbe retto il confronto
Hilma af Klint non ebbe mai modo di confrontarsi coi colleghi artisti come Kandinski o Mondrian coi quali, senza saperlo, condivideva le stesse letture e interessi esoterici. Coltivò nel silenzio la sua visione e la sua arte. Sempre di nascosto, lasciando all’esterno l’immagine di una brava pittrice figurativa, di una donna intelligente e colta, quando in realtà la sua sperimentazione aveva superato di gran lunga i movimenti artistici e le avanguardie contemporanee.
Una precorritrice
I quadri di Hilma af Klint trasudano spiritualità, si percepisce chiaramente come l’artista sia in connessione con entità superiori che ne ispirano la visione. Ha avuto il merito di essere stata la prima artista a rappresentare l’invisibile attraverso un percorso emotivo che dà voce allo spirito. Nel suo testamento lasciò scritto che i suoi lavori astratti avrebbero dovuto essere resi pubblici almeno vent’anni dopo la sua morte che avvenne nel 1944.
La mostra dedicata a Hilma
Nel 2019 una mostra le fu dedicata negli spazi del museo Guggenheim di New York, da lì la sua fama diventò planetaria. Hilma sapeva intimamente che avrebbe dipinto per una generazione che avrebbe potuto capire e apprezzare la sua arte. Del resto, lo spirito glielo aveva suggerito.