Soddisfazione di tutta Federazione Moda Italia Confcommercio per l’ultimo decreto legge approvato. Per Giannino Gabriel, presidente di Fmi Venezia e Rovigo e del Veneto, nonché vicepresidente nazionale le risorse rimangono contenute. Ma la direzione è senz’altro quella giusta. La decisione del governo di sostenere le attività commerciali e di estendere ai negozi di moda il credito d’imposta del 30% sulle rimanenze di magazzino.
Le istanze della moda da supportare
Abbigliamento, calzature, accessori hanno sofferto un biennio 2020-2021 di vera quarantena commerciale e questo avvio d’anno, nonostante i saldi, permane ancora estremamente tiepido. “Crollo vertiginoso delle vendite, eccessivo utilizzo di modalità di lavoro agile nel pubblico e nel privato, quasi completa assenza dello shopping dei turisti e un sentiment negativo che rallenta: tutti elementi che hanno colpito un comparto che già negli anni precedenti stava conoscendo una difficile congiuntura legata a nuovi comportamenti e stili d’acquisto, non ultimo le vendite on line”, prosegue Gabriel.
Preoccupa l’incremento costi energetici
Tuttavia adesso preoccupa un altro fronte: l’incremento dei costi energetici che renderà costi proibitivi e difficilissima la competitività dei negozi di prossimità. “Le misure di sostegno, nonostante la dotazione di risorse non corrisponda alle necessità, sono un messaggio positivo che risponde al rischio di vedere anche quest’anno forti eccedenze di magazzino per i negozi di moda, con problemi a cascata su tutta la filiera”.
Sono due anni di fortissime riduzioni dei margini, utili soltanto a contenere le perdite di fatturato e a garantire continuità aziendale ai fornitori. Federazione Moda Italia rilancia l’allarme: negozi rischiano di non avere più liquidità anche per gli indebitamenti con Istituti di credito, fornitori, locatori e fisco.
Le fatture energetiche, ma a cascata di tutte le utilities, costringeranno a tenere alti i prezzi e di conseguenza a vedere ulteriormente compressi gli acquisti. “L’inflazione già a gennaio, secondo le stime di Confcommercio, vola al 4,7%”, ricorda Gabriel. E conclude: “Quando le persone dovranno fare i conti con un portafogli notevolmente alleggerito e con l’ineludibile incremento dei prezzi di prodotti anche di prima necessità, ancora una volta rinvieranno l’acquisti di capi e calzature non strettamente necessari”.