A Saonara nel padovano, noto comune per la presenza dei grandi vivai, troviamo l’Antica Trattoria al Bosco dove incontriamo la titolare Stefania Daniele, appassionata e simpatica signora amante del suo lavoro, quello di una ristoratrice (con lo spirito di osteria) attenta alle piccole cose, attenta alle tradizioni culinarie e alla rivisitazione delle ricette venete.
Stefania e la passione

Stefania ha ereditato questa passione da papà Luigi e mamma Lauretta: il primo a fare il servizio in sala, la seconda alle prese con i fornelli in cucina. Nata a maggio, segno del cancro, aveva 14 anni quando il 5 gennaio 1980 i genitori rilevarono il locale. Da allora la giovane Stefania divideva il suo tempo tra gli impegni scolastici e le esigenze lavorative della trattoria che le portava via parecchio, specie nei fine settimana: lei a lavorare mentre le amiche si prendevano il riposo settimanale. Ma a Stefania piaceva il suo lavoro e insieme ai genitori e al fratello Mauro (che aiutava mamma Lauretta in cucina) conducevano la trattoria Al Bosco.
Una storia lunga 281 anni
Questo posto ha una lunga storia che inizia nel 1740, quando era una locanda e un luogo di ristoro, una sorte di caravanserraglio per quelle persone che attraversavano questo territorio.
E l’eredità lavorativa di Stefania non si ferma ai genitori. Papà Luigi, detto Luigino (mancato dieci anni fa il 30 novembre e ancora molti lo ricordano con affetto) aveva preso le redini da Angelo (nonno di Stefania) che faceva il cuoco nelle calli di Venezia, un precursore del moderno format “lo chef a casa tua”. Così Luigino con il fratello Giovanni aprirono nel 1963 il Centrale a Saonara per poi dividersi nel 1980.
Stefania e l’atmosfera della trattoria

Chi entra nella trattoria Al Bosco (così chiamata perché un tempo attorniata da un vero bosco) vive un’atmosfera da Amarcord, con la figura storica di Federico Bragato (responsabile di sala), fratello del pittore Gioacchino Bragato, molte delle sue opere stile naif sono esposte nelle sale della Trattoria.
Vale la pena di andarci all’Antica Trattoria al Bosco, si trova l’accoglienza genuina del personale e di Stefania. A lei è stato attribuito il premio 2021 (guidato dal giornalista Renato Malaman) “Cucina – Identità del Territorio” promosso dalla rivista “Con i Piedi per terra” diretta da Mauro Gambin e Giampaolo Venturato.
Stefania e il cuoco Enrico
Per i lettori di http://www.enordest.it Stefania, coadiuvata dal cuoco Enrico Lamon, propone l’oca. Enrico ha una quarantennale esperienza in cucina; proveniente da Noale, dopo aver lavorato in prestigiosi locali nel Veneto, si è “fermato” alla trattoria di Stefania. Per quanto riguarda la ricetta, il pennuto era il simbolo del “capodanno del contadino”, l’11 novembre, spirito propizio di un buon raccolto, festa di San Martino. Diceva il proverbio: “Chi no magna l’oca a San Martin no fa el beco de un quatrin”, chi non mangia l’oca a San Martino non guadagna neppure un quattrino. Anche per noi fa piacere proporre una ricetta ai nostri lettori che sia buona e che sia anche d’auspicio per il portafoglio…
Coscia di oca in forno

Ingredienti (per 4 persone)
4 cosce di oca (di circa 450-500g cadauna), gambe di sedano, 3 spicchi di aglio in camicia, rosmarino, salvia, sale qb
Preparazione
In una teglia prepariamo la base con sedano, aglio e rosmarino. Appoggiamo le cosce di oca dalla parte della pelle massaggiandole con salvia e rosmarino.
Inforniamo cuocendo a circa 160 gradi per circa 2 ore e mezzo. Il grasso si scioglie cospargendosi nella base, facciamo attenzione di girare ogni tanto le cosce per una ottima cottura delle stesse.
Al termine togliamo dal forno e impiattiamo accompagnando la coscia con del radicchio di Treviso o dei funghi chiodini con una base di polenta di mais Bianco Perla.
Il vino in abbinamento

Il vino in abbinamento proposto da Stefania è un Valpolicella Superiore Ripasso, Campi Magri 2018, di Corte Sant’Alda: vino caloroso adatto a questo buon piatto autunnale.