“L’anima dell’uomo è simile all’acqua, viene dal cielo, risale al cielo, a terra di nuovo ridiscende, in eterna vicenda“. Ogni volta che passo davanti alla Basilica di San Marco, (sono fortunata, ci passo quasi ogni giorno) mi vengono in mente i versi meravigliosi di Goethe scritti per “Il canto degli spiriti sulle acque” di Schubert. Nel 1996 per il trentennale della grande acqua alta del 4 novembre ci fu un concerto di musiche spirituali all’interno della Basilica, grazie al Teatro La Fenice e la Procuratoria di San Marco. Uno spettacolo straordinario. I suoni ondeggiavano come flutti tra i mosaici di San Marco e grazie all’acustica si propagavano, simili a cascate d’acqua, dal battistero, alle navate, all’iconostasi, all’arco dell’Apocalisse. Drammaturgia sonora in sette stazioni per fiati, arpa, strumenti in vetro e suoni elettronici.
Ma il destino dell’acqua porta alle stelle

Se vi sentite navigatori del tempo, non dovete perdervi una mostra davvero splendida allestita alle Zattere, Magazzino del Sale 3. “Stelle e Viaggi 2” sottotitolo avvincente: Esplorazioni, iconografia, astronomia a San Marco nel ‘200. Il cielo stellato e le navigazioni: un rapporto profondo, scritto nei simboli della città. Si tratta di un’iconografia millenaria piena di segreti che sorprende e stupisce. Un progetto d’arte e scienza dell’Accademia di Belle Arti di Venezia a cura di Gloria Vallese.
Il cielo che trasforma

Dopo aver visitato questa mostra guarderete con occhi nuovi l’intera Basilica e le sculture che la compongono. Immaginate di essere un viaggiatore del Milleduecento, arrivando in Piazza San Marco l’avreste vista brillare come un cielo stellato grazie a particolari supporti metallici che tracciavano una sontuosa mappa celeste. Era una pratica comune nella Venezia medioevale offrire al passante l’orientamento e molto spesso le sculture incastonate sui muri degli edifici avevano questa funzione, l’equivalente dei nostri semafori e dell’odierna segnaletica.
Il cielo come metafora
Tante metafore celesti per noi misteriose, ma non per i viaggiatori del passato che sapevano interpretare il cielo molto bene. Il progetto “Stelle e Viaggi” è iniziato nel 2016 con lo studio dell’Arco del Firmamento che orna il Portale maggiore della Basilica di San Marco, risalente al 1240 circa di artista ignoto. Rivela un modello geometrico architettonico della sfera celeste raffigurata non solo all’occidentale, ma secondo una vasta gamma di linguaggi e leggende dal Nord Europa, all’Asia, fino all’India e alla Cina. Il concetto del multiculturalismo era applicato alla perfezione.
Il cielo visto attraverso la Basilica

Questa volta le osservazioni sono state dedicate al famoso Ciclo dei Mesi dell’arcone del Portale e della Cappella di Sant’Isidoro situata all’interno. L’occhiata veloce all’intera Basilica non aiuta a scoprirne i piccoli gioielli, il ciclo dei mesi si trova nell’intradosso dell’arcone mediano un tempo policromato e dorato. Tra i più interessanti d’Europa, ogni mese è rappresentato da una personificazione e un segno zodiacale.
Grazie al lavoro fatto da studenti e docenti dell’Accademia di Belle Arti, abbiamo il privilegio di notare particolari affascinanti e misteriosi che sono emersi durante questa indagine approfondita.
Si tratta di fotografie ravvicinate in alta definizione, sculture, modelli 3D, ricostruzioni video e ologrammi, compreso l’uso innovativo del software Stellarium. In sintesi, gli autori hanno utilizzato un planetario virtuale che permette di regredire nel tempo ricostruendo il cielo dell’epoca medioevale. Vera magia tecnologica.
Un antico sapere

La mostra svela il sapere astronomico dei veneziani e il linguaggio della navigazione celeste che era molto comune nel milleduecento, non solo ai viaggiatori, ma a tutta la popolazione civile. Era infatti indispensabile per gli spostamenti anche brevi e per le normali attività come pesca, agricoltura e caccia.
Il ciclo dei mesi del portale è una sorprendente rappresentazione del cielo notturno creata in accordo con gli astri e le costellazioni, scandisce le ore e i tempi dell’anno. Le installazioni della mostra ricostruiscono gli effetti visivi di un tempo.
Attraverso ologrammi particolari possiamo capire il significato estetico di alcuni supporti metallici un tempo inseriti tra le sculture. Venivano applicati per dare l’effetto delle costellazioni nei diversi periodi dell’anno, e luccicavano con il sole dell’alba e del tramonto.
Doveva essere un impatto visivo sontuoso e magico per i viaggiatori di quel tempo.
C’era ad esempio l’orologio della notte: le costellazioni Orsa Maggiore (rappresentata dal ceppo d’albero in spalla al gennaio) e Cassiopea (il maiale ucciso dal dicembre) sono ai lati opposti rispetto alla Stella Polare quindi nel corso della notte ruotano lentamente intorno a questo punto fisso come nel quadrante di un orologio, permettendo a chi è pratico del cielo di capire l’ora.
Cielo e costellazioni

“Stelle e Viaggi “ci porta anche tra le mitiche case dei mercanti con la sezione I Quattro Mori come non li avete mai visti. I mercanti di Ca’ Mastelli, sculture affascinanti probabilmente un tempo colorate e brillanti. Ricordiamo che per l’occidente medioevale i “Mori” non erano gli africani, ma gli arabi, detti anche saraceni. Il nome Campo dei Mori sembra prendere origine proprio da un fondaco degli Arabi presente nella zona.
I fan dei gemelli, perdonate la citazione autoreferenziale per l’appartenenza al segno, troveranno una grande sorpresa all’interno di San Marco: il viaggio delle Gemelle. Nell’arcosolio della cappella di Sant’Isidoro, esiste un sorprendente frammento che porta fino all’Indonesia.
La costellazione infatti è rappresentata all’orientale come una coppia di siamesi terminanti con una coda di pesce, accompagnati da due piccoli draghi – unicorno. Elemento che pone i veneziani in luoghi molto più esotici e lontani di quanto si supponesse.
Cielo e mare

Il percorso si conclude con “Il mare nel cuore” installazione davvero stupenda realizzata da Resi Girardello, artista e docente dell’Accademia. La Basilica di San Marco modellata da una struttura in ferro e sottile tessitura in acciaio inox, reti e fili metallici: rappresenta una sfida alle forze corrosive della città che sgretolano materiali e anime. Sembra un merletto, mentre l’ombra che si proietta sul muro non fa che aumentarne il fascino, quasi fosse un magico riflesso sull’acqua. Uscendo dalla mostra dei Magazzini del Sale, il panorama ci avvolge grazie allo splendore di San Giorgio sullo sfondo. Allora viene alla mente il seguito dei versi di Goethe: Anima dell’uomo come somigli all’acqua! Destino dell’uomo come somigli al vento.
“STELLE E VIAGGI”
MAGAZZINO DEL SALE 3, Zattere – Dorsoduro 264 Venezia
28.10.21 – 15.01.22 – giovedì, venerdì, sabato.
Bellissimo articolo!
Ringraziarti di tutta questa conoscenza è il minimo che io possa fare,qualche piccola infarinatura leggendo qua e là l’avevo assorbita ma con la tua professionale guida ho valorizzato e perfezionato il mio curioso sapere su cose di questa nostra magnifica ,unica ,città al mondo.
Mi ritengo fortunato di abitarla.
Grazie infinite Elisabetta e un grazie anche a Marina.
Dott.ssa Elisabetta ogni domenica ci sorprende con queste bellezze. L’immagine con cui si apre l’articolo fa rimanere a bocca aperta, sembra una pittura di un grande artista, che disegna una città ideale. Invece esiste eccome da molti secoli e Lei è, consapevolmente, fortunata a godere di tanto splendore. Questa mostra su Venezia medioevale e la sua basilica ci rivela dei dettagli che giustamente, nessun visitatore, se non guidato, ha modo di apprezzare. Leggendo questo articolo mi sono stupito della conoscenza del cielo a Venezia nel medioevo, un sapere diffuso in ogni ceto, l’orientamento nel mare per tornare a casa dopo un viaggio, dopo una giornata di pesca e vedere brillare Piazza San Marco che replicava la mappa celeste. Oggi parliamo di intercultura, inclusione e altre parole quasi vuote, in realtà Venezia aveva già risolto queste questioni nel 1240 quando, nei luoghi simbolo della città, parlava un linguaggio comprensibile a tutte le culture dell’est, mostrando la sfera celeste con un simbolismo adatto sia al Nord Europa per arrivare fino alle Indie alla Cina. Leggendo l’articolo non ho potuto far a meno di ricordare Emanuele Kant e la sua Critica della ragion pratica, dove scriveva: Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Brava Dott.ssa Elisabetta per segnalarci tutta questa cultura veneziana che viene da chiedersi se la capitale d’Italia debba essere Roma o Venezia ?
Sempre stupende rivelazioni! Grazie Elisabetta!
Una visita, un risveglio in poco tempo un mare di conoscenza e di sapere trasmesso. Sensibilità talento amore per le cose belle unite alla curiosità. Grazie Elisabetta per saper risvegliare le menti e il cuore.
La descrizione narrativa che Elisabetta Pasquettin fa della mostra “Stelle e viaggi 2” è una guida affascinante ed esaustiva per il visitatore che varca la soglia della sede dove si svolge tale avvenimento artistico. Colgo anche visivamente ciò che la giornalista sapientemente descrive e questo è un suo grande merito.
Anche questa volta sono rimasto meravigliato da come ha raccontato tante cose a me sconosciute.
Grazie.
Sono sempre più colpito cara Elisabetta dalle scelte dei tuoi articoli per l’interesse che riescono a muovermi verso argomenti per me nuovi ed emozionanti.Mi sai portare verso mondi pieni di fascino nei quali riesco a vivere emozioni che non mi appartenevano fino alla tua esauriente presentazione
È bello viaggiare pilotati da tanta bravura e passione. Ti abbraccio fino al prossimo appuntamento
Grazie, bellissimo articol, davvero!