“La pandemia finirà presto, ma il cinema resterà con noi per sempre”. Lo ha esclamato in Sala Grande durante l’apertura di Venezia 78, il presidente della Giuria Bong Joon-ho, talentuoso e visionario regista sudcoreano, una delle voci più originali del cinema contemporaneo. Consacrato a livello internazionale con: “Parasite” Palma d’oro a Cannes e ben quattro Oscar. Ama il cinema italiano, ha citato Antonioni, Rossellini, De Sica, Olmi, Bellocchio, Bertolucci, e adora Gianni Morandi. La scena cult di “Parasite” ha come colonna sonora “In ginocchio da te” e devo ammettere che il contrasto surreale con le immagini è davvero perfetto. Da appassionata di cinema non posso che confidare nel potere taumaturgico della settima arte e credere a Bong Joon-ho; il cinema trionferà anche sul virus.
Il potere curativo
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Indubbiamente ha un potere curativo sulla psiche, dimostrato da numerosi studi scientifici autorevoli. Avete mai letto Cinematerapia di Nancy Peske e Beverly West? Nel loro saggio hanno scientificamente realizzato un elenco di pellicole adatte al nostro stato d’animo, per arrivare un film dopo l’altro, alla felicità.
Quando la settima arte abbatte i muri
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Potenza della settima arte, abbatte le barriere, non tutte per la verità. Il muro del Lido cintura protettiva per il distanziamento ha tenuto benissimo nonostante la passerella galattica per il film di Denis Villeneuve “Dune”. Una ressa degna dei tempi d’oro del red carpet, compatibilmente con le severe misure precauzionali anti pandemia. Il kolossal fantascientifico del regista canadese, che al Lido portò qualche anno fa “Arrival”, ha illuminato la passerella con l’oro infinito dei suoi deserti, e il fascino dei protagonisti: Zendaya e Timothée Chalamet. Film pieno di aspettative per l’innegabile confronto che ci sarà con la prima trasposizione cinematografica del romanzo profetico di Frank Herbert realizzato nel 1984 dal grande David Lynch.
Timothée non ha deluso i fan in attesa, “mi sento un po’ italiano, all’Italia devo il mio successo” ha dichiarato alla stampa. Doveroso riconoscimento al talento dei nostri registi, lo ricordiamo infatti protagonista del film di Luca Guadagnino “Chiamami col tuo nome”.
La settima arte e il suo rapporto con l’Italia
In queste vicende internazionali, l’Italia scopre di essere molto amata. Fascino, talento, fantasia, il cinema italiano da sempre è sinonimo di bellezza e professionalità, punto di confronto imprescindibile dell’arte cinematografica. Lo ha dimostrato il premio Oscar Benigni, ricevendo il Leone d’oro alla carriera: “un sentimento d’amore quello che sento, più bello, più straordinario, meraviglioso”. Emozionante la dedica alla sua musa, “la mia attrice prediletta” la moglie Nicoletta Braschi.
Quest’anno l’apertura ha avuto il privilegio della presenza in sala del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, salutato calorosamente da Benigni che ha lanciato l’idea di un secondo mandato. Al presidente della Regione Luca Zaia ha detto: “Io la invidio una regione così bella!”
Aspettiamo ancora un po’
Troppo presto per i pronostici da concorso, anche se l’aspettativa creata dal Leone d’oro è la colonna sonora di un avvenimento come questo. Pervade ogni frammento delle nostre visioni. Quest’anno, oltre al grande ritorno del cinema americano, Venezia 78 si distingue per una importante presenza italiana, più consistente del solito, ben 5 film in concorso.
La mano di Dio
Quindici minuti di applausi per il film di Paolo Sorrentino: “È stata la mano di Dio” accolto in sala con infinita emozione. Il regista premio Oscar de “La grande bellezza”, ci regala questa volta un diario intimo, la storia della sua numerosa e straordinaria famiglia, in una Napoli degli anni ’80. Dalla felicità dell’adolescenza, al lutto e al dolore profondo, quando a soli sedici anni, improvvisamente diventa orfano. Il titolo ha una doppia interpretazione: c’è la famosa frase di Diego Armando Maradona usata per giustificare il goal ai Mondiali dell’86 durante Argentina Inghilterra. La mano de Dios ha oltrepassato i confini del calcio diventando l’icona di un gesto che ancora oggi è sospeso tra giallo, mito e leggenda.
Sorrentino ha confessato che si tratta di una bellissima metafora, che si riferisce al caso o al divino. Lui da ragazzo tifoso di Maradona, si salvò perché andò allo stadio a vedere la partita del Napoli a Empoli invece di seguire i genitori in montagna che tragicamente morirono a causa di una fuga di gas.
Settima arte chiama Italia
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Un cast strepitoso: Toni Servillo, Luisa Ranieri, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo e uno straordinario Alessandro Bressanello. Veneziano, blasonato regista e attore di teatro, lo vediamo spesso in produzioni internazionali. Debutta al cinema nel 1989 con “Rosso veneziano”, nel 2007 è protagonista nel film “Carlo Goldoni: Venezia, Gran Teatro del mondo”. Interpreta Mariano Rumor nel film “Romanzo di una strage”. Con Checco Zalone ha girato “Tolo Tolo”. Lo abbiamo visto anche in uno degli ultimi James Bond assieme a Daniel Craig e Monica Bellucci nel film “Spectre” diretto da Sam Mendes.
Bressanello e la settima arte veneziana
Ma il palmares di Alessandro Bressanello è lunghissimo, ho il privilegio di averlo conosciuto tanti anni fa, girammo assieme un documentario su Venezia. Affascinante e magnetico grazie alla sua voce possente, dal timbro caldo, e nello stesso tempo simpaticissimo. Il mondo del teatro traspare in ogni suo gesto. Lo ringrazio per le foto del cast che mi ha inviato, in particolare quella con Paolo Sorrentino realizzata da Andrea Pattaro.
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Nel 1976 apre il Tag, Teatro alla Giustizia, spazio teatrale e cinematografico a Mestre. Successivamente fonda il “Teatro Niovo”. Nel ’95 apre la “Produzioni Teatrali Veneziane” con la quale realizza numerosi spettacoli. Da sempre si occupa anche dell’organizzazione di grandi eventi a livello internazionale e nella sua Venezia.
Il suo amore per Venezia
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Nel film di Sorrentino interpreta un carabiniere in pensione, fidanzato con una delle sorelle della numerosa famiglia protagonista. Giorni incredibili tra Napoli e la costiera amalfitana, racconta l’attore, grandi emozioni e situazioni surreali come quando nella scena della barca, che diventerà sicuramente iconica, la troupe ha abbandonato gli attori per andare a fare altre riprese in mare. Così Bressanello si è messo a cantare “Nina” del grande Gualtiero Bertelli. Peccato che questo episodio estemporaneo non potremo vederlo al cinema.
“È stata la mano di Dio” è un diario intimo, ma che diventa universale per i temi trattati: il destino, l’amore, lo sport, la famiglia; un messaggio che arriva al cuore di tutti a qualsiasi latitudine. Uscirà il 24 novembre in cinema selezionati e in dicembre su Netflix.
Il confronto aspro tra sale cinematografiche e piattaforme streaming si fa sempre più interessante, chi vincerà? E’ possibile una convivenza?
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Secondo il direttore della Mostra Alberto Barbera, una forma di coesistenza tra i soggetti è auspicabile, in un mercato che è destinato a modificarsi. Ovviamente l’emozione e l’empatia suscitata da una sala buia e dal grande schermo è ineguagliabile e, Covid permettendo, il ritorno al cinema non potrà che essere una meravigliosa abitudine ritrovata. Mi viene alla mente la polemica suscitata nel 2018 dal film di Alfonso Cuarón “Roma”, per via del Leone d’oro assegnato ad un prodotto della piattaforma Netflix. Un film a mio parere bellissimo, pluripremiato anche agli Oscar.
La settima arte e Netflix
Il regista Sorrentino ha dichiarato alla stampa che lui ama la sala, ma non si considera un “talebano della sala” e le emozioni e i sentimenti passano in tutti i modi anche senza uno schermo gigantesco. E se ci fosse un altro Leone d’oro Netflix? Nel 2018 il Presidente di Giuria era il messicano Guillermo del Toro, quest’anno il sudcoreano Bong Joon. Entrambi in modo diverso hanno raccontato le vicende fantascientifiche di una strana creatura. Dolce e innamorata quella del regista messicano in “La forma dell’acqua”, aggressiva e terribile quella di Bong Joon-ho nel film “The Host”.
Il film
Un anatomopatologo ordina al suo assistente di gettare nello scarico del lavandino centinaia di litri di formaldeide che finiscono nel fiume, subito dopo lo sversamento i passanti avvistano una strana creatura anfibia di grandi dimensioni che esce dall’acqua seminando morte e terrore. C’è il sospetto che le persone morse dal mostro siano portatrici di un virus altamente pericoloso. Mi fermo qui per non rovinare la suspense.
Un ricordo
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Nell’attesa dei Leoni d’oro lasciamoci con una sana conversazione sui mostri da “Quando la moglie è in vacanza” preludio alla famosa scena del vento della metropolitana che gonfia l’abito bianco di Marilyn Monroe. L’attrice in compagnia di Tom Ewell è appena stata al cinema a vedere “Il mostro della palude nera”. Dialogo: Sì, mi è piaciuto, ma mi dispiace tanto per il mostro – dice Marilyn. Risponde Tom: Che cosa voleva, che lo sposasse?
Dott.ssa Elisabetta, da ogni riga traspare la sua alta conoscenza del mondo del cinema, trascorso e contemporaneo. L’ argomento che mi sembra attuale è il conflitto economico e di costume tra la visione del film in sala o nelle piattaforme come Netflix. Speriamo che rimangano anche le sale, erano anche un luogo di socializzazione e di divago; vedremo dopo il covid cosa accadrà. Leggo che c’è stato un grande consenso per il film di Paolo Sorrentino: “È stata la mano di Dio”. Infatti anche la stampa racconta di questo viaggio, più intimo, dell’autore con un racconto semi biografico. Poi qui c’è la sua conoscenza con Alessandro Bressanello. Immagino che anche la prossima settimana questo bellissimo racconto da Venezia 78 continuerà. La frase che più ho apprezzato è stata: “Indubbiamente ha un potere curativo sulla psiche, dimostrato da numerosi studi scientifici autorevoli. Avete mai letto Cinematerapia di Nancy Peske e Beverly West? Nel loro saggio hanno scientificamente realizzato un elenco di pellicole adatte al nostro stato d’animo, per arrivare un film dopo l’altro, alla felicità”. Oggi a casa abbiamo pianto tutti e siamo alla ricerca del nostro gatto, che dopo otto anno di carezze è scappato, siamo tutti tristi e disperati, non credo che un film possa aiutarci a sorridere.
Cronista puntuale e precisa Elisabetta riesci a centrare con dovizia di notizie di attrazione storica ogni evento attuale e passato della Mostra del cinema di Venezia. La critica e il racconto delle varie opere offre un panorama approfondito sui temi e sui personaggi presentati. A lettura conclusa viene voglia di trascorrere nelle sale di proiezione alcune ore per il godimento completo dei film. Grazie ancora Elisabetta per quanto sai destare interesse con i tuoi meravigliosi articoli.