In casa Union Pro si respira aria nuova con l’arrivo di Mauro Vecchiato, prossimo allenatore dei biancoblu nella stagione della definitiva ripresa per il club del Presidente Lorenzoni dopo un anno e mezzo di stop. Nelle prossime settimane la società lavorerà per costruire una rosa adatta alle caratteristiche di Mister Vecchiato; l’Union Pro si candida di già per essere una delle sorprese del proprio girone.
Cosa l’ha convinta ad accettare il nuovo incarico?

“Nell’ultimo decennio l’Union Pro ha militato in buone categorie, fino ad arrivare alla Serie D. Dalla prima categoria fino ai semiprofessionisti ha disputato ottime stagioni e ha dimostrato di avere un occhio particolare per i giovani. So bene che il prossimo sarà un campionato di ripartenza dopo gli stop causati dalla pandemia, ma la sfida mi appassiona e non vedo l’ora di iniziare”.

Vecchiato, che campionato si aspetta nella prossima stagione?
“Sarà un campionato nuovo e particolare per tutti, a maggior ragione per l’Union Pro che non ha preso parte al mini campionato. I giovani, che per noi sono molto importanti, hanno perso un anno e mezzo di calcio, quindi di maturazione, ed in qualche modo lo dovranno recuperare. Tante insidie che ci devono portare a lavorare ancora di più sul campo”.
Come sarà il suo Union Pro?
“Tra poco cominceremo i colloqui con i giocatori per capire chi rimarrà e chi partirà. Quando la rosa inizierà a delinearsi per bene, sarà mio compito ragionare sulle caratteristiche dei ragazzi e, di conseguenza, sulle idee di gioco, più importanti dei moduli. Prometto ai tifosi che la mia squadra avrà grande spirito, grande voglia e grande umiltà. Per me, queste sono le basi per sviluppare qualsiasi tipo di lavoro”.
Vecchiato, quali sono le esperienze passate che ritiene più formative?

“Col passare degli anni sono sempre più convinto che qualsiasi esperienza, che sia positiva o negativa, migliori un allenatore. Ogni avventura ti arricchisce. Ricordo sicuramente con piacere i miei anni alla Robeganese, due stagioni in cui abbiamo fatto due finali playoff disputando gironi diversi. Non dimentico nemmeno il mio primo anno in Eccellenza a Favaro e le partite con tremila spettatori in una piazza come Mestre”.