Un altro grande “pezzo” della storia del calcio italiano se n’è andato. Durante la scorsa notte è venuto a mancare a Torino per un arresto cardiaco Giampiero Boniperti che avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio. Era nato a Barengo un piccolo comune della provincia di Novara dove mosse i primi passi della sua lunghissima carriera da calciatore. Approdò alla Juventus grazie all’aiuto del medico torinese Egidio Perone nella stagione 1946-47 facendo il suo esordio in prima squadra verso la fine di quel campionato e precisamente contro il Milan. Un esordio sfortunato in quanto i rossoneri vinsero a Torino per 2 a 1. Sempre in quella stagione segnò i suoi primi goal in maglia bianconera contro la Sampdoria , realizzando addirittura una doppietta.

Il Boniperti calciatore muove i primi passi
L’allora allenatore Renato Cesarini (famoso per la “zona” intesa come i goal segnati negli ultimi minuti ), confermò Boniperti nell’undici bianconero anche per la stagione successiva offrendogli la maglia titolare da numero nove come centravanti puro. Anche se data la sua velocità e estro nel tocco di palla era più propenso al gioco da ala destra. Non aveva ancora compiuto vent’anni e vinse subito la classifica cannonieri con ben 27 goal davanti a Valentino Mazzola e Guglielmo Gabetto.

La bandiera bianconera
Da quell’anno in poi Boniperti divenne la vera “bandiera” della Juventus vincendo il suo primo scudetto nel 1949-50 che andò ad interrompere una lunga pausa per i bianconeri che durava da quindici anni. O meglio dai tempi di Combi, Rosetta, Caligaris! A meno di ventiquattro anni arrivò al traguardo delle cento reti segnate nel massimo campionato e vinse il suo secondo scudetto nel 1951-52.

Il calciatore dai riccioli biondi
Poi la Juventus cominciò a rallentare il ritmo con l’arrivo dell’Inter di Nacka Skoglund e Benito “Veleno” Lorenzi e soprattutto del Milan targato Gre-No-Li (Gren, Nordahl, Liedholm). In quegli anni, tra l’altro, a Boniperti venne affibbiato il famoso soprannome “Marisa”, proprio da Benito Lorenzi che lo prendeva in giro per i suoi famosi riccioli biondi. Sempre nello stesso periodo oltre a segnare decine di goal ne fece segnare molti anche ai compagni di squadra John e Karl Hansen e Karl Praest.

La prima stella. Il Boniperti calciatore porta la Juve a un record
Finito il periodo “buio” nel 1957-58 arrivò lo scudetto della prima stella bianconera ovvero il decimo e Boniperti iniziò praticamente la sua seconda carriera calcistica indossando i panni della mezzala al servizio di due grandissimi campioni come il gallese John Charles, un centravanti dotato di gran fisico e un colpo di testa formidabile, e il fuoriclasse argentino Omar Sivori che non ha bisogno di presentazioni essendo stato un tra i più forti giocatori di tutti i tempi. Con questo famoso “trio magico” la Juventus vinse tre scudetti, l’ultimo nel 1960-61 che fu anche l’anno dell’addio al calcio di Boniperti a soli trentatré anni. L’ultima partita la giocò contro la squadra dei ragazzi dell’Inter (all’epoca per protesta il presidente nerazzurro Angelo Moratti mandò in campo la squadra primavera), partita vinta per 9 a1 con sei goal di Sivori e goal della bandiera nerazzurra firmato da un giovanissimo Sandro Mazzola.

Una vita in bianconero
In maglia bianconera ha collezionato complessivamente 469 presenza suddivise tra serie A, coppa Italia e qualche partita in Europa con un totale di 188 reti. Ovviamente giocò anche con la maglia della nazionale italiana facendo il suo esordio nel 1947 contro l’Austria in una partita persa per 5 a 1 e segnò il suo primo goal in azzurro due anni dopo sempre contro l’Austria. Indossò la maglia azzurra trentotto volte segnando otto goal, ma senza ottenere grandi risultati. Partecipò infatti ai due sfortunati campionati del mondo del 1950 in Brasile e del 1954 in Svizzera.
Da calciatore a dirigente

Appese la classiche scarpette al chiodo, la famiglia Agnelli lo volle subito inserire nei quadri dirigenziali fino a diventare presidente della società nel 1971. Ruolo che ricoprì fino al 1990. Con la presidenza di Boniperti sono cresciuti giocatori come Roberto Bettega, Paolo Rossi, Beppe Furino e tantissimi altri giovani “pescati” da altre società creando così di anno in anno una squadra capace di vincere molti scudetti e arrivare anche alla prima Coppa dei Campioni targata Michel Platini. E’ stato anche dirigente della Sisport la società sempre della famiglia Agnelli che poteva vantare atleti come Pietro Mennea e Sara Simeoni.
Una maglia come una seconda pelle

Alla fine del 1990 diede le dimissioni da presidente e venne sostituito da Vittorio Caissotti da Chiusano. Venne però richiamato dalla Juventus che gli offrì il ruolo di amministratore delegato che tenne fino al 1994. Dodici anni dopo tornò nuovamente in casa Juventus. Chiamato sempre dalla famiglia Agnelli per cercare di ricostruire la società a seguito dello scandalo detto “Calciopoli” che portò la squadra in serie B. Anche a livello politico ottenne successo venendo eletto nel 1994 come europarlamentare nelle liste di Forza Italia dove rimase in carica per tutta IV legislatura del Parlamento Europeo fino al 1999. I funerali si svolgeranno in forma privata.