All’età di 75 anni è venuta a mancare all’improvviso, oggi nel primo pomeriggio, Paola Pigni, forse la più grande mezzofondista italiana di tutti i tempi, senza nulla togliere ai meriti della vicentina Gabriella Dorio. La Pigni era presente ad una cerimonia per la Festa dell’educazione alimentare nelle scuole in qualità di rappresentante delle Legenda di Sport e Salute. L’incontro si è tenuto nel centro presidenziale di Castel Porziano alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Alla fine della riunione la Pigni ha accusato un malessere dal quale non si è più ripresa.
Gli ultimi momenti di Paola Pigni
E’ stata immediatamente portata in ospedale Sant’Eugenio di Roma ma non c’è stato nulla da fare. Inizialmente pareva stesse per riprendersi tant’è che sembra abbia anche detto alcune parole come “perché mi state prendendo in braccio!” Però, purtroppo si è trattato di un momento. La grande atleta continuava ad accasciarsi ed è spirata poco dopo. Al momento dell’incidente era presente anche Giuseppe Gibilisco, campione del mondo di salto con l’asta nel 2003.
La carriera
La Pigni era nata nel dicembre del 1945 e nel corso della sua carriera vinse una quantità infinita di corse e titoli, tra questi il bronzo olimpico alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 e sempre il bronzo agli europei del 1969. Campionessa del mondo di corsa campestre nel 1973 e 1974, diciannove volte campionessa italiana assoluta (tredici titoli su pista e sei di campestre). Complessivamente stabilì anche cinque primati del mondo e questo dato la dice lunga sulla sua grandezza che venne in parte sminuita nelle grande competizioni dalle atlete dell’Est che all’epoca non raramente venivano corrette da sostanze particolari. La stessa Pigni dichiarò che quelle avversarie erano dopate, tant’ è che il suo tempo sui 1500 metri di 4’02″85 tale da valere il bronzo risulta ancora oggi dopo 50 anni la seconda miglior prestazione italiana di sempre dopo il record della Dorio.
Il momento più alto di Paola Pigni
Nel 1969 celebrò il suo grande momento stabilendo nell’Arena di Milano il suo primo record del mondo sui 1500 metri con il crono di 4′ 12″4 davanti all’olandese Maria Gommers che deteneva il precedente primato ed era bronzo alle olimpiadi di Citta’ del Messico del 1968 sugli 800 metri. Nello stesso anno ottiene anche il primato del mondo dei 3000 metri prima con 9’42″8 è successivamente si migliora con uno strepitoso 9’38”. A conferma dell’anno di grazia firma anche il record del mondo sui 5000 metri con 15’53″6. L’anno successivo vince i campionati internazionali di corsa campestre che per l’epoca figurava come un vero e proprio campionato del mondo. Nel suo palmares non poteva mancare dopo i record mondiali dei 1500, 3000 e 5000 metri anche quello dei 10000 ottenuto con il tempo di 35’30″5.
Nemmeno la maternità fermò Paola Pigni
Nel 1971 diventa mamma di Chiara e rallenta in parte l’attività agonistica. Riprenderà con forza e determinazione nel 1972 al punto di conquistare la “famosa” medaglia di bronzo sui 1500 metri battuta dalla russa Ljudmila Gravina e la tedesca dell’est tale Gunhild Hoffmeister. Si dedica con passione anche alla corsa campestre e nel 1973 vince la prima edizione dei campionati del mondo oltre all’ennesimo titolo italiano. Concederà il bis mondiale nel 1974. Si ritirerà nel 1975 a causa di un serio infortunio ad un piede che la costringerà a subire una decina di interventi chirurgici. Tra i maggiori titoli extra sportivi da sottolineare il diploma e la successiva laurea in scienze motorie.
Carissima amica mia Paola Pigni, l’unica, la sola con cui parlavo tutti i giorni e che sapeva tirarmi su. Ricordo quando ti raccontavo della mia infanzia e di come ti arrabbiavi per quello che mi era successo, tu che mi dicevi di non prendermela per certe cose, tu che mi hai sempre chiamato più volte al giorno quando sono stata male e ti indignavi perchè nessuno mi voleva aiutare, tu che mi consigliavi.
Grande donna, immensa campionessa, il mio idolo da ragazzina, la pioniera, “l’apripista” di tutte noi, soprattutto umile atleta ultimamente “dimenticata”, tu che mi dicevi che “non ci capivi niente di fb” ma che ti saresti fatta aprire una profilo da tua figlia per vedere i miei post e le mie figlie di cui ti parlavo sempre e che mi parlavi con orgoglio dei tuoi, tu che sei stata l’unica a consolarmi dopo la mia squalifica olimpica di Barcellona e a dirmi di non smettere. Ricordo ancora quando mi scrivesti: “non permettere mai agli altri di farti fare ciò che tu non vuoi, tu ami la marcia e non devi smettere per questa ingiusta squalifica”. Tu sempre attiva che mi raccontavi dei tuoi 20 km giornalieri.
Non riesco a scriverti: “riposa in pace”, non ti sarebbe nemmeno piaciuto, lo so. Ho il cuore a pezzi. Non avrei mai pensato di provare così tanto dolore perchè so che da oggi mi sentirò molto più sola. Mi mancherai tantissimo. E va beh, come concludevi tu.
Se avessi saputo ieri che sarebbe stato il nostro ultimo saluto ti avrei trattenuto di più! Ileana Salvador