A causa del Covid sono stati rivisti al ribasso tutti i dati dell’economia veneta riferiti al 2020 e 2021. Presentati i risultati del secondo Focus relativo all’impatto del Covid 19 sull’economia del territorio. Lo studio è stato effettuato dall’Osservatorio Economia e Territorio per CNA Veneto.
«Il comparto territoriale del Nord Italia, con quasi 2,3 milioni di PMI, rappresenta il 50 % delle piccole medie imprese sul territorio nazionale – spiega il Presidente di CNA Veneto Alessandro Conte –. Un’area produttiva importante nello scenario economico del Paese che può ben costituire l’elemento trainante per la ripresa. Lo schema di Next Generation EU, così come è impostato, non è a dimensione di piccola impresa. Ed è necessario tendere ad un impegno comune per far sì che lo diventi. Se si ritenga che alcuni settori siano strategici per l’economia del nostro territorio è necessario che ogni intervento da parte dello Stato si attui lì. Rafforzando le filiere e mettendo in sinergia le imprese. Ma soprattutto deve essere strumento efficace e calibrato. E in grado di rispondere alle esigenze specifiche di quelle aree territoriali e produttive del Paese in grado di trainare la ripresa.»

Covid, questi i dati veneti dell’economia
Vediamo nel dettaglio quali sono le stime dell’economia veneta ai tempi del Covid:
- PIL: -9,4% nel 2020, in peggioramento rispetto alle stime. Secondo le ultime proiezioni per il 2021 è prevista una ripresa del +4,3%, purtroppo ancora insufficiente per portarlo ai livelli pre-Covid.
- CONSUMI: Per effetto della pandemia i consumi delle famiglie hanno subito una contrazione del -10,5% contro le stime precedenti che prevedevano un -9%. Previsione di crescita nel 2021 del +3,6%.
- INVESTIMENTI: Gli investimenti hanno risentito del deterioramento dello scenario economico, ma le ultime proiezioni indicano per il 2020 un contenimento della flessione prevista per il Veneto del -9,0% rispetto alle stime precedenti (-13,1%). Prevista tuttavia una robusta ripresa nel 2021 pari al +10,9%.
- IMPRESE: rispetto al 2019 il numero di imprese attive si è ridotto del -0,6% a fronte di una crescita a livello nazionale del +0,2%. A fronte di una contrazione del numero delle imprese vi sono dei settori in crescita (servizi ed utilities); tra i settori in calo il commercio, la logistica e la manifattura.
- IMPRESE ARTIGIANE: -1.622 rispetto al 2019: la variazione percentuale (-1,3%) è stata peggiore rispetto alla media nazionale (-0,3%).
- NUOVE IMPRESE ISCRITTE: Tra marzo e dicembre 2020 il numero di nuove imprese iscritte si è ridotto di oltre -4.500 unità rispetto allo stesso periodo del 2019.
- OCCUPAZIONE: i dati del terzo trimestre del 2020 indicano una flessione di 17.752 occupati (-2,0%).
- EXPORT: nei primi 9 mesi del 2020 le esportazioni del Veneto si sono ridotte dell’-11% pari a -5,3 miliardi di euro; per il 2021 si prevede tuttavia una ripresa del +7,2%. Per l’export manifatturiero si è registrata una caduta dell’-11,5% che ha interessato tutte le attività compreso l’agroalimentare. Unica eccezione la chimica-gomma-plastica (+9,1%). Tra i comparti maggiormente colpiti la metallurgia, il sistema moda, sistema casa.

Economia veneta, la sfida del Recovery Fund
La seconda parte del documento presenta una valutazione preliminare dei principali contenuti del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) o “Recovery Plan” (224 miliardi di euro tra il 2021 e il 2026 distribuiti tra Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura; Rivoluzione Green; Infrastrutture sostenibili; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute), senza intento di giudizio ma solo con il proposito di fornire una chiave interpretativa del Piano alla luce dei fabbisogni dell’artigianato e della PMI del Veneto.
Tutte le valutazioni sono state formulate in relazione a tre elementi fondamentali: l’importante contributo del Veneto all’economia nazionale; il ruolo chiave della PMI in Veneto e la necessità di recuperare terreno perso nei confronti delle principali regioni europee. Infatti, tra il 2010 e il 2019 il Pil del Veneto è cresciuto del +4,3% del Veneto, a fronte del +13,5% fatto registrare mediamente dalle principali regioni europee (Catalogna, Paesi Baschi, Comunità Valenciana; Baviera, Baden-Württemberg, NordReno-Vestfalia; Fiandre; Olanda meridionale).
Secondo i criteri di valutazione dello Studio si è evidenziato come il Recovery Plan così come è strutturato abbia nel complesso un beneficio potenziale moderato rispetto al sistema Paese e marginale sulle PMI relativamente ai settori indicati. Le componenti di maggior interesse del PNRR rispetto all’artigianato e alla PMI sono i settori dedicati alla Digitalizzazione, Innovazione Competitività del Sistema Produttivo; l’Efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici.
Digitale e green le sfide da vincere per le pmi venete
Digitale e Green sono quindi i settori più importanti sui quali giocare la partita dell’assegnazione dei fondi del Next Generation EU, che oltre a fronteggiare gli effetti negativi della pandemia sul piano economico e sociale, si prefigge di superare le tradizionali criticità del Paese tra le quali spiccano purtroppo la scarsa efficienza delle PA, la lentezza della Giustizia, i pochi investimenti e le infrastrutture obsolete.
Tenendo conto di questo scenario nazionale, per quanto riguarda l’impatto sull’economia del Veneto, secondo l’analisi effettuata dal Centro Studi Sintesi, ecco che le principali linee di intervento che possano in qualche modo avere un impatto più rilevate sull’economia di questa regione non possono che concentrarsi sulla Digitalizzazione – che si associa anche alla Innovazione, alla Competitività e alla Cultura – e sulla Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica in prima istanza. A seguire poi, certo non di secondaria importanza, le Infrastrutture per una mobilità sostenibile, l’Istruzione e la Ricerca, l’Inclusione e la Coesione, la Salute.