Quando sono inquieta o voglio uscire da una situazione complicata viene sempre in mio aiuto Alice nel paese delle meraviglie: “È sempre l’ora del tè, e non abbiamo neppure il tempo di lavare le tazze negli intervalli”. Le citazioni non sono sempre veritiere o corrette, così mi sono letta il libro di Lewis Carroll per averne la conferma. Non sappiamo se anche per Walt Disney era sempre l’ora del tè, ma di certo il suo gioiellino d’animazione compie 70 anni in grande stile. Uscì infatti nel 1951 e venne presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Alice e Walt
Disney, già nel 1932 accarezzava l’idea di trasformare il romanzo in un film d’animazione. Aveva cominciato ad acquistare i diritti per le illustrazioni, ma poi tutto sfumò a favore di Biancaneve e i sette nani che ebbe un successo strepitoso, anche questo in concorso a Venezia nel 1938, vinse il Grande Trofeo d’Arte della Biennale.
Alice rimase un sogno nel cassetto schiacciato dal peso della Seconda guerra mondiale e della crisi economica. Poi come per incanto, riapparve grazie al talento di una donna.
Partiamo da Alice
Mi capita spesso di rimanere stregata da una sorta di “serendipity”, neologismo coniato dallo scrittore inglese Horace Walpole che indica la casualità di una scoperta inattesa, non programmata. In sintesi, una cosa che scopriamo mentre ne stiamo cercando un’altra. Partendo da Alice di Walt Disney, ho scoperto una disegnatrice, straordinaria illustratrice di libri per l’infanzia. Grazie a lei questo classico dell’animazione ha preso il volo verso il successo. Si chiamava Mary Blair.

Chi è Mary Blair
Originaria di un paesino dell’Oklahoma, la Blair partecipò ai più noti film d’animazione come Cenerentola e Le avventure di Peter Pan, uno stile originale e di grande spessore artistico. Mary avrebbe voluto aprire una Galleria d’Arte con il marito, ma la Depressione interruppe i suoi piani e così come ripiego andò a lavorare alla Walt Disney Studios. Aveva un carattere testardo, indipendente, controcorrente, litigava spesso con i colleghi, non seguiva le direttive e faceva a modo suo, ma era un talento straordinario e le sue illustrazioni innovative incantarono subito Walt Disney. È così che Mary Blair diventò Art Director del leggendario gruppo di animazione che ancora oggi incanta bambini e soprattutto adulti.
Alice a Venezia?
Un compleanno quindi molto femminile, e in parte veneziano. Nel 1951 il cartellone della 12a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia era di grande spessore. Alice si trovò in compagnia di Akira Kurosawa, Billy Wilder, George Cukor, Jean Renoir, Elia Kazan.
Per la cronaca “Rashomon” di Kurosawa vinse come miglior film il Leone di San Marco.
Alice vola in USA
Fu così che Alice nel paese delle meraviglie concorse per gli Stati Uniti d’America assieme a titoli entrati ormai nella storia del cinema: “L’asso nella manica” Premio internazionale al grande Billy Wilder e Premio speciale per il miglior commento musicale a Hugo Friedhofer. “Un tram che si chiama desiderio”, Gran Premio della Giuria a Elia Kazan e Coppa Volpi a Vivien Leigh.
Un anno davvero fertile per Venezia il 1951, basti pensare alla Coppa Volpi maschile andata a Jean Gabin, ma anche un anno vissuto pericolosamente per Otello di Orson Welles. Già in cartellone alla Mostra, il regista lo ritirò all’ultimo momento annunciando clamorosamente in una conferenza stampa che la copia non era ancora pronta.
Il film fu poi presentato a Cannes in versione modificata vincendo il Grand Prix. Certo il film più controverso del grande autore. Otello tornerà in laguna nel 2015 in versione restaurata per il centenario della nascita di Welles, evento di preapertura della 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Fuori da Alice
In cartellone nel 1951 anche un poliziesco italiano dal titolo emblematico: “Ombre sul Canal Grande” noir di Glauco Pellegrini con Isa Pola. In una Venezia oscura e malinconica, scompare misteriosamente un funzionario delle Assicurazioni Generali. Scandali blasonati, tradimenti, omicidi e colpi di scena.
Agli Oscar
Alice nel paese delle meraviglie non finisce di stupire, ebbe infatti una nomination all’Oscar come miglior colonna sonora grazie alle musiche di un talentuoso compositore come Oliver Wallace, ma venne battuto da “Un americano a Parigi”. Gene Kelly che danza con le musiche di Gershwin è probabilmente insuperabile.
Peter Pan
Una curiosità, la canzone che Alice avrebbe dovuto cantare all’inizio, non venne utilizzata dai produttori. In seguito, dopo alcune modifiche, divenne il brano dei titoli di testa più amato della storia Disney: La seconda stella a destra overture de Le avventure di Peter Pan. Se non abbiamo provato a volare ascoltando questa musica non siamo mai stati veramente bambini.
L’autore

Manca qualcosa, forse la più importante: Lewis Carroll. È da questo autore visionario che inizia l’amore per un testo così moderno da influenzare ancora oggi la creatività di molti registi. Insegnante di matematica, algebra e logica per ben 25 anni, al Christ Church College uno dei più grandi collegi di Oxford, Lewis Carroll fu ispirato dal misterioso e possente edificio dal fascino gotico e probabilmente anche dal rettore del college Henry George Liddell che aveva una figlia di nome Alice.
Ma questa è tutta un’altra storia. Intanto sono passati già settant’anni da Alice nel paese delle meraviglie di Walt Disney e noi, come Peter Pan, cerchiamo ancora la seconda stella a destra.
“Se tu raggiunger vorrai,
l’isola che non c’è…
Alla seconda stella vai,
e volta a destra in ciel!”