Prove tecniche di normalità per un Top 10 (quasi) regolare, mentre la Benetton risorge dalle ceneri di se stessa e conquista Parigi.
European Challenge Cup
L’esordio di Treviso in questo weekend in Challenge Cup – la seconda competizione europea per ordine di importanza dopo la Champions Cup (per sintetizzare, lo stesso rapporto che c’è tra Europa e Champions League nel calcio) – ha coinciso con il miglior risultato di sempre dei biancoverdi nella competizione, ma, cosa ben più significativa, anche con il classico colpo di reni quando la squadra era già oltre l’orlo del baratro.
Prima il disastro
Il disastroso inizio stagione in Pro 14 aveva infatti aperto ufficialmente la crisi in casa Benetton, impantanata a fondo classifica con zero vittorie all’attivo dopo aver fallito anche l’all-in di Galway contro un Connacht alla portata solo sulla carta, visti i problemi di identità evidenziati dal XV di coach Crowley fin da settembre.
Palati forti

La proposta del primo turno di coppa era un menu decisamente per palati forti. Trasferta parigina in casa dello Stade Français, pronostico tutto dalla parte dei rosa allenati dalla leggenda argentina Gonzalo Quesada ed infarcita di campioni da mezzo mondo, tutti con contratto pesante. Treviso scende in campo con i cerotti. Schierando gli italiani lasciati fuori dal giro azzurro, i senatori in crisi di risultato e qualche bel giovane in prestito dal Top 10. Match senza storia, pensavano tutti dentro e fuori l’ambiente biancoverde. Ed invece, è quando il leone è ferito che diventa più pericoloso, con l’istinto di sopravvivenza a moltiplicare le forze e a rendere lucida la testa.
Come nasce la vittoria

Nasce su questi presupposti il clamoroso 44 a 20 che costringe la stampa francese, notoriamente snob nei confronti del povero rugby nostrano, a titolare il giorno dopo sul risultato giusto di una grande squadra italiana.
Pochissimi falli, grande aggressività difensiva, maggiore efficacia sui punti di collisione, una regia ispirata e tutte le statistiche di territorio e possesso saldamente in mano dal primo all’ultimo minuto. Un capolavoro, e un’iniezione di autostima che, con il rientro dei nazionali reduci dalla Autumn Nations Cup, potrebbe (e dovrebbe) segnare la svolta. Lanciando la caccia alla qualificazione in Challenge e la risalita in Pro14.
Top 10
Un sesto turno che sembrava finalmente normale, vale a dire finalmente distribuito in tutti e cinque gli incontri previsti a calendario. Non è stato così, alla fine, con la gara tra Viadana e Fiamme Oro rinviata a causa delle positività emerse last minute tra i poliziotti cremisi. Le altre quattro partite sono in compenso andate tutte in scena. Con le tre venete impegnate rispettivamente nel 168° derby d’Italia tra Rovigo e Petrarca e nella sfida tra seconda e terza in classifica che metteva di fronte Mogliano e Colorno.

Spiccano Petrarca e Mogliano
Un Petrarca evidentemente caricato a mille dall’eterna quarantena che aveva costretto a quattro rinvii consecutivi la squadra di Andrea Marcato è sceso in campo al Battaglini con tutta l’intenzione di interrompere la lunga striscia di sconfitte consecutive in casa dei Bersaglieri. Gara ruvida ed intensa, quella giocata dalle due squadre, con la Femi-CZ lentamente portata dagli avversari in un terreno infido, fatto di un rugby poco spettacolare, con le trincee difensive a far da protagoniste, molti fischi arbitrali. Ed il solito gioco di movimento dei rodigini ingabbiato dall’indovinata strategia di contenimento delle maglie nere.

Rovigo ko
In un finale convulso, Rovigo avrebbe potuto rovesciare lo score: sotto per 12 a 18, si vede assegnare una punizione sulla linea dei cinque metri. La scelta cade sulla mischia chiusa, ma all’ingaggio Padova mette tutto quello che ha ed annulla il primo tentativo. Il reset è sprecato e l’arbitro fischia consegnando l’Adige Cup (il trofeo messo in palio tra i due club ad ogni derby) agli ospiti in assoluto meno graditi dalle parti del Battaglini.
Mogliano si gode il weekend
A Mogliano Veneto, nel frattempo, la squadra di casa cerca il terzo successo consecutivo contro la sorpresa Colorno, seconda proprio dietro Rovigo e reduce dalla clamorosa vittoria interna contro le Fiamme Oro. I ragazzi di Costanzo e Basson partono sotto tono, presi in contropiede dall’atteggiamento iper-aggressivo degli emiliani in difesa e sul breakdown.

La prima mezz’ora è una partita a scacchi giocata a suon di schiaffoni. Poi i padroni di casa leggono meglio il match, e complice un leggero calo fisico degli avversari cominciano ad infiltrare il proprio rugby nelle crepe del muro colornese. Primo tempo chiuso in vantaggio per 6 a 3. Poi nel secondo un monologo che spegne ogni velleità ospite mettendo sì sul piedistallo l’ennesima prova da fuoriclasse (per il livello del Top 10) dell’apertura argentina Ormson ma, vero risultato di giornata, soprattutto quella pienamente convincente di tutto il collettivo. Uscito alla distanza con una prova di maturità valsa il 24 a 8 finale che lancia la sfida ai prossimi due appuntamenti contro Padova e Calvisano. Con ambizioni fin qui sconosciute dall’alto di un secondo posto in classifica ad un’incollatura dal primo, occupato ancora dal Rovigo.