
Brugnaro alleva in Toscana bestiame di razza chianina. Non solo carne, c’è un progetto per il basket e un “patto della bistecca” per manifestazioni tra i Comuni di Venezia e di Chiusi. Il turista che capita in Val di Chiana e si ferma a mangiare in qualsiasi ristorante, nella maggior parte dei casi ordinerà la carne di chianina, la fiorentina, indiscussa protagonista dei prodotti della zona. Una bella bistecca o una tagliata oppure dei pici o delle pappardelle con il ragù di chianina o, per i fondisti della tavola, i pici al ragù seguiti dalla bistecca. E’ consigliabile, per gli avventori, innaffiare il tutto con un bel vino Nobile di Montepulciano, se si vuole rimanere nei paraggi, o, spostandosi di qualche chilometro, un Brunello o un Chianti classico.
Fiorentina e chianina
La chianina, per chi non lo sapesse, è una delle più antiche razze bovine che nel passato veniva usata per lavoro e ora esclusivamente per la produzione di carne, la cui alta qualità deriva dal fatto che gli animali sono allevati a pascolo (la chianina non vive in allevamenti intensivi) e che la carne è magrissima con leggere infiltrazioni di grasso che sciogliendosi danno alla bistecca un sapore inarrivabile.

Non solo Val di Chiana
Ma la chianina non vive solo in quel meraviglioso fazzoletto di terra che è la Val di Chiana, i pregi della sua carne ed anche la sua bellezza (il colore del suo mantello bianco candido le regalano un’eleganza inconsueta per un bovino) l’hanno resa popolare in tutto il mondo. Così troviamo allevamenti di chianina in ogni continente, anche se poi la migliore bistecca di questo tipo di carne, che poi è la bistecca alla fiorentina, la troviamo in Toscana. Anche perché una carne per diventare regina della tavola deve passare da bravi macellai (la frollatura è fondamentale), essere esaltata da chi sa governare il braciere e condita con l’olio giusto.
Fiorentina e l’incontro con Brugnaro
La chianina un giorno ha incontrato Luigi Brugnaro. Fatto sta che il sindaco di Venezia tra le sue molteplici attività ha inserito pure quella di allevatore di bestiame di alta qualità. Brugnaro, nel 2014, creò l’agricola San Giobbe, un nuovo pianeta della galassia Umana S.P.A., con l’intento di continuare l’antica tradizione di allevamento della chianina non spostandolo, però, dal suo territorio nativo, rispettando così alla lettera tutte le regole che hanno creato e consolidato nei secoli la storia di questa razza bovina. L’azienda non acquista esternamente bovini e la loro nutrizione avviene solamente con ingredienti a “km 0”, secondo le sacre regole del cosiddetto allevamento a ciclo chiuso.
Un nome non casuale
Il nome San Giobbe non è casuale, così come niente è casuale nelle attività di Brugnaro. San Giobbe è una zona del sestiere di Cannaregio, che oggi ospita la facoltà di Economia dell’Università Ca’ Foscari, ma in passato era nota come uno dei più importanti macelli europei. Brugnaro ha così voluto creare, con un ideale filo conduttore, le tradizioni della sua terra, il Veneto, a quelle della Val di Chiana, scegliendo questa zona anche per le sue bellezze naturali ed anche artistiche ed architettoniche, perché in fondo si rimane sempre quello che si è e Brugnaro nasce architetto e si sente, nel suo animo, un architetto.
Fiorentina alla veneziana verso il successo
La San Giobbe, pur essendo un’azienda ancora giovane, sta riscuotendo un grande successo e le sue carni sono richiestissime e vengono vendute in tutto il mondo. Venendo spesso in Val di Chiana, Brugnaro non si è limitato ai successi dell’allevamento di bovini ma si è espanso anche al basket, acquistando la squadra di Chiusi (una delle cittadine più importanti della Val di Chiana).

Fiorentina e basket
E’ nata così, nel 2018, la San Giobbe Basket Chiusi. Legata al progetto Reyer Venezia, che prevede la sinergia tra una trentina di società di pallacanestro. In progetto non solo sportivo ma anche sociale. La giovane società sportiva, infatti, vuole offrire al territorio l’occasione di crescere anche con lo sviluppo di impianti e strutture.
Il protocollo
Il sindaco ha anche creato un protocollo d’intesa, chiamato pure “patto della bistecca”. Tra il Comune di Venezia e quello di Chiusi per la realizzazione di iniziative culturali congiunte. L’iniziativa ha sollevato la solita inevitabile polemica: gli avversari politici parlano di interesse personale per via delle aziende del sindaco che saranno coinvolte. In ogni caso, il “patto della bistecca” offre una serie di opportunità a una zona come la Val di Chiana dalle enormi potenzialità. Tarpate, però, negli ultimi anni dalle difficoltà enormi del Monte dei Paschi di Siena. La banca che nel territorio, come amano dire i senesi, è stata mamma e babbo al tempo stesso.