Il prossimo 25 ottobre dovrebbe andare in scena la trentacinquesima edizione della Venicemarathon, divenuta nel corso degli anni una tra le più importanti maratone del mondo e la maratona numero uno in Italia. Usiamo il condizionale dovrebbe in quanto al momento non è ancora stato deciso dagli organizzatori se potrà essere disputata. O causa problemi legati al COVID-19 dovrà gioco forza essere annullata e dare un arrivederci a tutti gli iscritti al 2021.
Le difficoltà della maratona
D’altronde non è facile organizzare in condizioni precarie una corsa su strada prolungata su un percorso che si snoda da villa Pisani a Stra per tutta la Riviera del Brenta, Marghera, Mestre e dopo il passaggio nel paco di San Giuliano, il ponte della Libertà e “l’approdo” in laguna per arrivare in Riva Sette Martiri.
L’esercito della maratona
Quarantadue chilometri e spiccioli con un “esercito” composto da oltre settemila runners (anche se al momento pare che gli iscritti siano circa tremila). In primis il distanziamento e poi la mascherina e tutti gli accorgimenti necessari per poter correre in sicurezza e mantenere anche la sicurezza degli addetti ai lavori. Manca un mese alla prevista partenza vedremo cosa succederà.
L’albo d’oro
Dando uno sguardo all’albo d’oro di questa manifestazione balza subito agli occhi che tutte o quasi le prime edizioni sono state appannaggio di atleti nati nel Nordest d’Italia. Nella prima edizione il dominio fu totale con la vittoria sia in ambito maschile che femminile da parte di maratoneti veneti. Nel lontano maggio 1986 (la prima edizione si disputò in primavera anzichè in autunno come tutte le successive) a tagliare il traguardo da vincitore nell’arrivo posto in campo SS.Apostoli fu il trevigiano di Volpago del Montello, Salvatore Bettiol, che si era già reso protagonista a Roma nel campionato italiano di maratona giungendo secondo. Tra le donne il successo andò a Paola Moro, vicentina di Bassano del Grappa.
La maratona ancora a Bettiol
L’anno successivo targato 1987 l’arrivo fu spostato in campo della Salute ma a vincere fu ancora il trevigiano Bettiol, subito ribattezzato il Doge di Venezia.
Pizzolato
Nel 1988, terza edizione la musica non cambia in campo maschile è ancora il Veneto a dominare grazie al grande Orlando Pizzolato, vicentino di Piovene Rocchette. Pizzolato, che gli statunitensi chiamarono “Pizzo what” dopo la sua prima vittoria a New York nel 1984 (vinse anche l’anno dopo), venne a Venezia reduce da una sfortunata gara olimpica a Seul per allenarsi in vista proprio della maratona di New-York. Voleva fare una trentina di chilometri d’allenamento.
Pizzolato e la maratona nella nebbia
Chiese agli organizzatori due giorni prima della gara un pettorale e si schierò alla partenza. Una giornata dove la nebbia era talmente fitta che non permise agli elicotteri della Rai di potersi alzare. La telecronaca infatti fu molto blanda. Al punto che ad un certo punto la voce del cronista annunciò che a sorpresa dopo quaranta chilometri c’era in testa Pizzolato tutto solo. Così fu fino al traguardo in campo della Salute. Dove arrivò in perfetta solitudine applauditissimo da due ali di folla poste ai lati del tratto finale del percorso. Vinse, ma fu l’ultimo successo per lui sulla maratona.
Nordest sempre protagonista
Nel 1989 il Nordest andò ad applaudire la friulana Emma Scaunich. Nata a Udine e capace sorprendendo tutti i pronostici di bissare il successo anche nell’edizione del 1992. Facendo un paio di passi indietro ecco l’edizione del 1990 dove arrivò la vittoria annunciata di Gelindo Bordin, vicentino di Longare.
Bordin, la maratona e De Michelis
Bordin, campione era allora campione olimpico in carica con l’oro di Seul del 1988 e campione europeo col titolo vinto a Spalato tre mesi prima, bissando quello vinto a Stoccarda nel 1986. A Venezia non ebbe rivali. Doveva esserci in gara anche Gianni Poli ma all’ultimo momento non s’iscrisse. E in una giornata di pioggia torrenziale arrivò a braccia levate sul nuovo traguardo d’emergenza posto di fronte all’Istituto Cavanis. In quanto contestualmente a Venezia si svolgeva un vertice di sicurezza tra i principali Paesi del mondo presieduto dall’allora ministro Gianni De Michelis.
L’ultima volta a un trentino
Nel 1991 sesta edizione con l’ennesimo nuovo arrivo questa volta quello definitivo in Riva degli Schiavoni dove vinse il finanziere Carlo Terzer, coriaceo maratoneta di Predazzo (Trento). Altri successi in laguna per gli atleti del Nordest non ne sono più arrivati, ma in assoluto pochissimi sono stati anche i successi a livello italiano con il solo bergamasco Danilo Goffi primo nel 1998 e due anni fa l’eritreo naturalizzato italiano Eyob Faniel. Tra un mese o tra un anno e un mese vedremo chi vincerà la trentacinquesima edizione della Venicemarathon o visto che siamo nel Nordest meglio conosciuta come Maratona di Venezia.