Prima o poi “Torneranno i prati “. È con un desiderio cinematografico che il direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera racconta Venezia 77, citando lo splendido film di Ermanno Olmi. Indubbiamente l’auspicio è condivisibile, dopo mesi di sconcerto e angoscia, è arrivato un segnale di fiducia dalla Rassegna Internazionale la prima ad aprire in presenza dopo la pandemia.
Venezia 77 oggi
Misure severe, un protocollo sanitario che nemmeno il regista più fantasioso avrebbe immaginato nel terzo millennio, muro anti-covid che oscura il red carpet, rilevamento temperatura con accesso negato sopra i 37,5 gradi. Sanificanti in tutte le sale, mascherine, posti ridotti, distanziamento fisico, tracciabilità di ogni partecipante. Allora dato che siamo riusciti ad entrare al cinema partiamo dalla fine, come nel migliore dei flash– back.
Venezia 77 e un ricordo
Vi ricordate le polemiche durante la disastrosa acqua granda dello scorso novembre? La seconda marea più alta della storia, 187 centimetri. In quel periodo Stefano Accorsi stava girando in Piazza San Marco in mezzo all’acqua alta. Ci fu un battibecco molto cinematografico anche sui social: State disturbando chi cerca di svuotare i propri negozi dall’acqua! Fuori dalle palle!”. Con l’attore che replicò prontamente su Facebook: “Stiamo girando a Venezia dal 4 novembre, non stiamo facendo sciacallaggio. Cosa dovremmo fare? Smettere di girare?”. Il film di chiusura di Venezia 77 è proprio questo: “Lasciami Andare” di Stefano Mordini, thriller soprannaturale ambientato a Venezia, tratto dal romanzo di Christopher Coake, “You Came Back”. Una pellicola fuori concorso con grandi aspettative e rocambolesca overture.
Venezia 77 e i ricordi delle precedenti edizioni
Quanti flash-back personali con la mostra di Venezia! Nel 2002 ho passato una serata con Tom Hanks, in occasione della prima del film di Sam Mendes Era mio padre, (Road to Perdition). L’invito mi è arrivato dal leggendario costume designer Albert Wolsky che ho il privilegio di conoscere da molti anni. Al suo attivo due premi Oscar: All That Jazz di Bob Fosse, con Roy Scheider e Jessica Lange e Bugsy di Barry Levinson, con Warren Beatty e Annette Bening, per la cronaca, (musiche di Ennio Morricone).
E ancora
Albert Wolsky, americano nato a Parigi, ha lavorato con i più celebri registi e attori, un palmares lunghissimo: Manhattan di Woody Allen, La scelta di Sophie con Meryl Streep, Il Rapporto Pelican con Julia Roberts, L’Angolo Rosso con Richard Gere, C’è posta per te con Meg Ryan e Tom Hanks. Spesso a Venezia con titoli vincenti: Across the Universe, Birdman di Alejandro González Iñárritu e l’anno scorso Ad Astra con Brad Pitt. Sono suoi anche i costumi dell’ormai leggendario Grease con John Travolta.
Venezia 77 ha ancora Albert
A proposito di musical, annovero tra le mie interviste anche quella con James Mitchell grande amico di Albert e splendido interprete di film culto come Spettacolo di Varietà (The Band Wagon) di Vincente Minnelli con Fred Astaire e Cyd Charisse. Ai tempi d’oro del musical Mitchell venne definito dai critici: “un importante esempio del nuovo ballerino-attore-cantante nel balletto americano”. Alla magnifica età di 89 anni, Albert continua a lavorare conteso per il suo talento da tutti i più grandi registi di Hollywood anche se la pandemia ha fermato notevolmente l’industria cinematografica. Per questo Venezia 77, rappresenta un segnale di fiducia e speranza, non solo per le maestranze ma per tutti noi innamorati e un po’ orfani della settima arte.
La rassegna
Nonostante il lockdown abbia condizionato qualche evento stellare, non mancano, anche quest’anno, film d’autore, commedie, documentari, film horror e gangster movies. Forte e incisiva la presenza femminile nella regia dei film in concorso. Molto femminile anche la serata d’apertura: lo sguardo magnetico di Cate Blanchett presidente della Giuria Internazionale “ce l’abbiamo fatta” dice e cita spesso la parola miracolo come metafora del cinema. “Grazie per il mio leone con le ali”così ringrazia la platea Tilda Swinton, (già coppa Volpi nel 1992), per il Leone d’Oro alla carriera. “La nostra sublime Venezia gioia pura”.
Venezia 77 e l’omaggio a Morricone
La madrina Anna Foglietta, impegnata attivamente nel sociale anche durante l’emergenza Covid, incanta i fotografi con un fuori programma al suo arrivo al Lido, un seno che involontariamente esce dalla splendida giacca Armani. Tutto ciò che di miracoloso c’è nel cinema, lo abbiamo vissuto poi con l’overture in Sala Grande che ci ha fatto dimenticare ansia e turbamenti della pandemia grazie all’omaggio a Ennio Morricone da poco scomparso, sulle note di C’era una volta in America con la Roma Sinfonietta diretta da Andrea Morricone figlio del Maestro. Sergio Leone si fermò proprio al Lido di Venezia per la famosa scena della cena al ristorante con Deborah, girata all’Excelsior.
Qualche curiosità
Curiosità, l’attore Matt Dillon è entrato a far parte della Giuria internazionale sostituendo il regista rumeno Cristi Puiu, impossibilitato a partecipare. Appassionato dell’Italia, fidanzata italiana, si è complimentato con il nostro paese per il lavoro svolto nel contrastare la pandemia.
I film di Venezia 77
Il giallo si addice all’edizione 77, che ha inaugurato la rassegna con Lacci di Daniele Luchetti. Il film, definito un giallo di sentimenti, è tratto dal romanzo di Domenico Starnone, storia intensa ed emozionante, racconto di una fuga e di un ritorno. Protagonisti Luigi Lo Cascio e Alba Rohrwacher. Grande interesse ha suscitato l’evento di preapertura, il nuovo film del regista Andrea Segre Molecole realizzato in una Venezia silenziosa, chiusa per il coronavirus. Icona del documentario, l’immagine di una vogatrice Elena Almansi, figlia d’arte, prosegue la tradizione di due grandi campioni del remo: Anna Campagnari e Marino Almansi.
Un gradito ritorno
Un’occhiata al cartellone ’77 blasonato da grandi autori come il russo Andrei Konchalovsky che porta a Venezia una pellicola tratta da un fatto storico accaduto nel 1962: Dorogie Tovarischi! Un massacro di operai insabbiato per tantissimi anni. Spicca il ritorno di Emma Dante con Le sorelle Macaluso, dopo il successo della Coppa Volpi con Via Castellana Bandiera.
Le indiscrezioni
Tra le indiscrezioni della prima ora, sembra non ci sia competizione che tenga, il Leone d’Oro potrebbe andare a Notturno di Gianfranco Rosi. Il film è indubbiamente molto atteso dopo i trionfi del regista Leone d’Oro a Venezia con il bellissimo Sacro GRA e Orso d’Oro a Berlino con Fuocoammare. La pellicola portata a Venezia quest’anno è un documentario girato in Medio Oriente tra Irak, Kurdistan, Siria, e Libano, quotidianità tra guerra civile, dittature, il terrore dell’ISIS. Indipendentemente dai premi, non dovrebbe deludere le aspettative.
Un mio parere
In questa avventura cinematografica così atipica mi piacerebbe molto che la stampa si occupasse di Milton Glaser, tra i più grandi graphic designer di sempre, scomparso il giorno del suo novantunesimo compleanno il 26 giugno scorso. Suo: I Love New York con il famoso cuore al posto delle lettere, logo tra i più celebri al mondo. Lavorò anche per la Biennale di Venezia disegnando un meraviglioso leone alato che salta e spruzza scintille di colori. Un omaggio dell’artista a Jackson Pollock.
Per finire in bellezza, ricordo che quando intervistai Albert Wolsky per l’Oscar con il film Bugsy, parlammo dell’amore nato tra Warren Beatty e Annette Bening sul set, sfociato poi nel matrimonio. Gli chiesi “ma nelle occasioni speciali Annette usava le tue fantastiche creazioni?” Lui mi sorrise con il suo sguardo affascinante dicendo solamente: Armani.