Caro direttore,
Da poco sono andato in chiesa a Marcon per dare l’ultimo saluto a un uomo che stimavo moltissimo, il magistrato Francesco Saverio Pavone, morto di Covid. Era stato lui a incastrare Maniero e la sua banda scoprendo una serie di orrori. Mi ha colpito l’affetto di tante persone per il magistrato e volevo che fosse ricordato.
Grazie per l’attenzione
Giuseppe Perini

Caro lettore, l’ultimo saluto a Franco Pavone è stato dato molti mesi dopo l’addio vero. Pavone è morto quando si moriva in solitudine, senza nemmeno la carezza della moglie o di un figlio e portavano via le bare quasi di nascosto perché nessuno potesse vedere e mancava la più necessaria delle nostre preghiere, l’ultima pietà. Erano giorni terribili e bui anche se qualcuno oggi fa finta di non averli visti e strilla che la pandemia è un’invenzione. Chissà cosa direbbe a certe persone quel magistrato coraggioso e amato, capace di realismo e di ironia.
Il ricordo e l’ultimo saluto
Pavone è morto di Covid all’ospedale di Mestre dopo una lunga lotta in rianimazione. Pare fosse stato contagiato dopo un convegno a Dolo col ministro dell’interno sulla criminalità organizzata davanti a una folta delegazione di Lodi quando ancora non si sapeva di zone rosse.
L’ultimo saluto al Magistrato

Franco Pavone era un magistrato tra i più conosciuti, per anni aveva combattuto e vinto la mala
del Brenta, aveva arrestato Felice Maniero e trattato con lui fino a fargli confessare decine di delitti e i luoghi di sepoltura delle vittime. Tanto bravo nel suo lavoro da aver il rispetto degli stessi criminali che volevano parlare soltanto con lui. Nel suo piccolo lavorava “alla Falcone”. Ha vissuto anni sotto scorta, lontano dalla famiglia, diviso tra carceri e palazzi di giustizia, in giro per il mondo a seguire il traffico di droga che dai porti del Sud America portava all’Estremo Oriente per tornare in Italia.
Un uomo che amava il silenzio
Senza l’enfasi di alcuni colleghi ha chiuso inchieste pericolose. Ha chiuso la carriera a capo della Procura di Belluno distinguendosi per la lotta alla corruzione e al malaffare. Amatissimo da poliziotti e carabinieri che avevano diviso con lui gli anni dell’Antimafia, si incontravano periodicamente per una pizza tra sorrisi e ricordi. È morto un uomo giusto e leale, un esempio di magistrato corretto in un panorama che di recente si è intorbidito fino a scuotere la fiducia nelle istituzioni.