Adesso non aspetto se non che l’aurora rischiari questa gola di rupi in cui mi sono inerpicato sulla linea di confine fra il sud e il nord. Goethe Viaggio in Italia. Chi ha provato il piacere di camminare tra le grandi cattedrali di pietra della terra, sa che il paesaggio alpino regala colori e sfumature straordinarie in ogni ora del giorno, ad ogni mutamento climatico. La storia delle imprese ad alta quota non è fatta solo di puro alpinismo, a scalare le vette c’erano anche scrittori, poeti, grandi pittori e disegnatori. En plein air ad alta quota che ci lascerà senza fiato per bellezza e capacità descrittiva. E’ il racconto della montagna
La mostra il racconto della montagna


È questo il regalo della bella mostra “Il racconto della montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento”, organizzata a Conegliano nella magnifica sede di Palazzo Sarcinelli, nobile edificio rinascimentale tra i più caratteristici della città che ha dato i natali a Cima da Conegliano. Il paesaggio di Conegliano Valdobbiadene per la sua unicità è Patrimonio Internazionale dell’Unesco, doveroso riconoscimento per la Marca Gioiosa et Amorosa, sospesa tra il cielo e le colline del Prosecco. Nel territorio a vocazione enologica più importante d’Italia, l’arte è in primo piano grazie a questa mostra sulla montagna. Era in programma dal 6 marzo, ma l’emergenza sanitaria ha fatto modificare il programma, con una riapertura a giugno, sino a dicembre.
I due viaggiatori
Il percorso espositivo si apre con il libro pubblicato nel 1864 da due viaggiatori britannici, Josiah Gilbert abile artista e disegnatore amante di Tiziano e George Cheetham Churchill naturalista e geologo: The Dolomite Mountains. Armati di block notes e colori, sono in assoluto i primi turisti delle Dolomiti. Lavorano accompagnati dalle loro mogli, preziose collaboratrici sul campo. Narrano e illustrano i luoghi selvaggi e sconosciuti delle Alpi orientali abitate da introversi popoli “indigeni”. Descrivono rupi “come absidi di enormi cattedrali” e crinali simili a “muri di abbazie in rovina”.
L’amore per la montagna


Una passione inglese che diventa moda nel periodo del romanticismo creando quel blasonato Tour alpino, una variante del Grand Tour e che coinvolge pienamente anche i pittori come Edward Theodore Compton artista e alpinista, uno dei più celebri ritrattisti delle Dolomiti di fine Ottocento. La sua è una pittura ricca di dettagli, realistica ma permeata di romanticismo. È un alpinista esperto, scala le Dolomiti soprattutto il gruppo del Brenta intorno al 1882.
L’innovatore nel racconto della montagna
In questo paesaggio sublime e meraviglioso, il veneziano Guglielmo Ciardi è un vero innovatore. Si arrampica con cavalletto portatile e tavolozza. In alta quota rimane affascinato dalla luce e dal colore della roccia dolomia. Le Dolomiti venete e friulane diventano così i soggetti preferiti di questi artisti esploratori e Palazzo Sarcinelli offre una galleria di opere davvero imperdibili come le Tre Cime di Lavaredo e la Marmolada dipinte dall’allievo di Ciardi Giovanni Salviati e poi opere magistrali di Flumiani, Pellis, Sartorelli, Tagliabue. Suggestiva la selezione di manifesti dei primi decenni del Novecento provenienti dalla Collezione Salce di Treviso grazie ai lavori dell’austro-italiano Franz Lenhart maestro della cartellonistica internazionale.
I documenti
Preziosi i taccuini del triestino Napoleone Cozzi precursore dell’arrampicata sportiva, con i suoi affascinanti acquarelli delle alte vie percorse durante le esplorazioni. Incredibile la trasformazione di questi luoghi stupendi, nell’estate del 1869 a Cortina c’erano solo 236 turisti. In questo faticoso periodo segnato dal lockdown è un dato che indubbiamente pone grandi riflessioni sull’idea di sviluppo turistico sostenibile. Di questo non si parlava ai tempi di Déodat de Dolomieu celebre geologo francese figlio di un marchese, fu lui a dare il nome alle Dolomiti, si accorse infatti per primo che quelle guglie rocciose erano composte da un minerale particolarissimo. Dopo esame accurato gli studiosi chiamarono la pietra “dolomia” in suo onore.


La Mostra di Palazzo Sarcinelli è curata da Giandomenico Romanelli e Franca Lugato.
Un’assoluta novità nel panorama culturale veneto e italiano, occasione importante per scoprire la peculiarità dei nostri luoghi, soprattutto alla luce della pandemia che ci ha colpito così duramente. Un invito alla valorizzazione di un patrimonio magnifico e unico al mondo.
Il Racconto della Montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento
Aperto fino 8 dicembre 2020
Palazzo Sarcinelli
Via XX Settembre 132
31015 Conegliano (Treviso)