Bentrovati, anche oggi sulle pagine di http://www.enordest.it, per suggerirvi una gita fuori porta nel nostro magnifico territorio Veneto! È innegabile che ad ogni angolo della Nostra “Nazione Veneta” si celino meraviglie, posti da scoprire che lasciano incantati, spesso se non sempre partendo da ogni luogo qualsiasi direzione si prenda s’incroceranno scenari e storie incredibili! Oggi faccio partire il mini Tour da un punto specifico e si tratta dei laghi di Revine! Di per sé non sono i laghi più “appariscenti “ della nostra regione, ma da qui si possono raggiungere posti veramente interessanti!
Parliamo un po’ dei laghi

Prima di parlare però di cosa vedere vicino ai laghi di Revine, parliamo un po’ di loro. E magari vi racconto una storia che non tutti conoscono, una storia tra mito, leggenda e realtà!
I laghi di Revine sorgono nel pittoresco paesaggio della Valmareno, tra le Prealpi Venete e le colline trevigiane. Questi due specchi d’acqua di origine glaciale sono una vera oasi di tranquillità per chi desidera evadere dalla frenesia cittadina. Ecco le meraviglie che offre il loro territorio.
I Laghi, plurale, in realtà hanno un loro nome; Il Lago di Lago e il Lago di Santa Maria. Oggi sono separati da un piccolo istmo paludoso, in origine formavano un grande specchio d’acqua nato dopo il ritiro del ghiacciaio del Piave.
Il parco archeologico

Sulle sponde del Lago di Lago sorge il Parco Archeologico del Livelet, un luogo che riporta indietro i visitatori di migliaia di anni. L’intera struttura mira a ricostruire un villaggio preistorico. Sono presenti tre palafitte che si riferiscono ad un periodo che va dalla fine del Neolitico alla prima Età del Bronzo. Il ritrovamento di alcune selci e materiali litici e di argilla, infatti, lascia dedurre l’esistenza di un villaggio palafitticolo risalente a migliaia di anni fa. Gli utensili e gli oggetti presenti all’interno delle capanne permettono di addentrarsi nella vita quotidiana dell’epoca, per un emozionante viaggio nel passato che entusiasmerà tutta la famiglia.
Diversi sono gli eventi e le manifestazioni che si tengono all’interno dell’area. In particolare sono organizzate attività didattiche a tema archeologico e naturalistico. Oltre a escursioni per grandi e piccini, con attività di esplorazione alla scoperta della fauna locale o romantiche passeggiate notturne lungo i laghi.
Dai Laghi di Revine alle altre destinazioni

Come dicevo però, da questo punto strategico a pochi minuti dall’uscita autostradale di Vittorio Veneto Nord, si possono raggiungere innumerevoli altri punti molto interessanti. Oltre a Vittorio Veneto, ovviamente nelle vicinanze si trovano le Grotte del Caglieron un meraviglioso spettacolo naturale tra stalattiti e cascate, il Molinetto della Croda, (due posti meravigliosi di cui parleremo in una delle prossime puntate). Oppure ancora il Castel Brando a Cison di Valmarino, edificio spettacolare di cui oggi vi racconto!
Vi premetto che personalmente ho avuto modo di fare il “Tour” del castello, accompagnato dal proprietario, per tanto ho avuto un punto di vista privilegiato, ciò non di meno, vi consiglio caldamente d’andarlo a visitare!
Dai Laghi a Castelbrando
Castelbrando (nel medioevo detto Castello della Costa, Castrum Costæ) è un castello situato nel comune italiano di Cison di Valmarino (TV). Sorge alle pendici del monte Castello, da cui domina i borghi di Valmareno e di Cison. Deve l’attuale nome all’antica famiglia forlivese dei Brandolini, che ne ebbe per secoli la signoria.

La rocca su cui sorge Castelbrando era frequentata sin dal periodo paleoveneto e continuò ad ospitare insediamenti anche in epoca romana, ostrogota e longobarda. Si ritiene che, in quei secoli, la popolazione fosse costretta a stabilirsi lungo le alture di mezza costa, poiché il fondovalle era acquitrinoso, tant’è che lo stesso toponimo Valmareno ne sarebbe un indizio, riconoscendovi una radice indoeuropea che significa “palude, stagno”
Il passaggio

Nel 1436 La Serenissima che nel tempo ne era diventata proprietaria donò il possedimento, Castello compreso a Brandolino IV Brandolini, da Forlì, ed al Gattamelata, condottieri di ventura al servizio della Repubblica. In seguito, a causa di una promozione militare del Gattamelata, egli lo cedette totalmente al primo.
La dominazione veneziana portò un lungo periodo di pace e Castelbrando, cessate le funzioni militari, adattato, tra il XVI e il XVIII secolo, alle esigenze dei Brandolini, che lo trasformarono in un palazzo signorile applicandovi lo stile delle ville venete e creando un interessante, nonché innovativo per l’epoca, sistema di “riscaldamento”. I conti tennero il castello sino al 1959, quando lo vendettero ai Salesiani, che lo utilizzarono come seminario e luogo di ritiro. Nel 1997 la struttura che oggettivamente non aveva più lo sfarzo dell’epoca passata e non aveva “rifatto il trucco” da troppo tempo, fu venduto da questi all’imprenditore Massimo Colomban, proprio colui il quale mi ha portato a fare il giro del complesso!
Castelbrando

Massimo Colomban quindi assieme alla moglie, ha ristrutturato integralmente la struttura mantenendo inalterato il fascino storico del complesso ed in una parte importante del castello ha anche ricavato una struttura di ricettività turistica d’altissimo livello, tant’è che se arrivate da “lontanto” per visitare queste zone, vi suggerisco di fare base prorio in questo magnifico hotel ove c’è pure la SPA. Con le sue 260 stanze, i 20.000 mq. coperti a 9 livelli, da 2000 anni è alimentato da tre sorgenti di acqua purissima ed è riscaldato con un sistema a radiazione attraverso antiche condotte. Unici nel suo genere sono l’appartamento dell’imperatore, arroccato fra la torre e le mura del castrum; l’alcova del Casanova, che soggiornò nel Castello, e la torre Gaia (appartamento medievale nella torre d’ingresso).
Visitare CalstelBrando significa immergersi in un avvincente viaggio nella storia, che si sviluppa attraverso il maestoso scalone d’ingresso ed i saloni nobili, le sale del 700 e il salone del 500, le aree museali, i terrazzamenti ed i giardini che si affacciano nell’incantevole vallata di Cison di Valmarino.

Da Castelbrando domini anche i Laghi
Accedere alla struttura, è già di per se uno spettacolo, grazie alla cremagliera che parte dalla base del monte ove c’è il grande parcheggio, poi una volta dentro, le cose da vedere sono veramente molte! Dalle mostre di armi ed armature, dall’imperatore Claudio Augusto a Teodolinda, da Carlo Magno a Gattamelata ecc. fino a far rivivere le suggestive atmosfere dell’antica corte, poi ancora, le antiche prigioni che ripercorrono ciascuna temi particolari della giustizia di allora, con tanto di foto, e poi costumi dell’epoca, la Chiesa settecentesca, ristoranti moderni, e molto altro.
Il mio ricordo

Ricordo con piacere il tour fatto con Massimo Colomban anche per un motivo che mi ha fatto molto sorridere! Ero con moglie e figlia piccola, che all’epoca avrà avuto 7/8 anni, Colomban, giustamente orgoglioso della sua “creatura” ce ne decantava le caratteristiche e di fatto ci stava facendo una lezione di storia sul posto, sia l’affabilità di Massimo che il contesto erano oggettivamente affascinati e l’ambiente caricava di sensazioni; ad un certo punto della visita mentre eravamo nella sala delle torture, mia figlia mi si avvicina e sottovoce mi dice, tra il preoccupato e l’ammirato, “Papà ma questo Signore è un Re? Papà ma questo signore uccide le persone? Papà, è tuo amico vero?”
Li per li ho sorriso sotto voce, poi non c’è l’ho fatta e l’ho detto al nostro anfitrione che si è fatto una risata e per rincuorare la piccola che era oggettivamente preoccupata gli ha tolto ogni dubbio offrendole un gelato!
E bastato un attimo e la mia “stellina” si è convinta d’essere in buone mani!
Fate un salto al Castello ne vale la pena e se è troppo caldo, dato che finalmente la stagione si sta aprendo, vi fermerete a mangiare un gelato nella terrazza panoramica…. Preparate le macchine fotografiche, i panorami meritano!
Stavo per dimenticarmi..la storia dei Laghi di Revine che vi avevo promesso
Vi ho promesso una storia che forse non tutti sanno relativamente ai Laghi di Revine, si tratta della “Mistero del treno scomparso”!
Il misterioso trenino scomparso nei laghi

I laghi di Revine Lago furono luoghi di conflitti della prima e seconda guerra mondiale. Nella prima guerra mondiale, dopo la disfatta di Caporetto, anche la zona venne invasa dai soldati austriaci. Esattamente tra il novembre del 1917 e l’estate del 1918, periodo che segnò la fine della guerra, nei paesi limitrofi ci furono dei violenti scontri con il nemico, questi ebbero luogo anche a Revine Lago. Culminarono il 30 Ottobre 1918 con la Battaglia di Revine in località Col de la Spina. Nel corso dell’occupazione del 1918 venne realizzata una teleferica a doppio filo portante che dal castello di Serravalle giungeva ai Con (frazione di Serravalle) e da qui al Masieron. Poi al borgo Bridòt, ed infine alle Lame di Revine dove, infatti, si trovava la piccola stazione. Da qui partiva la ferrovia a scartamento ridotto che portava rifornimenti fino all’aeroporto militare di Tovena.
Tra leggenda e realtà. Il treno affondato nel laghi

Si racconta che durante la ritirata i tedeschi o gli italiani affondarono il treno nel lago. Dove, secondo alcune testimonianze, sembra che si trovi tuttora. Sotto i sedimenti e la melma che si sono accumulati col passare degli anni. Certe voci parlano anche di un bottino affondato insieme al treno. Testimonianze che nel 2009 videro la convinzione univoca dei Comuni di Tarzo e Revine Lago a chiedere perfino un contributo per verificare il fatto. Peccato che il contributo allora non sia stato accettato e quindi non se ne fece niente. Come era successo qualche anno prima con i sommozzatori del Sile. Certe testimonianze orali raccontano che il treno procedeva anche su rotaie appoggiate su un tavolaccio fissato sopra barconi galleggianti. Della seguente ferrovia ci sono tuttora le prove. Infatti quando fu smantellata una parte delle rotaie furono portate a Vvittorio Veneto. E alcuni pezzi poi recuperati da abitanti nei dintorni per altri scopi, ad esempio un pezzo di quelle rotaie fu usato come trave di una cantina.

I laghi nascondono il loro segreto
Alcuni tratti della ferrovia, secondo alcune testimonianze, sembra siano ancora visibili; infatti, nella stagione di secca quando l’acqua dei laghi è bassa all’inizio della Tajada, nelle vicinanze del ponticello in legno nella frazione di Fratta di Tarzo, sembra che sia ancora possibile vedere le vecchie rotaie della piccola ferrovia che portavano verso Cison di Valmarino.
Chissà, magari un giorno si troverà il treno con un misterioso tesoro……