Il fatto che gli alberi rappresentino uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo sostenibile delle nostre città è una verità che tutti noi abbiamo ormai fatto nostra. Ma che anche PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e sviluppo “verde” delle aree urbane stiano a braccetto . . . beh, non è certo un concetto così immediato da individuare, comprendere e far diventare proprio!
Verde urbano e futuro delle città
Man mano che passa il tempo e la consapevolezza aumenta, aumenta anche la centralità dei nostri centri urbani i quali, senza dubbio alcuno, saranno il terreno dove si giocheranno molte delle più importanti partite future; la sostenibilità del nostro stile di vita, la lotta al cambiamento climatico, la ricerca del benessere individuale attraverso lo sviluppo e le innovazioni tecnologiche, saranno sempre più temi fondamentali che modificheranno l’utilizzo degli spazi urbani, pubblici e privati.
“La battaglia per lo sviluppo sostenibile sarà vinta, o persa, nelle città”
(Cit.: Ban Ki Moon, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite)
Quando ci si accinge a progettare nuovi edifici o a rigenerarne di fatiscenti, è necessario trovare la giusta collocazione per il verde, accessibile in maniera semplice e diretta.
Nella dichiarazione finale del vertice del G20 di Roma dello scorso Ottobre, si legge: «Riconoscendo l’urgenza di combattere il degrado del suolo e creare nuove vasche di assorbimento del carbonio, condividiamo l’obiettivo ambizioso di piantare collettivamente 1.000 miliardi di alberi entro il 2030». Un impegno che rientra nella “Strategia europea per la biodiversità al 2030”, con l’obiettivo di piantare almeno 3 miliardi di alberi entro la fine del decennio.
6 miliardi di persone vivranno nelle città del mondo nel 2050
Tutti i centri europei che contano almeno 20mila abitanti erano stati formalmente invitati dall’UE a elaborare, entro la fine del 2021, piani di riassetto urbano che includano la creazione in città di parchi e giardini accessibili, il più possibile ricchi di biodiversità.
Secondo l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, in Italia solo il 7% (8 su 109) dei Capoluoghi di Provincia ha dichiarato di aver già elaborato un Piano del Verde, e non andiamo molto meglio se contiamo i metri quadrati di verde urbano per abitante, rispetto alle città del Nord Europa. In termini di superfici a verde attrezzato e aree sportive all’aperto, solo un misero 17% dei Capoluoghi di Provincia va oltre i 9 m2/ab., superficie, questa, considerata il minimo indispensabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (e metà dell’attuale media europea!).
I principali benefici del verde urbano
I motivi dell’importanza di alberi e prati che si possono citare sono davvero molti: la riduzione dell’inquinamento acustico e del rischio idrogeologico, la riqualificazione estetica dei paesaggi urbani, lo stimolo a rendere territorio e stile di vita sempre più sani. Durante i lockdown e le restrizioni della pandemia, ci siamo resi conto di quanto sia fondamentale avere un’area verde vicino a casa per il proprio benessere fisico e mentale; pensate che persino la domanda di immobili in acquisto ha subito un’impressionante “sterzata” verso le abitazioni che sono fornite di giardini o terrazze per poter vivere all’aria aperta!
La forestazione urbana, secondo molti studi, è la soluzione più efficace ed economica per limitare l’inquinamento atmosferico: grazie al processo della fotosintesi clorofilliana, gli alberi assorbono una grande quantità di micropolveri e gas inquinanti, restituendo ossigeno all’aria.
Gli alberi piú virtuosi
Non tutti gli alberi sono ugualmente efficaci in questo senso: una Betulla Bianca assimila, in un anno, il doppio di CO2 rispetto, ad esempio, a una Castagno d’India, ed entrambi rientrano tra le migliori 20 specie presenti in Italia, per ottenere questi risultati.
Inoltre, oltre a trasformare smog in ossigeno, riducono la temperatura dell’area dove si trovano, ovviamente nei mesi più caldi. Per mezzo del processo di “evapotraspirazione”, la sudorazione degli alberi per intenderci, rilasciano acqua nell’aria per raffreddarsi, la quale acqua, evaporando, abbassa la temperatura dell’area circostante.
A Milano, la temperatura media estiva superficiale rilevata alle 10 del mattino è di quasi 34 °C nelle aree verdi, e raggiunge i 36,5 °C laddove vi sono meno alberi: il differenziale tra le temperature può arrivare fino a 6 °C.
Pnrr e riforestazione urbana
Tanto è facile capire l’importanza degli alberi negli ecosistemi cittadini, quanto è difficile costruire una fotografia univoca del verde urbano in Italia. Manca un sistema di monitoraggio dettagliato nazionale e bisogna fare i conti con scarsa omogeneizzazione e lento aggiornamento dell’informazione statistica a livello comunale o anche solo di città metropolitane.
Il PNRR sembra confermare questa tendenza: facendo i conti, non sembrano essere sufficienti i 50 Euro messi a disposizione per ogni pianta. Questa cifra dovrebbe infatti coprire non solo i costi per l’acquisto, ma anche quelli per il trasporto, la messa a dimora e la sua gestione e cura “per almeno i 7 anni successivi alla realizzazione del rimboschimento”.
Più spazio per gli alberi
Entro il 2024 si farà spazio a 6,6 milioni di alberi in più che permetteranno di migliorare la qualità dell’aria respirata e di contrastare l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. È questo l’obiettivo della misura denominata “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, stabilita nell’ambito del PNRR, che prevede lo stanziamento complessivo di 330 milioni di euro. I criteri, le modalità e il riparto delle risorse finanziarie sono definiti nel bando che mette a disposizione le risorse suddivise in tre tranche:
- 74 milioni di euro per il 2022,
- 74 milioni di euro per il 2023,
- 139 milioni di euro per il 2024.
L’avviso dà attuazione al “Piano di forestazione urbana ed extraurbana” approvato con Decreto del Ministro della Transizione ecologica n. 493 del 30.11.2021 e predisposto con la collaborazione dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, del Comando Unità Forestali Ambientali Agroalimentari dei Carabinieri, dell’ISTAT, e del Centro Interuniversitario di Ricerca “Biodiversità Servizi ecosistemici e Sostenibilità”.
L’operazione di riforestazione si baserà sul criterio del “piantare l’albero giusto al posto giusto”, tenendo conto delle specificità territoriali e, di conseguenza, di ciò di cui la pianta ha bisogno per la sua crescita e per offrire il miglior contributo sostenibile all’ambiente.