Pittura, musica e meditazione, le opere di Antonella Benanzato hanno un effetto sorprendente, vibrano nello spazio, emettono luce e armonia. Per l’artista ogni colore ha un suono, una tonalità. Abbiamo avuto già il privilegio di intervistarla e ancora una volta il suo lavoro stupisce e incanta. Pittrice astratta e informale, musicista e giornalista professionista. Fondatrice de “Il Cantiere delle Donne”. Tante realtà espressive che convivono alla perfezione, come nella nuova mostra personale inaugurata il 18 novembre a Padova – Spazio Anna Breda Gallery: “L’ESPRESSIONISMO DEL SUONO”.
Antonella Benanzato, artista multiforme: pittrice, musicista e compositrice, da anni porti avanti una sperimentazione tra musica e colore.
Il binomio suono-colore è la cifra identificativa della mia ricerca artistica. Ho iniziato a suonare il pianoforte da bambina e a comporre dei piccoli temi musicali ai quali affiancavo sempre un disegno colorato. Le note musicali e i suoni per me sono da sempre colorati, la musica è forma che si muove e colore che si addensa e si sfuma a seconda della tonalità del brano. Ho una personale scala cromatica che corrisponde a quella musicale, con tutte le sfumature che si interpretano sullo spartito. Le mie tele nascono prima come musica e poi come immagine pittorica, sono grandi partiture musicali. Ad ognuna è associata una musica composta da me.
Antonella Benanzato, una lunga attività espositiva con personali in Italia, nelle capitali europee e negli Stati Uniti. La mostra di Padova da poco inaugurata segna un momento importante con opere in parte inedite. Ci racconti qualcosa dell’evento?
La mia personale si tiene allo Spazio Galleria Anna Breda in via San Fermo 51 fino al 3 dicembre. Questa mostra sintetizza gli ultimi tre anni di lavori, alcuni sono recentissimi, ma tutti hanno il filo comune del suono-colore. Una novità è rappresentata da due opere gemelle: ‘The Turtle Wisdom’, appunto la saggezza della tartaruga, rappresenta uno dei temi figurativi che sto esplorando. La tartaruga è una creatura longeva, paziente e resiliente, un essere che lentamente percorre l’intero globo, porta il peso di un carapace che la difende e al contempo la affatica e la rende più lenta. Tuttavia attraversa il tempo con la serenità di chi ha compreso le leggi del mondo e per questo mi affascina moltissimo. Purtroppo l’avidità dell’uomo e la mancanza di rispetto per il pianeta ne sta pregiudicando l’esistenza. Prossimamente il figurativo sarà più presente nelle mie opere, sto preparando una seria di dipinti che porterò in mostra a Padova”.
Antonella Benanzato, i tuoi pezzi sono spesso di grandi dimensioni, la monumentalità della tela unita alla tecnica che utilizzi crea effetti magici per lo spettatore. Qual è il tuo segreto?
Il segreto non è nella tecnica ma nella capacità di esprimere l’emozione profonda. Quando dipingo è come quando medito, è uno stato di consapevolezza più espanso in cui non esiste giudizio o discriminazione, obiettivi o desideri, ma semplicemente la libertà totale di essere ciò che sono veramente. L’artista crea senza intenzione di compiacere ma per la semplice urgenza di essere nella propria creatività. Lavoro colore ad olio, resine, pastelli e matite, non c’è magia ma una grande pazienza nel rispettare i tempi di asciugatura per poi intervenire successivamente, tolgo, rimetto, graffio, fino a che non percepisco che l’opera è finita e l’essenza è emersa. Posso dire che le opere nuove su cui sto lavorando sono molto grandi e diventano dei grandi racconti visivi.
Paolo Coltro nell’introduzione al catalogo della tua mostra “Cromogonie – Ritratto del paesaggio interiore” del 2018, ha scritto: “Le tele sono grandi, grandi da non poter stare su un cavalletto. Così stanno per terra, come quasi tutto ciò che nasce, e sarà fisico questo movimento dell’esistere, dall’orizzontale fino ad essere in piedi e poi in alto. È un cammino lento e soprattutto simbolico, è la conquista della luce: prima elemento esterno che accarezza indistinta, poi via via catturata e intrappolata consapevolmente, parte di un corpo, circolazione sanguigna che lo rende vivo ai nostri sguardi”.
Una bellissima descrizione che si articola nei vari passaggi del tuo operare, dall’inizio all’atto finale che si manifesta con un’esplosione di creatività.
Paolo Coltro mi ha fatto un grande dono, ecco la sua penna è come una bacchetta magica e ha dato alle mie opere una connotazione vitale, quasi quella di un sistema nervoso, della circolazione sanguigna, e in questo ha centrato un altro tema molto rilevante nella mia ricerca. L’espandersi del suono nel colore costruire un microcosmo che è in realtà macrocosmo, come se la realtà invisibile fosse quella di queste enormi forme dense di colore che si dipanano nei miei quadri. Alle volte mentre dipingo ho l’impressione di guardare la realtà attraverso un microscopio quantistico.
Antonella Benanzato, utilizzi oli, pastelli, inchiostri e la tecnica dello “scrabbing” in cosa consiste?
Gli inchiostri ad acqua, i pastelli, le resine, l’olio sono i materiali principali che utilizzo per realizzare le mie opere, lo scrubbing consiste nel grattare via il colore per far emergere ciò che ha preceduto. Io lavoro infatti con molti strati di colore ad olio, i tempi di realizzazione di ogni opera sono molto lunghi.
All’attivo una serie di esposizioni importanti a livello internazionale, come gli eventi a Parigi
Ho avuto la fortuna di poter esporre al Carousel du Louvre a Parigi, ma anche di ricevere il premio Artista 2023 a Bruxelles, ho esposto ad Amsterdam, New York, Berlino, Venezia e prossimamente alla Miami Art Week. Ma sono molto legata alla mia città, Padova e spero di portare una bellissima mostra il prossimo anno.
Antonella Benanzato, qualche anticipazione?
Farò una personale molto ricca, grandi tele, installazioni, musica e performance live, sarà una bella festa.
“L’ESPRESSIONISMO DEL SUONO”.
Personale di ANTONELLA BENANZATO
18 novembre – 3 dicembre
Spazio Anna Breda Gallery
Via San Fermo 51- Padova
Dott.ssa Elisabetta, grazie per questo aggiornamento sull’attività artistica della poliedrica artista Antonella Benanzato. Avevamo già letto altri suoi articoli sulla musicista-pittrice, ma oggi mi è piaciuta molto la spiegazione “Le note musicali e i suoni per me sono da sempre colorati, la musica è forma che si muove e colore che si addensa e si sfuma a seconda della tonalità del brano. Ho una personale scala cromatica che corrisponde a quella musicale, con tutte le sfumature che si interpretano sullo spartito. Le mie tele nascono prima come musica e poi come immagine pittorica, sono grandi partiture musicali. Ad ognuna è associata una musica composta da me”. Quindi in questa citazione c’è la sintesi dell’arte della Signora Benanzato, un percorso artistico che parte dalla musica e poi si concretizza in colore e immagini. La pittura astratta utilizza non solo il colore, ma anche la rimozione del colore per scoprire quello che è stato dipinto precedentemente. Certo che sono opere di grande impatto, non solo per i colori e le forme, ma anche per le dimensioni di questi lavori che potranno essere collocate in grandi sale, auditori, insomma in luoghi dove si possa fare musica. Mi piacerebbe sapere e ascoltare anche qualche brano collegato ad un quadro. Complimenti anche per le mostre internazionali segno che l’artista Benanzato è apprezzata non solo i Italia, ma in tutto il mondo.
Viene da provare una sana invidia per questa artista che possiede più di un dono, quello della musica e della pittura.
Mi affascina il processo creativo che si sviluppa nel creare opere come quelle mostrate nell’articolo. Vorrei tanto farmi piccina ed entrare nella mente di questi artisti per comprendere appieno l’idea che mirano a trasmettere nelle loro opere.
Spesso temo di non essere all’altezza di comprendere il significato di dipinti, in particolar modo quelli di arte astratta e di vanificare l’intento dell’artista. Ma forse le opere vanno solo ammirate e godute senza necessariamente trovarci sensi e significati