Gli edifici commerciali sostenibili aumentano di valore. Real estate (l’immobiliare): solo il 4% degli asset manager in linea con obiettivi net zero 2050 ma, per sei immobili su dieci, il valore di quelli “green” aumenta fino al 20%. Gli edifici commerciali sostenibili aumentano di valore e registrano una crescita dei rendimenti da locazione e un calo dei periodi di inoccupazione. È l’effetto “Green Premium”, che, secondo gli esperti immobiliari, in Italia riguarda soprattutto immobili industriali (58%), sanitari (54%) e residenziali (50%). Si stima che in Italia solo il 4% dei gestori di patrimoni immobiliari commerciali potrebbe raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050, ma il 74% si sta attrezzando per migliorare le performance ESG (Environmental (ambiente), Social (società) e Governance (amministrazione) dei propri beni immobiliari, investendo in competenze e tecnologie.
Difficile raggiungere l’ESG

Gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra e, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati in seguito all’Accordo di Parigi, è fondamentale intervenire per rendere il settore più efficiente e sostenibile. In Italia solo il 4% degli esperti immobiliari stima che la maggioranza degli immobili commerciali (almeno l’80%) che hanno in gestione raggiungerà il traguardo “Net Zero” entro il 2050, ma il 74% si sta attrezzando per migliorare le performance ESG, investendo in competenze e tecnologie, a dimostrazione di un crescente impegno per accelerare la transizione sostenibile del mercato.
ESG e risparmio

La sostenibilità, peraltro, non ha solo ricadute ambientali e sociali, ma conviene anche da un punto di vista finanziario: in Italia, gli immobili commerciali “Green Premium” (ovvero immobili di qualità, più duraturi nel tempo e efficienti dal punto di vista energetico) possono aumentare il proprio valore fino al 20% e registrare un importante incremento sia dei rendimenti da locazione sia dei periodi di occupazione.
Il Green Premium

L’effetto green sul valore degli immobili i gestori di proprietà immobiliari che hanno dato priorità alle iniziative di sostenibilità ne stanno riscontrando i vantaggi, soprattutto in seguito alla crisi energetica. Infatti, gli edifici “Green Premium” stanno registrando un aumento del proprio valore e una crescita del rendimento da locazione, soprattutto per quanto riguarda gli immobili industriali (58%), sanitari (54%) e residenziali (50%). Secondo questo sondaggio, infatti, gli immobili green hanno registrato una rivalutazione fra il +11% e il +15%, per un altro 30% l’aumento di valore è compreso fra il +16% e il +20%, mentre per quasi uno su cinque la crescita può arrivare fino al +30%.
La conferma

A confermarlo anche l’aumento delle rendite da locazione degli “asset green” (letteralmente: beni verdi) fino al +25%, indice del fatto che gli inquilini sono disposti a pagare di più per edifici sostenibili ed efficienti che permettono di ridurre i costi di servizio. Per l’8% degli intervistati le rendite da locazione degli immobili “verdi” sono persino aumentate del 26-30% e, allo stesso tempo, per questo tipo di edifici i periodi di sfitto si sono ridotti fino al 15% per arrivare al 26-30%, secondo il 12% degli intervistati. Non sorprende dunque che gli operatori del settore in Italia si stiano attivando per aumentare la sostenibilità del proprio parco immobiliare: otto su dieci affermano di voler dismettere gli asset immobiliari a uso commerciale con scarsa efficienza energetica e la metà intende aumentare l’allocazione di asset immobiliari all’estero, di cui il 32% per migliorare le credenziali ESG.
Obiettivo ESG ancora lontano

Ad oggi, sono ancora molto pochi “pacchetti” di immobili che riusciranno a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050 e a dimezzare le emissioni entro il 2030. Ancora più difficile l’obiettivo al 2030 della riduzione delle emissioni del 50%, con solo il 2% dei gestori di immobili commerciali che pensa che riuscirà ad avere più dell’80% del proprio portafoglio in linea con il traguardo. Il 44% prevede che il 41%-60% del proprio patrimonio immobiliare ad uso commerciale potrebbe riuscire a dimezzare le emissioni, mentre il 12% stima di raggiungere l’obiettivo su meno del 20% dei propri asset.
Quasi la metà degli intervistati, ad esempio, dichiara di voler aggiornare i sistemi di illuminazione, insieme ad altri servizi all’interno degli edifici, con tecnologie più green. Per garantire più efficienza, il 58% degli intervistati ha intenzione di migliorare il monitoraggio dei consumi energetici e il 54% investirà nella manutenzione degli immobili. Inoltre, il 18% sta considerando fonti di energia rinnovabile (installazione di pannelli solari, ad esempio) e il 44% intende sensibilizzare gli inquilini, incoraggiandoli ad abbassare il riscaldamento e a intraprendere altre azioni di efficienza energetica.
Le competenze ESG

Uno dei temi evidenziati dall’indagine sono le competenze necessarie per valutare la performance ESG dei propri asset e pianificare le strategie migliori per raggiungere l’obiettivo di Net Zero. Infatti, ci sono molte società che stanno lavorando per migliorare le proprie competenze e colmare queste lacune; molti degli intervistati affermano che la propria struttura ha avviato corsi di formazione per i dipendenti e altri dicono che si stanno assumendo operatori specializzati nell’analisi dei dati. La sostenibilità integrata è uno strumento di sviluppo imprescindibile per generare crescita e valore nel tempo.
Cosa fare

Un approccio strategico allo sviluppo sostenibile deve coinvolgere in modo organico e coordinato tutte le parti interessate. Per garantire lo sviluppo sostenibile di un’impresa è necessario un approccio integrato e olistico (cioè: del tutto o dell’intero), che coniughi la crescita e la solidità finanziaria con la sostenibilità sociale e ambientale, grazie a un percorso strutturato, graduale e continuo come generatore di valore.
I criteri

Il percorso così impostato assicura il presidio e il monitoraggio dei processi. Un’appropriata comunicazione, interna ed esterna, valorizza infine tutte le iniziative e azioni messe in atto dall’impresa. L’ESG si deve ricondurre a serie di criteri di misurazione delle attività ambientali, sociali e dell’amministrazione (governance) di un’organizzazione. Criteri che si concretizzano in un insieme di standard operativi a cui si devono ispirare le operatività di un’azienda per garantire il raggiungimento di determinati risultati ambientali, a livello sociale e di governance delle imprese; com’è evidente, si tratta di criteri che sono poi utilizzati dagli investitori per valutare e decidere le loro scelte di investimento.