Visitare la Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone è un’esperienza vertiginosa. Universalmente nota come San Giorgio degli Schiavoni possiede il ciclo pittorico tra i più suggestivi del Rinascimento. Il desiderio di ammirare San Giorgio che ferisce il drago di Vittore Carpaccio è appagato dallo straordinario colpo d’occhio di tutte le enormi tele del maestro che abbracciano interamente la struttura architettonica.
San Giorgio tra magia e storia
È un luogo magico di Venezia, itinerario dove storia e bellezza si uniscono alla perfezione. Ha incantato anche la grande fotografa Inge Morath celebrata con una mostra a Palazzo Grimani in occasione del centenario della nascita. Ecco cosa scriveva mentre esplorava la città negli anni ’50: “Il mio divertimento maggiore era quello di sedermi alla Scuola degli Schiavoni ed immergermi nelle opere di Carpaccio, quasi sempre da sola. O passare il tempo in compagnia del Tiepolo, era la fine del mondo”.
Le emozioni dell’arte
Aveva ragione, l’arte regala sempre emozioni da fine del mondo. Per questo motivo sono tornata recentemente a rivedere Carpaccio, una specie di saluto prima della sua partenza per gli Stati Uniti. San Giorgio con i suoi capelli biondi mossi dal vento è volato via per stupire il pubblico d’oltre oceano in una mostra evento alla National Gallery of Art di Washington: “Vittore Carpaccio: Master Storyteller of Renaissance Venice”, dal 20 novembre 2022 al 12 febbraio 2023.
La prima volta di San Giorgio all’estero
Si tratta della prima retrospettiva di Carpaccio all’estero nata da una formidabile collaborazione tra istituzioni culturali statunitensi e la Fondazione Musei Civici di Venezia. Grazie ad un prezioso restauro le opere, dalle dimensioni imponenti, hanno potuto sostenere un viaggio così impegnativo. 45 dipinti e 30 disegni ospiti della National Gallery of Art che presto saranno a Venezia per l’evento di primavera a Palazzo Ducale. Abbiamo avuto il privilegio di intervistare in esclusiva per www.enordest.it l’architetto Piergiorgio Millich, Guardian Grande della Scuola Dalmata.
Lei era presente all’inaugurazione a Washington. Cosa ha provato nel vedere San Giorgio che ferisce il drago in una collocazione diversa dall’originaria?
Ho attraversato le prime due sale senza vedere che cosa avevo attorno, ammaliato dalla vista che, con il procedere si ingrandiva fino a che, oltrepassata l’ultima porta si poteva ammirare il San Giorgio e il suo cavallo nel pieno splendore, grazie anche al bel restauro fatto dalla dottoressa Valentina Piovan (finanziata da Save Venice). I nostri due quadri: “La visione di Sant’Agostino” e il “San Giorgio che ferisce il drago”, inutile dirlo erano i migliori dell’esposizione, idea condivisa dagli organizzatori che hanno dato loro un’ambientazione di assoluto pregio – soli in una sala e affiancati dai cartoni preparatori conservati al British Museum.
La vostra è stata una scelta innovativa, avete deciso di prestare le opere più belle della Scuola, come è stata accolta la mostra dal pubblico e dagli studiosi?
La mostra sul Carpaccio a Washington ha avuto un notevole successo di pubblico, a quanto mi risulta – notizia dell’altra settimana, ha già superato i 50.000 visitatori. È un successo che poi si rifletterà anche sul nostro Paese poiché il diffondersi dell’arte e della cultura italiana è un beneficio per tutta la collettività. La scelta iniziale, se inviare o meno i nostri due teleri è stata molto sofferta, ma poi ha prevalso il debito di gratitudine che abbiamo nei riguardi di Vittore Carpaccio ed abbiamo deciso, per farlo meglio apprezzare anche oltre oceano, di inviare le due opere migliori.
Una scelta illuminata considerando che dal 18 marzo sarà la città di Venezia ad ospitare l’eccezionale evento
Ovviamente ci attendiamo anche un ritorno di immagine, tra poco la mostra di Washington sarà integralmente trasferita a Venezia a Palazzo Ducale, ad esclusione dei nostri due quadri. Chi vorrà vederli verrà senz’altro alla Scuola Dalmata dove potrà apprezzarli assieme ai rispettivi cicli dai quali sono stati temporaneamente espunti.
Lei è Guardian Grande della Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, gioiello che rappresenta un tesoro inestimabile per Venezia e tutto il mondo dell’arte. Punto di forza il ciclo pittorico di Carpaccio, dipinto proprio per questo luogo e rimasto indenne nonostante il disinvolto trafugamento di opere da parte di Napoleone
La nostra Scuola assieme a quella di San Rocco, è la sola che non è stata sciolta da Napoleone, abbiamo così potuto salvare oltre alle opere d’arte anche i nostri archivi impedendo che andassero dispersi. Ora li stiamo riordinando con l’intenzione di poterli mettere un giorno a disposizione di quegli studiosi che vorranno dedicarsi alle ricerche della nostra particolare storia.
Cosa significa essere Guardian Grande della Scuola Dalmata?
È da considerare che questo luogo, pur non facendo parte delle grandi Scuole veneziane, è l’unica “Scola de Nation” che è rimasta a Venezia in un ambiente pressoché immutato in questi ultimi cinquecento anni.Il nostro compito ed il mio in particolare come Guardian Grande è quello di conservare questo enorme tesoro artistico e culturale facendo conoscere così anche il nostro significato di esistere. Ancor più attraverso la storia, far ricordare a molti veneziani alcuni capitoli del loro passato splendente.
Avete anche realizzato un ciclo di incontri: “Adriatico. Storia, arte, cultura”.
Per rafforzare la nostra visibilità sul territorio abbiamo dato inizio, assieme alla Libreria Studium, ad un interessante ciclo di conferenze basato su testi che hanno come tema l’Adriatico, luogo di confronto tra etnie, religioni e storia, indissolubilmente legati da un mare che tutti ci rappresenta e che nel tempo è destinato a riunirci.
San Giorgio: storia e fiaba
È vero, la storia attraversa questo luogo di Venezia come un racconto fiabesco, la facciata appare all’improvviso lungo il rio della Pietà su una piccola fondamenta accanto alla calle dei Furlani, denominazione che testimonia la presenza di artigiani e lavoratori provenienti dal Friuli. Grazie al prezioso testo di Giandomenico Romanelli pubblicato sulla guida leggiamo che la Scuola Dalmata nasce esattamente il 24 marzo 1451 nel corso di un’assemblea fondativa di futuri confratelli.
Cos’erano le scuole
Le Scuole erano delle associazioni laicali molto presenti nel territorio veneziano. Ma chi erano i nuovi fondatori della Scuola Dalmata? Erano quasi tutti artigiani impiegati in attività molto qualificate: sarti, mureri, spezieri, orefici, tessitori di lana e seta, falegnami… tutti provenienti dalla Dalmazia, terra con la quale mantenevano rapporti molto stretti. Impegnati ad esempio ad aiutare i marinai dalmati nel rientro da viaggi o scontri navali, magari feriti o inabili, a dare sussidio alle vedove, ai nuclei bisognosi. Un presidio anche economico per le enormi spese che la Repubblica Serenissima sosteneva nelle innumerevoli battaglie del mondo cristiano contro i Turchi.
Quando arriva Carpaccio che era allievo di Gentile Bellini, cambia tutto
Dal genio di questo artista capace di raccontare storie, miti e leggende fantastiche, nascono nove grandi tele che sembrano una pellicola panoramica ininterrotta. Sono dedicate ai tre santi titolari: Giorgio, Trifone e Girolamo. La Scuola Dalmata è un gioiello rinascimentale perfetto e memorabile che continua a meravigliare.
Un altro grande tesoro di Venezia viene fatto conoscere dall’altra parte del mondo meritando l’ammirazione che merita. Io che sono nato nei paraggi l’ho sempre amato in modo particolare. Grazie Elisabetta per la tua scelta
Dott.ssa Elisabetta, mi sembra che qualche anno fa abbia già scritto su questo magnifico quadro raffigurante il San Giorgio di Vittore Carpaccio. Credo, con le debite cautele per proteggere le opere, che questi scambi artistici tra Musei internazionali siano delle ottime promozioni sia dei Musei italiani, sia di autori che, per quanto famosi, ben difficilmente possono essere conosciuti in altri continenti. Poi pensare che a Venezia verranno portate altre opere della mostra di Washington, immagino che servirà a ravvivare una costante proposta culturale. Grazie per la spiegazione precisa e chiara su: Cos’erano le scuole? Molte volte avevo letto e sentito definizioni di fantasia, invece possiamo accostare la parola scuola a quella di corporazione di arte e mestieri con attività benefiche verso gli affiliati. Grazie e complimenti.
Quali gioielli racchiude Venezia. Uno in particolare. Intatto. Solo la visita alla Scuola Dalmata vale un viaggio a Venezia. Carpaccio che dipinge espressamente per questo luogo. Grazie per questo fantastico racconto storico e artistico.
Quando l’arte diventa storia, riesce a sconfinare raccontando Paesi, culture, popoli.
La temporanea migrazione delle opere che hai descritto, cara Elisabetta, consolida all’estero l’immagine dell’Italia, che continua a incantare e stupire. Fortunati noi, che possiamo godere di tanta ricchezza.
Marinella Simioli