Scrivere della poesia di Luciano Menetto è come aprire uno squarcio profondo nella nostra realtà e cavarne ciò che, troppo spesso, pensiamo di aver dimenticato. Una dimensione veneziana non edulcorata, priva di quegli stereotipi che la deturpano.
Luciano e il mare

Luciano viene da qui, ma è soprattutto creatura mediterranea; uomo di scoglio, di approdi; poeta elegante e scabro, della stoffa di un Biagio Marin (che non a caso sceglie, anche lui, il mare come espressione di senso).
Da decenni seguo, con ammirazione, il percorso di questo tesoro nascosto

Nel tempo, ne ho ricostruito un’immagine intensa, fertile, nel costante rapporto che Menetto intrattiene con l’arte figurativa, la letteratura, la storia, con la cucina delle nostre terre: è del 2009 un suo libretto raffinato, forse il miglior ricettario di piatti della tradizione. S’intitola La grande laguna, è un viaggio appassionato tra Venezia, Trieste, Pola, Fiume, l’Istria e il Quarnero. Uno sguardo obliquo, che lo scrittore esercita con competenza e semplicità. Perché ciò che tocca Luciano – si tratti di descrizioni paesaggistiche, vicende personali o collettive, animali e miti – si trasforma sempre, inevitabilmente, in poesia.
Luciano e quel cuore veneziano

Ricordo la raccolta di liriche Limoni, del 1999 e certe plaquettes come Couleur Levant del 2004. Sono splendidi i libri d’artista che ha realizzato con artisti del livello di Nicola Sene, Elias Benavides, Rina Riva e Riccardo Licata, tutti riconducibili al Centro Internazionale della Grafica di Venezia. Menetto è anche autore di numerosi testi teatrali e di opere dedicate alla storia veneziana, vista con gli occhi di Hugo Pratt o di George Sand.
La raccolta

Ogni volta che leggo qualcosa di suo, mi ritrovo a pensare che sia talmente ricco di significati, musicale, quasi inciso nella pietra dei masegni, da non poter andare oltre. Ogni volta mi sbaglio. Ora ho tra le mani una silloge di inediti, assemblati dal Centro Internazionale della Grafica per un evento che si è recentemente svolto in laguna, a Palazzo Pisani Revedin, in occasione dell’esposizione collettiva La Città e l’Acqua: un reading dei testi di Luciano, a cura di Margherita Stevanato. La raccolta s’intitola Le tre lune di agosto, è in veneziano; una lingua maestosa, degna, come si legge di rado; saporita ed aspra, piena di echi.
Luciano e le tre lune d’agosto

Sono liriche colme di malinconia autunnale, in cui la passione amorosa si stempera in solitudine: «e so da solo / de fronte ai oci del sol / imatonìo par la fine che riva / scogio de sol e sal / col cuor putèo.». Tuttavia, è quel «cuor putèo», quel cuore bambino che resiste, come onda che cresce, vento che percuote: «Onda pavegia / svola col vento/ amor che me tormenta / e me fa anema». Di rado la voce del poeta vibra esattamente con il paesaggio, come in questi versi: «so albaro del to bosco» ammette Luciano, pensando al proprio amore. L’identificazione dà al testo una struttura solida: è mare e fuoco, ammissione di innocenza, sostanza universale. Nella notte sorgono tre lune, anche quella dell’oblio; un mito radicato nell’intimo della metamorfosi: «e so deventà cocal e rio / la ciesa e l’erba / e l’aria che te sta torno».
La poesia, superando qualsiasi autoreferenzialità, assume dimensione cosmica
Pulizia assoluta nella scansione, iterazione di modelli quotidiani: sta lì la magia del mare-cielo di Luciano Menetto, in cui il tempo si avvolge in spire concentriche e l’incantesimo si ripropone, giorno dopo giorno.
Per fortuna esistono i poeti nascosti, preziosi come le gemme di un tesoro. Soprattutto qui ed ora, avviliti come siamo dall’assedio turistico e dalla mancanza di scintille: è come tornare a vedere con chiarezza.
Onda marubio
la barca patisse i colpi
e la se recorda
co la zera larese de bosco
l’inverno silensio de neve
l’istà che canta a torente.
Onda marubio s-ciuma
la prora sparisse e la torna
paura e amor zé la vida
sercar la strada
co la luze del lampo
e sperar che la note finissa.
(Luciano Menetto)
Conosco tutti i personaggi elencati e ne seguivo le vicissitudini qualche tempo fa poi non mi è stato più possibile a causa di acciacchi dell’età , con alcuni di loro vi era una sincera amicizia e stima . mi rattrista non poterli più seguire ma la vita và avanti .Complimenti e congratulazioni a tutti . Lia