I risultati non mi hanno sorpreso; chi promette mare e monti e non mantiene le promesse dopo un tot di anni la paga cara. Come era normale che l’insoddisfazione generale verso la politica generi nuovi salvatori della patria cui va un grande consenso perché “nuovi” per poi distruggerli se non portano i benefici auspicati. Cosa molto possibile da quando il nostro debito pubblico ha superato livelli inimmaginabili rendendo difficilissima la gestione della cosa pubblica e imponendo sacrifici e tasse sempre maggiori.
Il problema del debito

Ed è proprio su questo ultimo punto che i risultati delle elezioni devono andare analizzati: un Paese che sta navigando verso un debito di 2.800 miliardi di euro, alias verso il 200% rispetto al PIL, e che ha messo nelle mani estere un terzo dello stesso (circa 1.000 miliardi), ha perso parte della propria Sovranità. Triste dirlo, ma triste verità.
Cosa significa questo?

Significa che dobbiamo tenere buoni i nostri creditori e rispettare una buona gestione del denaro pubblico perché, altrimenti, nessuno compra i nostri titoli di stato a meno che non si aumentino i tassi di interesse, quindi lo spread.
Spread e debito

L’aumento dello spread lo paghiamo noi cittadini; esso significa un aumento del costo di questo debito pubblico gigantesco per far fronte al quale occorrono soldi pubblici alimentati da aumenti di tasse.
Queste ultime diminuiscono la nostra competitività e il rischio di diminuire le esportazioni, che, per ora ci tengono in piedi, diventa grande, molto grande!
Il rischio

Quindi il rischio è il NAZIONALISMO. Esso nel secolo scorso è stato una delle cause determinanti per provocare due guerre mondiali e circa 100 milioni di morti. Non possiamo permettercelo. Dobbiamo farci rispettare a livello europeo ed internazionale per le nostre capacità, la serietà delle nostre istituzioni ed imprese, la qualità dei nostri prodotti e servizi. Ma non possiamo permetterci di dire che siamo migliori perché italiani e per questo possiamo fare quello che vogliamo con i denari che all’estero hanno investito nel nostro debito pubblico.
Di chi è la colpa del debito?

Perché il debito pubblico è colpa nostra, non di altri, ed è per questo che la nostra spesa pubblica deve essere migliorata tramite responsabilità ed autonomia, con un federalismo responsabile, solidale e collaborativo.
Non siamo un’isola sperduta

Chiunque andrà al Governo dovrà tener conto che non siamo un’isola, ma siamo parte di un Sistema complesso di relazioni, accordi, patti, trattati. Il mondo in altre parole è molto più piccolo di quanto possiamo pensare; e a noi conviene avere buoni rapporti internazionali. Per il debito, ma anche perché siamo un grande paese manifatturiero, il secondo d’Europa, e abbiamo un bisogno estremo di esportare merci e servizi.
Altrimenti la pagheremo cara; ovviamente noi cittadini tutti
