Marta è una giovane donna inquieta ed esuberante. Deve le sue origini alle montagne del Trentino, ma è approdata a Padova per iscriversi all’università, dopo aver difeso strenuamente il desiderio di continuare gli studi nonostante il diploma di maestra che le consente già un lavoro comunque prestigioso nella sua comunità e un discreto stipendio. È impegnata politicamente, si dedica al sindacato e alle attività sociali della parrocchia e non ha tempo né interesse per l’amore, nonostante il corteggiamento discreto ma costante di Tullio, amico di sempre. Claudia è una docente universitaria rigida e severa le cui radici affondano nel Delta del Po, chiusa in se stessa dopo il grave incidente automobilistico che le ha portato via Livio, l’amatissimo marito, la bambina che portava in grembo e la possibilità di diventare di nuovo madre.
Claudia e Marta
Queste due donne, protagoniste del nuovo romanzo di Saveria Chemotti, Ci darà un nome il tempo – pubblicato da poco per i tipi di Iacobelli editore – si incontreranno nelle aule dell’ateneo padovano. Claudia seguirà Marta con piglio rigoroso e a volte duro durante la redazione della tesi, sarà per lei una vera Maestra che non fa sconti e chiede il massimo impegno.
La vita di Claudia
Nella vita di Claudia, una vita senza colore anche se ricca di interessi e di impegni, dopo qualche anno irrompe, con una mail inattesa, questa sua studentessa, che ora, entrata in convento (altra scelta inattesa, contro tutto e tutti) si chiama Suor Serena.
Il dialogo
Inizia così un dialogo a distanza, cadenzato dai ritmi lenti imposti dalla clausura che detta rigide regole anche per quanto riguarda la corrispondenza. Dialogo che si rivela inizialmente difficile, perché Claudia, atea e poco incline a comprendere un simile distacco dal mondo, non risparmia all’ex allieva parole pesanti dimostrando la sua contrarietà a una condizione che interpreta come una fuga dalla realtà.
Claudia e lo sfogo della scrittura
Il carteggio continua a lungo, ricco di echi letterari, filosofici e teologici, dove trovano posto Roland Barthes, Dietrich Bonhoeffer, Ermes Ronchi, e Johann Wolfgang von Goethe tra gli altri, un carteggio che procede tra alti e bassi, ma l’ascolto di Suor Serena e la costanza con la quale ribatte colpo su colpo alle provocazioni di Claudia, pian piano riescono a far breccia nell’animo indurito dell’insegnante, che si apre e riesce a confessare i suoi sentimenti più profondi, trovando il modo di condividere un dolore tanto forte da essere stato per troppo tempo inespresso perché indicibile.
Una similitudine
Claudia comincia a pensare a lei e a Suor Serena come due profughe alla ricerca di un nome e di una patria che le rappresentasse. Con la differenza che la sua e allieva questa patria l’ha trovata, mentre lei si sente ancora in mezzo al guado (p. 86). Le reciproche riflessioni sorgono anche grazie agli studi che Claudia sta affrontando per un convegno sul sacro e per il quale produrrà un intervento vibrante e appassionato.
La svolta
L’incontro con Pepe (un cucciolo di cocker conosciuto durante una vacanza sul Lago di Garda), con Ernesto (il proprietario della struttura dove il cagnolino viene accudito in attesa di adozione), con Pietro (un ragazzino di dieci anni che abita vicino alla sua casa sul delta del Po), riescono a sciogliere la rigidità di Claudia, che per la prima volta nella sua vita riesce a fare autocritica, a vedersi dal di fuori con obiettività. Riconosce di essere troppo drastica nei suoi giudizi (o pregiudizi) e si apre ai sentimenti, di nuovo.
Claudia trova la forza
Risale dal pozzo in cui era sprofondata (p. 183), quel pozzo di cui parlano sia Alba de Cespedes che Natalia Ginzburg, il pozzo dove cadono troppo spesso le donne, ma che può anche aiutarle a scendere nelle profonde radici dell’essere, cercando la propria identità. Come hanno fatto Marta e Claudia, ognuna suo modo, ma aiutandosi l’un l’altra.
Chi è l’autrice
Saveria Chemotti, è nata in provincia di Trento, ma vive e lavora a Padova, dove insegna Letteratura italiana di genere e delle donne. Dirige la collana di studi “Soggetti rivelati. Ritratti, storie, scritture di donne” per la casa editrice Il Poligrafo e la collana di narrativa “Vicoli”, per la casa editrice Cleup. Ha scritto numerosi saggi sulla narrativa e la poesia del Novecento italiano e dedicato molte ricerche alla storia e alla scrittura delle donne.
Ha pubblicato tre romanzi, La passione di una figlia ingrata, 2014 (finalista alla XXXIV edizione del Premio Comisso); Ti ho cercata in ogni stanza, 2016; Siamo tutte ragazze madri, 2018, con l’editrice L’Iguana di Verona e A che punto è il giorno. Racconti, con la casa editrice Apogeo di Paolo Spinello, 2019. con , Nel 2019 ha pubblicato con Mario Coglitore, il volume Il giogo dei ruoli, (Il Poligrafo). Con Icobelli editore sempre nel 2019 è uscito il romanzo Quella voce poco fa, e nel 2022 Ci darà un nome il tempo.
Trovate un articolo sui di lei e la sua produzione letteraria fino al 2021 qui:
Saveria Chemotti, Ci darà un nome il tempo, [Roma], Iacobelli editore, 2022.
Solo una scrittrice sensibile come Annalisa Bruni poteva restituire luce e voce ai personaggi e alla loro storia. La recensione mirabile evidenzia il percorso di ricerca di un’identità che appartiene alla storia delle donne.
Grazie ad Annalisa e a èNordest.
Grazie, Saveria Chemotti!!